In Francia accordo governo-Edf per il nucleare a 70 euro/MWh

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La misura coprirà il 100% della produzione nucleare del colosso elettrico francese, con un meccanismo per redistribuire ai consumatori gli extra profitti quando i prezzi di mercato supereranno determinate soglie.

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In Francia il governo si è accordato con Edf su un prezzo medio di vendita dell’energia nucleare pari a 70 euro/MWh, con un meccanismo di regolazione per redistribuire i profitti extra ai consumatori.

La misura, annunciata ieri, martedì 14 novembre, dal ministro dell’Economia Bruno Le Maire, punta a definire un prezzo stabile dell’elettricità per i consumatori e rilanciare la competitività delle industrie francesi, grazie anche ai contratti di fornitura di lungo termine (PPA decennali) che Edf metterà in campo.

L’accordo, ha precisato il ministro, copre il 100% della produzione nucleare di Edf.

Non è così per l’attuale sistema Arenh (Accès Régulé à l’Électricité Nucléaire Historique), ha ricordato il ministro, che riguarda circa un terzo della generazione da nucleare del colosso elettrico francese.

L’Arenh, ricordiamo, è stato lanciato nel 2011 e scadrà a fine 2025; obbliga Edf a vendere una parte dell’energia elettrica dei suoi reattori (100 TWh) a 42 euro per MWh, quindi ben sotto il costo stimato della produzione nucleare di Edf (circa 60 euro/MWh).

Dal 2026 quindi si applicherà il nuovo meccanismo concordato tra governo ed Edf.

In particolare, ha spiegato la ministra della Transizione energetica, Agnès Pannier-Runacher, l’accordo prevede che se i prezzi elettrici di mercato saliranno sopra 78-80 euro per MWh, il 50% dei profitti extra sarà redistribuito ai consumatori finali tramite i fornitori di energia. Se i prezzi supereranno 110 euro/MWh, sarà redistribuito il 90% del surplus di ricavi.

Ora l’accordo, ha precisato Le Maire, sarà messo in consultazione pubblica coinvolgendo le varie associazioni (consumatori, industrie, produttori).

Ricordiamo che a settembre il presidente francese, Emmanuel Macron, aveva annunciato, nell’ambito del piano di “pianificazione ecologica”, che la Francia intendeva “riprendere il controllo” entro fine anno del prezzo dell’elettricità pagato dalle famiglie e dalle imprese, riportandolo più vicino ai costi di produzione del Paese (tradizionalmente più bassi rispetto alla media Ue grazie al nucleare).

Anche la Germania intanto ha fissato nuove misure per contenere i prezzi elettrici.

I tre partiti al governo (socialisti, verdi, liberaldemocratici), infatti, hanno concordato di abbassare al minimo consentito dalla Ue le tasse sull’energia elettrica pagate dalle imprese manifatturiere, portandole a 0,50 euro/MWh nel 2024-2025 con eventuale estensione fino al 2028.

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