Francia, il nucleare in manutenzione fa schizzare i prezzi dell’elettricità

L’alta domanda legata al freddo e la bassa offerta dovuta al fermo di circa metà delle centrali nucleari hanno portato a un prezzo medio in borsa per oggi a 551 euro/MWh. Il parco nucleare rimarrà dimezzato per circa 6 mesi, si prevede.

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Alla borsa francese oggi l’elettricità si paga oltre 5 volte più cara che sulla borsa tedesca e circa 200 euro a MWh in più del peraltro carissimo Pun Italiano.

Sul mercato del giorno prima francese, infatti, il MWh per oggi, lunedì 4 aprile 2022, viene scambiato a 551 €/MWh di media (con punte prossime ai 3mila), mentre in Germania è a 75 euro e in Italia a 349 (si veda il grafico sotto, fonte Epex).

A pesare è il fatto che in Francia, a fronte di un picco di consumo previsto di 73 GW a causa delle temperature rigide, la produzione si fermerà a 65 GW, costringendo il paese a importare fino a 11 GW, come spiega il gestore della rete, Rte, che non prevede problemi sul sistema elettrico ma esorta tutti gli utenti a ridurre i consumi abbassando i riscaldamenti.

Il parco nucleare francese è infatti praticamente dimezzato da una serie senza precedenti di fermi questo inverno, con metà dei suoi 56 reattori attualmente non disponibili.

Dai 61,3 GW di nucleare teoricamente disponibile in Francia, la potenza delle centrali operative è scesa al di sotto di 30 GW il 2 aprile quando il reattore Chinon 1 è stato sottoposto a manutenzione annuale, prima di salire a 31,3 GW il 3 aprile, secondo i dati della rete, (si veda il grafico sotto, cortesia di S&P Global Commodity Insights).

Nel contesto energetico emergenziale di questo momento, la Francia sta pagando caro il suo affidamento sull’atomo, dal quale ottiene circa il 70% dei suoi consumi elettrici.

Anche perché la situazione non si risolverà in tempi rapidissimi: secondo S&P Global Commodity Insights, la produzione nucleare francese si manterrà su una media di circa 30 GW per i prossimi sei mesi.

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