Passo falso per il nucleare SMR: cancellato il primo progetto commerciale di NuScale

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All’origine della decisione l’aumento dei costi e dei prezzi elettrici, che hanno indotto vari potenziali clienti ad abbandonare il progetto.

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NuScale Power Corp., la prima società ad aver ottenuto l’approvazione del Dipartimento dell’Energia americano per un progetto di reattore nucleare di piccole dimensioni (Small Modular Reactor, Smr), ha cancellato la prevista costruzione della sua prima centrale commerciale per una utility elettrica dello Utah.

La cancellazione è giunta sulla scia dell’aumento dei costi, dovuti soprattutto ai balzi dell’inflazione e dei tassi d’interesse, oltre che dei prezzi elettrici stimati per la generazione, che hanno indotto vari potenziali clienti ad abbandonare il progetto.

La decisione rappresenta una seria battuta d’arresto per questa tecnologia, vecchia di decenni, senza uno standard riconosciuto e mai decollata su vasta scala, ma che molti sperano possa costituire il futuro dell’energia nucleare.

Ciò avviene proprio nel momento in cui l’Unione europea sembra voler puntare più decisamente sulla tecnologia Smr.

La commissaria Ue per l’Energia, l’estone Kadri Simson, ha detto (mercoledì 8 novembre al Forum sul nucleare a Bratislava), che mira ad avere il primo reattore modulare di piccole dimensioni operativo in Europa “entro dieci anni al più tardi”.

Simson punta anche a realizzare un’alleanza industriale europea per la tecnologia Smr “all’inizio del prossimo anno”.

Intanto, dopo l’annuncio di NuScale sullo stop del suo Carbon Free Power Project con lo Utah Associated Municipal Power Systems, le sue azioni sono precipitate di oltre il 27% alla chiusura delle contrattazioni di ieri (8 novembre) a New York.

Il progetto di NuScale

Nel 2020, il Dipartimento dell’Energia aveva approvato un finanziamento pubblico di 1,35 miliardi di dollari in 10 anni per l’impianto, con fondi soggetti ad approvazione del Congresso.

Dal 2014, NuScale, che ha sede a Portland, nell’Oregon, ha ricevuto dal governo Usa circa 600 milioni di dollari per finanziare la progettazione, autorizzazione e localizzazione della centrale.

NuScale aveva pianificato di sviluppare il progetto con sei reattori da 77 MW ciascuno assieme alla utility dello Utah con la partecipazione di diverse municipalità. L’impianto doveva essere inaugurato nel 2030, ma, nel corso degli ultimi mesi, diversi Comuni dello Stato americano si sono ritirati dal progetto a causa dell’aumento dei costi.

NuScale ha dichiarato che è improbabile che il progetto nello Utah trovi un numero sufficiente di partecipanti da poter essere realizzato.

John Hopkins, presidente e amministratore delegato della società, ha affermato in un comunicato che l’azienda continuerà a collaborare con gli altri clienti nazionali e internazionali per portare sul mercato la tecnologia americana dei piccoli reattori modulari e aumentare le basi produttive nucleari statunitensi.

Stime aumentate dei prezzi di generazione

A gennaio, NuScale aveva reso noto che l’obiettivo di prezzo per l’elettricità generata dai reattori nello Utah era aumentato a 89 $/MWh, con un balzo del 53% rispetto alla precedente stima di 58 $/MWh, sollevando preoccupazioni sulla disponibilità dei clienti a pagare.

“Crediamo che il lavoro svolto fino ad oggi sarà prezioso per i futuri progetti di energia nucleare”, ha commentato un portavoce del Dipartimento dell’Energia Usa, ammettendo che si tratti di una notizia spiacevole.

“Anche se non è garantito il successo di ogni progetto, il Dipartimento dell’Energia rimane impegnato a fare tutto il possibile per diffondere queste tecnologie per combattere la crisi climatica e aumentare l’accesso all’energia pulita”, ha aggiunto il portavoce.

Iniziative in Europa e timori geopolitici

La notizia potrebbe gettare ombre più dense di dubbio anche su altre iniziative, come quella recentemente annunciata in Italia da Enea e Ansaldo Nucleare, firmatarie di un memorandum di intesa assieme all’americana Westinghouse Electric e ai centri di ricerca Sck Cen (Belgio) e Raten (Romania).

L’iniziativa prevede lo sviluppo di reattori Smr, in questo caso con tecnologia di raffreddamento al piombo “Lead-cooled fast reactor” (Smr-Lfr).

Il mese scorso, anche il governo britannico ha selezionato una serie di aziende, fra cui NuScale Power e Westinghouse, invitandole a presentare offerte per dei contratti relativi allo sviluppo di reattori nucleari di piccole dimensioni.

Il lancio commerciale dei nuovi Smr richiederà “ricerche approfondite e test intensivi”, hanno indicato le società coinvolte nell’iniziativa italiana, secondo cui il memorandum da esse firmato prevede un approccio graduale attraverso fasi dimostrative.

NuScale mira a costruire Smr anche in Romania, Kazakistan, Polonia e Ucraina.

Tuttavia, l’annessione forzata da parte della Russia dell’impianto nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina, insieme ai ripetuti bombardamenti nei suoi pressi, implica che sia rischioso costruire Smr nella regione, secondo alcuni.

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