A pochi giorni dall’uscita dalla fase 1, caratterizzata dalla chiusura parziale delle attività commerciali e produttive del paese, rifacciamo il punto su come sono mutati i consumi elettrici nazionali e il relativo peso delle fonti rinnovabili.
Prendiamo in considerazione quindi un periodo di 59 giorni: da mercoledì 11 marzo a venerdì 8 maggio (ricordiamo che la fase 2 è iniziata lunedì 4 maggio). Questo lasso di tempo ci consente di equipararlo grosso modo allo stesso periodo del 2019 per numero di giorni feriali, prefestivi e festivi (ultima nostra analisi risaliva del 24 aprile).
In questi due mesi rileviamo, secondo i dati quotidiani forniti da Terna, che la domanda di energia elettrica del paese è diminuita rispetto ad un anno fa di 7,7 miliardi di chilowattora (7,7 TWh), per una percentuale del 16,1%.
Come si può vedere dalla linea di tendenza del grafico qui sotto, con la lenta e graduale riapertura di alcune attività il divario si è andato riducendo rispetto alle scorse settimane, quando il gap con il 2019 avevamo toccato punte superiori al -20%. La scorsa settimana, subito dopo l’inizio della fase 2, il consumo elettrico giornaliero si era attestato intorno ai 780 GWh, comunque, ancora inferiore del 10-13% alla media dei giorni feriali pre-Covid.
Come registrato anche precedentemente il divario anno su anno continua ad essere maggiore nel Nord Italia (Val d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Veneto, Friuli ed Emilia-Romagna), rispetto al dato nazionale: -19,4% (-5,3 miliardi di chilowattora, circa il 70% dell’intero calo nel paese).
Generazione termoelettrica e rinnovabile (dall’11 marzo all’8 maggio)
In notevole flessione resta la generazione termoelettrica. Dopo aver scorporato la voce della produzione da termoelettrico dalla produzione di bioenergie e dall’autoconsumo, nell’intero periodo risulta in calo del 26,6% sullo stesso periodo 2019.
Nei 59 giorni considerati nell’analisi l’apporto del termoelettrico inferiore di circa 5,8 TWh, una cifra leggermente superiore alla minore richiesta elettrica del nord del paese.
Se nel calcolo includiamo anche l’autoconsumo da termoelettrico, la diminuzione percentuale della produzione elettrica da fonti fossili è stimabile al -22,7%.
Nello periodo considerato la generazione da fonti rinnovabili elettriche cresce del 2,8% sul 2019 (circa 485 GWh in più).
Anche se meno accentuato rispetto alle scorse settimane, è sempre rilevante il notevole calo della produzione da fonte eolica: -25,8%, con quasi 935 GWh in meno rispetto al periodo 11 marzo-8 maggio 2019.
Alcuni analisti, come Elemens, riferiscono che una delle cause principali è data dalla mancata manutenzione e sostituzione dei componenti sugli impianti, causa lockdown. Proprio per questo motivo si presume che tra il 2 è il 5% delle turbine si sia fermata. Ulteriori analisi dovranno però essere fatte anche in relazione all’andamento del vento, che sicuramente è stato più basso rispetto ad un anno fa.
La produzione da fotovoltaico in questi due mesi aumenta, invece, del 13,9% rispetto allo stesso periodo 2019 (+623 GWh). Eolico e FV nell’intero periodo danno al sistema elettrico circa 312 GWh in meno rispetto a quanto fornito nel 2019.
Ampia compensazione viene dall’aumento del 14,2%, rispetto al 2019, della produzione dell’idroelettrico: 816 GWh in più.
Cresce dell’1,3% la geotermia e diminuisce dell’1,1% la generazione elettrica da biomasse.
Nel complesso nell’intero periodo della fase 1 qui considerato le rinnovabili elettriche soddisfano la domanda del paese per il 44,6% (una quota ancora più elevata rispetto al dato dei primi 44 giorni di lockdown, quando era al 41,9%).
Va evidenziato che nel periodo 11 marzo-8 maggio 2019 le rinnovabili coprivano la richiesta elettrica per il 36,4%.
Con l’aumento della radiazione solare, nelle ultime settimane abbiamo potuto registrare contributi giornalieri molto elevati delle rinnovabili, anche superiori al 50%, con un sistema elettrico che ha retto senza problemi.
Per fare solo un paio di esempio vediamo che giovedì 29 aprile, con 406 GWh da rinnovabili, veniva soddisfatto quasi il 55% della domanda elettrica del giorno. Sabato 2 maggio e domenica 3 maggio, chiaramente con una domanda più bassa, le rinnovabili superavano il 64% del fabbisogno elettrico della giornata (e, di conseguenza, con un PUN di appena 14 € circa).
In termini di produzione elettrica nazionale il contributo delle energie rinnovabili nel periodo è stato del 47,8% contro il 40,7% del 2019.