Emissioni gas-serra in Italia, nel 2021 un aumento del 6,8% sul 2020

L'Ispra rivede a rialzo i dati pubblicati lo scorso dicembre.

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L’Ispra ha rivisto a rialzo le previsioni preliminari pubblicate lo scorso dicembre che indicavano per il 2021 emissioni in aumento del 4,8% sul 2020.

Sulla base dei dati aggiornati, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale sì attende ora un incremento delle emissioni di gas serra a livello nazionale del 6,8% rispetto al 2020 a fronte di un aumento previsto del Pil pari al 6,5%.

I dati 2021 – non ancora definitivi – sono stati diffusi in occasione della pubblicazione di due documenti Ispra: “Inventario nazionale Ispra delle emissioni di gas-serra e di altri inquinanti” e “Indicatori di efficienza e decarbonizzazione” (allegati in basso).

L’andamento stimato – spiega una nota – è dovuto a un incremento delle emissioni, in particolare per l’industria (9,1%) e trasporti (15,7%). Anche per la produzione di energia, nonostante la riduzione nell’uso del carbone (-35,2%), si stima un aumento del 2.2% a causa degli incrementi per tutti gli altri vettori energetici.

L’incremento nei livelli di gas serra stimato per il 2021 rispetto al 2020 è conseguenza della ripresa della mobilità e delle attività economiche, ma non altera il trend di riduzione delle emissioni e di miglioramento dell’efficienza energetica registrato negli ultimi anni.

I dati 2020

I due documenti contengono tra l’altro i dati definitivi sulle emissioni di gas-serra italiane nel 2020, anno in cui le emissioni di gas serra sono diminuite del 27% rispetto al 1990, passando da 520 a 381 milioni di tonnellate di CO2 e dell’8,9% rispetto al 2019, grazie alla crescita negli ultimi anni della produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico), all’incremento dell’efficienza energetica nei settori industriali e alla riduzione dell’uso del carbone, ma anche alla pandemia che ha portato, due anni fa, ad un periodo di blocco delle attività.

Responsabili di circa la metà delle emissioni nazionali di gas climalteranti sono i settori della produzione di energia e dei trasporti; questi ultimi mostrano complessivamente una diminuzione del 16,4% rispetto al 1990; nel periodo 2019-2020, registrano una notevole diminuzione delle percorrenze complessive (veicoli-km) e una brusca riduzione delle emissioni, (-19.4%), dovuta anch’essa al lockdown.

Sempre rispetto al 1990, sono diminuite anche le emissioni provenienti dal settore delle industrie energetiche del 41% nel 2020, a fronte di un aumento della produzione di energia termoelettrica (da 178,6 Terawattora – TWh – a 181,3 TWh) e dei consumi di energia elettrica (da 218,7 TWh a 283,8 TWh).

Nel 2020 la quota di energia rinnovabile è pari al 20,4% rispetto al consumo finale lordo, un valore superiore all’obiettivo del 17%, più che triplicata rispetto al 2004 quando rappresentava il 6.3% del consumo finale lordo di energia.

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