Direttiva Edifici, “attenzione ai tempi e alla preparazione del mercato”

Tra i maggiori timori quello di un "effetto speculativo alla Superbonus". Sulla direttiva EPBD bisognerà valutare se il settore potrà essere pronto in tempo, secondo la responsabile Efficienza energetica dell'Enea Ilaria Bertini.

ADV
image_pdfimage_print

“Sugli obiettivi credo che siamo tutti d’accordo. La criticità interviene nel momento dell’attuazione e del timing”.

Così, sulla direttiva europea sulle prestazioni degli edifici in fase di definizione, si esprime Ilaria Bertini, responsabile del Dipartimento Efficienza energetica di Enea, con cui abbiamo parlato a margine del convegno della Community Smart Building di The European House – Ambrosetti, svoltosi ieri, 4 maggio a Roma, dopo l’intervento in cui il ministro Urso ha ribadito la posizione difensiva del governo italiano sulla direttiva EPBD.

Per Bertini la situazione italiana impone delle valutazioni “rispetto anche all’anzianità del parco immobiliare e rispetto alle caratteristiche del mercato dei prodotti per la riqualificazione energetica”.

L’esperta ricorda l’esperienza del Superbonus: “un intervento così significativo in un periodo così stretto ha portato inevitabilmente a delle speculazioni e quindi a un aumento dei prezzi”.

“Questa stessa esperienza – sottolinea – non vogliamo che si possa replicare anche nel caso dell’ondata di riqualificazione energetica che a livello europeo dovrà essere messa in campo. Quindi sarà necessario capire se il mercato dei prodotti tecnologici e del settore edilizio, anche a livello europeo, sarà pronto per affrontare questi interventi e diversamente, decidere per un timing che magari sia un po più rilassato rispetto a quello che inizialmente è stato indicato”.

Sicuramente le competenze tecniche e la filiera della dovranno essere preparate. Tuttavia abbiamo appreso che né l’Enea né tanto meno il governo al momento hanno preparato una stima quantitativa di cosa comporterebbero per il nostro paese gli obiettivi sugli edifici in discussione in Europa.

Sappiamo che gli obblighi che la direttiva traccia si applicano a valle di una ridefinizione delle classi energetiche degli edifici nazionali.

Un grosso problema che dobbiamo affrontare, spiega nell’intervista Bertini, è che sul nostro parco immobiliare ci sono pochi dati e pure di scarsa qualità.

“È necessario incidere molto di più sulla sensibilità sia dei professionisti che rilasciano gli attestati di prestazione energetica sia dei cittadini che li ricevono”, ci ha detto. Il suggerimento è quello di introdurre “altre occasioni” in cui sia necessario produrre l’Ape, oltre a compravendita, affitto o riqualificazione importante.

Un ruolo nel migliorare la raccolta e l’accesso ai dati dovrebbe svolgerlo il portale nazionale per le prestazioni energetiche degli edifici che l’Enea sta mettendo a punto, ci spiega Bertini.

“L’idea è di mettere insieme in maniera interoperabile tutte le informazioni relative a un’unità immobiliare, ricevute da varie istituzioni, in modo da avere un luogo virtuale dove poter ottenere le informazioni che riguardano i nostri edifici”.

ADV
×