Mercato dell’auto in Italia: diesel in picchiata, ma l’elettrico incide ancora poco

Crescono le alimentazioni alternative spinte anche da gpl e metano. Cambiano i fattori del mix con più benzina che gasolio ma le emissioni medie di CO2 delle auto vendute non diminuiscono. L’analisi dell’Unrae.

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I dati di luglio confermano le tendenze che stanno interessando il mercato europeo e italiano dell’auto: il forte calo delle vendite di auto diesel e la crescita delle alimentazioni “alternative”, dove però i modelli elettrici restano una nicchia, tanto che le emissioni medie di anidride carbonica del venduto globale non accennano a diminuire.

Vediamo più in dettaglio il quadro attuale con la tabella sotto (clicca per ingrandire), che riassume la struttura per alimentazione del mercato automobilistico in Italia nei primi sette mesi del 2019, secondo le elaborazioni dell’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri).

Per quanto riguarda il diesel, le immatricolazioni di luglio hanno registrato un -27% in confronto allo stesso mese del 2018, con una quota del 37% sul mix complessivo delle alimentazioni. Un valore così basso non si vedeva dal 2001.

Intanto sono cresciute le vendite di modelli a benzina: +35% con una quota di mercato del 44,8% (33% invece a luglio di un anno fa).

Guardando all’intero periodo gennaio-luglio 2019, si nota che la benzina ha superato il diesel di oltre un punto percentuale: 43,5% vs 42% delle immatricolazioni cumulative in Italia.

Intanto le vetture elettriche hanno segnato un +45% con 940 modelli venduti lo scorso mese (erano 645 a luglio 2018). Nei primi sette mesi del 2019 il volume delle auto elettriche è perfino raddoppiato (circa +104%): 5.912 immatricolazioni contro 2.901 nello stesso periodo dell’anno precedente anche se la quota sul mercato complessivo rimane molto bassa in termini assoluti (0,5-0,6%).

E sommando all’elettrico “puro” le vendite di veicoli ibridi plug-in – quelli benzina/diesel con batterie ricaricabili alla presa di corrente – la situazione cambia di poco, perché anche in questo caso non si arriva all’1% del totale.

In sostanza, a luglio le alimentazioni “alternative” hanno fatto il 18% del mercato globale italiano, ma quasi il 12% è da attribuire ai modelli gpl/metano, quindi la parte elettrica è ancora minoritaria.

In una nota l’Unrae evidenzia che l’analisi sulle vendite per fasce di CO2 (neretti nostri) “mostra impatti sostanzialmente nulli del Bonus/Malus a 5 mesi dalla sua introduzione”.

Difatti, prosegue l’associazione, “le vetture che usufruiscono dell’Ecobonus registrano per il periodo marzo-luglio una crescita del 113% per la fascia fino a 20 g/km e addirittura una flessione del 2,5% per quelle da 21 a 70 g/km, fasce che nel complesso rappresentano appena lo 0,8% del totale delle immatricolazioni, rispetto allo 0,5% dello stesso periodo dell’anno precedente”.

Così la media ponderata delle emissioni di CO2 per le auto vendute, termina l’Unrae, ha raggiunto a luglio 119,7 grammi per km con un incremento del 4% rispetto allo stesso mese di un anno fa.

Lo scenario comunque potrebbe cambiare abbastanza rapidamente nel 2020-2021 perché è atteso per quel periodo il punto di svolta nelle vendite di modelli elettrici, stando alle ultime stime per l’Europa diffuse da Transport&Environment (vedi qui).

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