Più suv a benzina ed elettrico ancora di nicchia: le emissioni delle nuove auto salgono anziché calare

Il mercato automobilistico nel 2018 e nei primi mesi 2019 con dati e tendenze in sintesi.

ADV
image_pdfimage_print

Si fa la guerra al diesel, ma salgono le vendite di vetture a benzina e l’elettrico resta una nicchia: così le emissioni medie delle nuove auto vendute in Europa tornano a salire per il secondo anno consecutivo, evidenziano i dati preliminari pubblicati dall’Agenzia europea dell’ambiente (EEA: European Environment Agency).

Si parla di 120,4 grammi di CO2 per km nel 2018, con un incremento di un paio di grammi rispetto all’anno precedente; e nel 2017 le emissioni medie erano salite di quasi mezzo grammo in confronto al 2016 dopo un periodo di costante diminuzione (dal 2010 al 2016 si sono “persi” circa 22 gCO2/km).

E per la prima volta dal 2011, nel 2018 sono cresciute le emissioni medie dei furgoni, che hanno registrato una media pari a 158,1 gCO2/km; anche in questo caso, l’aumento è stato di un paio di grammi sui valori riscontrati nei dodici mesi precedenti.

La colpa delle maggiori emissioni delle auto, spiega l’Agenzia europea, è da attribuire a diversi fattori, tra cui soprattutto il boom di veicoli a benzina nel segmento SUV, senza dimenticare la lenta diffusione delle vetture elettriche/ibride plug-in.

Più in dettaglio, le auto a benzina sono arrivate al 60% delle nuove immatricolazioni in Europa nel 2018, mentre il diesel si è fermato al 36% con un crollo di nove punti percentuali rispetto al 2017 e del 19% nel paragone con il 2011, quando il gasolio stava ben sopra metà del mercato complessivo.

Lo scorso anno in Europa si sono venduti circa 4,5 milioni di SUV: quasi un’auto su tre.

Questi modelli sono tipicamente più pesanti e consumano più carburante in confronto alle vetture degli altri segmenti: difatti, le emissioni medie dei nuovi SUV immatricolati nel 2018 erano pari a 133 gCO2/km.

Intanto la quota di mercato delle vetture elettriche “pure” e quelle ibride ricaricabili alla presa di corrente, contraddistinte rispettivamente dagli acronimi BEV e PHEV, Battery Electric Vehicle/Plug-in Hybrid Electric Vehicle, è rimasta molto bassa, perché si parla di un 2% delle vendite globali (1,5% nel 2017).

Le auto alimentate esclusivamente dalle batterie hanno segnato un +50% sull’anno precedente con 150.000 immatricolazioni, ma siamo ancora molto lontani dal poter parlare di una penetrazione su vasta scala dell’elettrico.

Tra l’altro, l’auto elettrica continua a essere bersagliata da bufale e critiche spesso infondate, come ha confermato l’ennesimo titolo “sparato” da Libero su questo tema che invece andrebbe approfondito con molta più lucidità (vedi qui l’intervento di QualEnergia.it).

Poi sono in molti a chiedersi se l’era del diesel si stia avviando verso la fine, soprattutto nelle città dove stanno entrando in vigore restrizioni sempre più severe alla circolazione dei veicoli con motori tradizionali.

Come sottolinea anche Transport & Environment in una nota di commento ai dati dell’Agenzia europea, nel 2021 ci saranno nuovi limiti alle emissioni medie dei veicoli commercializzati nel nostro continente: 95 gCO2/km quindi le immatricolazioni di auto elettriche e ibride plug-in dovrà aumentare moltissimo per raggiungere quell’obiettivo.

Il quadro italiano, infine, conferma appieno la tendenza europea: a maggio, infatti, le vendite di auto diesel sono crollate del 20% mentre i modelli a benzina hanno segnato un +23% tanto da essere nettamente al primo posto per quanto riguarda le quote di mercato con il 44% (diesel 41,8%), secondo i dati Anfia.

Le vendite di auto elettriche, chiarisce l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, con una quota di mercato dello 0,6%, sono quasi raddoppiate, mentre le ibride sono cresciute del 36% (+63% le ibride plug-in).

E guardando ai primi cinque mesi del 2019, le immatricolazioni di vetture diesel sono precipitate del 24% in confronto allo stesso periodo di un anno prima.

ADV
×