Corte dei conti Ue: no ai finanziamenti alle fossili nel meccanismo per la “giusta transizione”

Il parere della Corte sulla proposta di regolamento per i prestiti nel settore pubblico.

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Niente finanziamenti ai combustibili fossili nell’ambito della nuova politica Ue per la “transizione giusta”: lo ribadisce la Corte dei conti Ue nel suo parere sulla proposta di regolamento, avanzata dalla Commissione europea, che riguarda lo strumento di prestito per il settore pubblico.

Lo strumento di prestito per il settore pubblico è il terzo pilastro del piano per la transizione giusta incentrata sugli obiettivi climatici del Green Deal.

Gli altri due pilastri sono il JTF (Just transition fund, il fondo multimiliardario per la ripresa economica che erogherà principalmente sovvenzioni) e il programma InvestEU rivolto a progetti pubblici-privati finanziabili dalle banche.

Il terzo pilastro invece sarà fatto di sovvenzioni (1,5 miliardi a carico del bilancio Ue) e soprattutto prestiti, erogati dalla Banca europea per gli investimenti e altri partner finanziari (fino a 10 miliardi), allo scopo di mobilitare 25-30 miliardi di euro di investimenti pubblici tra 2021 e 2027.

Tuttavia, scrive la Corte (neretti nostri), “le condizioni dello strumento dovrebbero presentare un legame più stretto con il conseguimento degli obiettivi climatici dell’UE, ad esempio applicando i criteri stabiliti dalla tassonomia dell’UE, nei casi in cui la Commissione deve valutare il grado di sostenibilità ambientale di un investimento”.

E poi la proposta di regolamento, osserva la Corte dei conti, “non pone quale condizione che i progetti debbano rispettare il principio di ‘non nuocere’, specie riguardo ai cambiamenti climatici”.

Così il nuovo meccanismo finanziario dovrebbe escludere, secondo la Corte, le attività già escluse dal fondo per la transizione giusta, “in cui rientrano espressamente gli investimenti relativi alla produzione, alla trasformazione, alla distribuzione, allo stoccaggio e alla combustione di combustibili fossili”.

Ricordiamo che il Consiglio dell’Ue, quando a metà ottobre ha approvato la sua posizione sul nuovo strumento di prestito per il settore pubblico da creare nell’ambito della transizione giusta, ha specificato che i fondi non dovranno andare a progetti relativi a centrali nucleari, prodotti del tabacco e combustibili fossili.

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