Just Transition Fund, l’ok del Consiglio ai prestiti per il pubblico esclude il gas

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No a progetti su fossili, nucleare e tabacco. La posizione del Consiglio dell’Ue sul nuovo strumento rivolto al settore pubblico nel Fondo per una transizione giusta.

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I finanziamenti non vadano a investimenti per progetti sul gas: questa la principale correzione sul Just Transition Fund chiesta dal Consiglio dell’Unione europea, rispetto alla proposta della Commissione europea presentata a maggio e a quanto vorrebbe il Parlamento europeo, che invece a metà settembre ha approvato l’inclusione di determinati progetti gas nei piani del Fondo.

Il Consiglio ieri ha infatti approvato la sua posizione sul nuovo strumento di prestito per il settore pubblico (documento in basso) da creare nell’ambito del JTF, il meccanismo “per una transizione giusta”, specificando che i fondi non dovranno andare a progetti relativi a centrali nucleari, prodotti del tabacco e combustibili fossili.

Il nuovo strumento per il settore pubblico fornirà 1,5 miliardi di euro di sovvenzioni dal bilancio dell’Ue per consentire ai partner finanziari di sostenere progetti che affrontano le sfide del processo di transizione. In qualità di partner finanziario, la Banca europea per gli investimenti dovrebbe fornire 10 miliardi di euro in prestiti, che dovrebbero mobilitare fino a 25-30 miliardi di euro in investimenti per aiutare le regioni più colpite, individuate nei piani di transizione giusta degli Stati membri.

Oltre all’esclusione di fossili, nucleare e tabacco, il Consiglio specifica che lo strumento non dovrebbe sostenere attività escluse dal campo di applicazione del sostegno nell’ambito del Fondo per una transizione giusta. Inoltre, si prevede la possibilità per i progetti di ricevere anche consulenza e supporto tecnico da altri programmi dell’Ue.

Il JTF, ricordiamo, punta a favorire l’abbandono delle fonti fossili – carbone in primis – nelle regioni europee che sono rimaste più indietro negli investimenti in tecnologie pulite: il fondo supporterà progetti nelle rinnovabili, nella riduzione delle emissioni inquinanti, nella riconversione industriale, nella mobilità sostenibile, senza dimenticare l’economia circolare (riduzione di rifiuti, riciclo/recupero di materie prime) e la rigenerazione/decontaminazione di ecosistemi degradati.

Particolare attenzione sarà poi rivolta ai progetti destinati a riqualificare la forza lavoro in precedenza impiegata nei settori industriali da smantellare o riconvertire.

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