Comunità solari, l’utility intermediario tra sviluppatore e cliente

Un esempio di comunità solare in California: offrire ai clienti, non in grado di installare un impianto fotovoltaico, di partecipare ad un programma per ricevere elettricità pulita e abbassare anche la bolletta.

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La società elettrica Southern California Edison (SCE) ha chiesto ai regolatori di poter migliorare le proprie offerte di energia pulita per i clienti che non possono installare il tetto solare (il dettaglio nei documenti allegati in basso).

L’utility ogni mese mette in rete tra 3.000 e 5.000 tetti fotovoltaici, ma gran parte dei suoi 15 milioni di clienti non possiedono l’abitazione in cui vivono o non hanno la possibilità di installare l’impianto sul tetto.

SCE ha ammesso in effetti che l’attuale programma rivolto a questa tipologia di clienti non sta funzionando al meglio.

Riprendendo l’esperienza di altre società elettriche, SCE ha proposto quindi a fine settembre una serie di offerte al dettaglio, tra cui l’opzione “100% elettricità green” e un’opzione entrare in una “comunità solare o a fonti rinnovabili”.

La prima opzione richiede la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili utility-scale, mentre la seconda farà assumere all’utility il ruolo di intermediario-aggregatore di clienti per alcuni progetti di energia solare gestiti e realizzati da uno sviluppatore, una figura che avrebbe avuto enormi difficoltà a mettere insieme tante potenziali utenze.

Sull’idea di comunità solare e sui suoi benefici, riferendoci al modello statunitense, avevamo parlato nel 2016 in un nostro articolo “La Comunità Solare: quando l’innovazione è anche sociale, economica e culturale“. Altre declinazioni di questo modello sono state pensate e rese operative in Europa, ma tutte si richiamano alla natura decentralizzata dell’energia solare e delle rinnovabili.

L’utility ha allora chiesto l’autorizzazione alla California Public Utilities Commission (CPUC) di recuperare fino a quasi 6 milioni di dollari di costi amministrativi proprio per poter lanciare nel 2021 il suo “Green Energy Programs”, che se dovesse avere successo darebbe un notevole impulso al mercato del solare, oltre a rendere più competitiva l’azienda elettrica visto che ormai sempre più clienti californiani sono a caccia di offerte di elettricità non solo più convenienti, ma anche proveniente da fonti pulite.

Sarebbe un altro tassello importante nel solare in uno Stato leader nel settore, ma che oggi è molto indietro in questo specifico segmento di mercato.

Finora, infatti, la California ha messo in rete appena 112 MW di potenza solare per progetti cosiddetti comunitari, e anche con diversi stop and go. Si tratta di cifre marginali se pensiamo che attualmente sono installati nello Stato a livello residenziale oltre 5.000 MW di potenza FV.

Si stima che il mercato fotovoltaico complessivo della California rappresenti circa il 40% della potenza installata negli Usa, ma i clienti delle comunità solari (che acquistano elettricità da fonti pulite senza avere l’impianto sul tetto) costituiscono solo il 10% di quelli di tutti gli States.

La California Public Utilities Commission non ha finora approvato politiche di prezzi adeguate per questi programmi solari comunitari coordinati dalle utility.

Per questo motivo i clienti sono ancora costretti a pagare un premio per iscriversi ai progetti di comunità solare, con la conseguenza che la domanda rimane modesta. Infatti, meno di 1.000 sono i clienti attualmente iscritti al programma Green Tariff Shared Renewables (GTSR), che fornisce il 100% di energia pulita, ha spiegato la Southern California Edison.

Il programma contiene anche una opzione chiamata “Enhanced Community Renewables”, che consentirebbe ai clienti l’accesso a progetti di energia pulita basati sull’approccio di comunità, ma finora nessuno vi si è iscritto.

Una barriera potrebbe essere rappresentata dal fatto che il GTSR imponga un limite di 2 MW ai soggetti non governativi; in pratica impedisce così a molti grandi clienti commerciali di partecipare al programma.

SCE prevede ora di attuare il suo nuovo programma per l’energia verde con nuovi 181 MW chiedendo di innalzare questo limite a 5 MW.

La nuova impostazione prevede che un cliente commerciale pubblico o di grandi dimensioni con almeno 500 kW di carico possa “sponsorizzareun progetto solare comunitario. Lo sponsor avrebbe in genere un consumo dell’80% della generazione totale dell’impianto o degli impianti solari realizzati ad hoc, mentre il restante 20% resterebbe disponibile per le piccole utenze, cioè i residenti che sottoscriveranno un contratto che potrà avere una durata di 10, 15 o 20 anni.

Spetterà adesso ai regolatori approvare o meno lo schema ideato da SCE.

Si tratta quindi di uno schema di comunità solare che intende collegare lo sviluppatore al cliente finale tramite l’azienda elettrica. Un approccio diverso da quello in cui è l’utility che entra direttamente nello sviluppo-installazione del progetto solare. In questo caso invece sarà l’industria o il developer ad occuparsene. Il ruolo di SCE è di trovare quegli utenti che non sono in grado di installare gli impianti sul proprio tetto.

Non è detto però che sarà un’operazione facile per l’utility convertire il suo “portafoglio clienti” in contratti di comunità solare. Anche quell’elevato requisito del consumo all’80% per lo “sponsor” del progetto non è detto che sia adeguato, ad esempio, ai fini della corretta gestione finanziaria dell’iniziativa.

Tuttavia, nel suo piccolo questa modifica strutturale del programma dell’azienda elettrica sembra essere in sintonia con le nuove politiche e obiettivi energetici della California.

Ricordiamo infatti che il governatore Jerry Brown ha firmato a settembre scorso una legge che vieta le emissioni di CO2 dalla generazione elettrica entro il 2045 (QualEnergia.it, “È ufficiale: la California punta al 100% di rinnovabili”).

Gli addetti dell’azienda elettrica californiana ritengono che l’eventuale successo del programma di energia verde consentirà anche di abbassare le tariffe dell’energia elettrica.

È vero che alcuni clienti sarebbero anche disposti a pagare di più per acquistare elettricità proveniente da fonti pulite, ma va sempre tenuto a mente che quando le società del solare propongono gli impianti FV su tetto cercano di promuoverlo dimostrando che l’obiettivo è di risparmiare rispetto ai kWh prelevati dalle rete.

Se SCE avrà un piccolo incentivo a ridurre i suoi prezzi ci si può attendere che la nuova comunità solare diventi sicuramente più conveniente del programma attualmente in funzione. Inoltre i clienti che sono residenti in comunità svantaggiate riceveranno ulteriori sconti. Quindi partecipare a questa offerta di energia green o alla comunità solare potrebbe abbassare in modo significativo le loro bollette.

Vedremo se i regolatori approveranno la proposta di SCE; a quel punto i clienti potranno valutarne costi e benefici nei successivi 4 o 5 anni.

La richiesta di SCE alla CPUC

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