La Carta per la neutralità climatica: le misure per energia e mobilità nelle città italiane

Impegni per efficienza energetica, rinnovabili e mobilità delle città italiane per raggiungere gli obiettivi climatici. Hanno aderito già 45 comuni.

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Le misure che le città italiane dovrebbero attuare per raggiungere gli obiettivi climatici al 2030 sono indicate in “La Carta delle città verso la neutralità climatica” presentata nei giorni scorsi in occasione della IV Conferenza Nazionale delle green city (allegata in fondo).

Il documento, realizzato dal Green City Network (promossa dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile), in collaborazione con il GSE (Gestore dei servizi energetici) e con il supporto di Conou (Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati), è stato già sottoscritto da 45 città italiane e aperto all’adesione di nuove città.

Ha 5 obiettivi strategici: transizione alla neutralità climatica, efficienza energetica e fonti rinnovabili, mobilità sostenibile con meno auto, economia circolare decarbonizzata, assorbimenti di carbonio.

Qui vogliamo entrare nel merito di almeno due di questi: l’aumento dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili e gli impegni sulla mobilità.

In tema di efficienza energetica e rinnovabili, la Carta chiede espressamente alle città italiane di:

  • Monitorare i loro consumi energetici, l’utilizzo delle diverse fonti energetiche e i loro andamenti pluriennali.
  • Definire programmi di valutazione, certificazione e riqualificazione energetica degli edifici, soprattutto degli aggregati edilizi (condominio o isolati), facendo leva sulla deep renovation di quelli pubblici e supportando un utilizzo migliore delle risorse degli ecobonus e del PNRR.
  • Promuovere progettazioni integrate che ottimizzino la risposta bioclimatica ed energetico-prestazionale passiva e che valorizzino le risorse energetiche in loco e recuperabili sul territorio; definire misure contro gli sprechi di energia attraverso la promozione dell’uso di elettrodomestici ad alta efficienza energetica, il miglioramento dell’efficienza dei sistemi di illuminazione e l’incentivazione ad adottare sistemi digitali di automazione e domotica.
  • Promuovere la diffusione di soluzioni progettuali bioclimatiche passive, ottimizzando i rapporti tra sole, aria e architettura, per ridurre i fabbisogni energetici e allo stesso tempo aumentare il comfort abitativo (sistemi di ventilazione naturale e di raffrescamento passivo, controllo dell’irraggiamento solare,  regolazione naturale dell’umidità, miglioramento dell’illuminazione naturale e del riscaldamento passivo).
  • Ridurre e gestire la domanda energetica attraverso sistemi di monitoraggio per gli utenti; promuovere forme di distribuzione e scambio tra prosumers mediante smart grids e meccanismi locali di sinergia (come il recupero di calore di scarto da attività produttive e terziarie per contribuire al soddisfacimento dei bisogni termici residenziali) e stimolare l’aggregazione della domanda di energia tra gli utenti finali.
  • Effettuare un’analisi delle fonti rinnovabili utilizzabili localmente e promuovere le tecnologie di produzione disponibili migliori, come sistemi solari attivi, termici e fotovoltaici di nuova generazione, sistemi mini e microeolici, sistemi di approvvigionamento di energia da fonte geotermica (sia di tipo superficiale che profonda), sistemi alimentati da biomassa con idonea tecnologia di abbattimento delle emissioni e da biometano prodotto con rifiuti organici, sistemi impiantistici a celle a combustibile utilizzabili in ambito urbano, sistemi di micro-cogenerazione, di trigenerazione e di utilizzo di reti di teleriscaldamento.
  • Definire programmi pluriennali di sviluppo della produzione e dell’impiego di fonti energetiche rinnovabili in città, individuando le superfici disponibili per i nuovi impianti, migliorando quelli esistenti e considerando anche le piccole ma diffuse superfici a disposizione.
  • Promuovere le migliori possibilità di impiego delle fonti rinnovabili disponibili per i diversi usi: elettrici, termici e per carburanti; accumulare energia rinnovabile in eccesso prodotta localmente e distribuirla “dinamicamente” sapendola graduare a seconda dei bisogni variabili nel corso della giornata, delle stagioni e dell’anno (Dynamic Smart Grid); promuovere le local energy renewable community; tendere verso i modelli a breve termine di nearly zero energy building, a medio termine di net zero energy e a medio-lungo termine (2030-2050) di positive energy district.
  • Agevolare la procedura per la realizzazione di impianti di produzione di energie rinnovabili integrati sul patrimonio edilizio esistente.

In tema di mobilità sostenibile, queste le indicazioni fornite alle città:

  • Redigere un PUMS, integrato con la pianificazione urbana, precisando gli obiettivi da perseguire, con particolare riferimento alla riduzione dell’uso dell’auto privata.
  • Favorire il modal shift, rafforzando il trasporto collettivo, la sharing mobility, la promozione di modelli di mobility as a service e di autonomous driving destinati a veicoli condivisi e a zero emissioni.
  • Estendere le zone pedonalizzate e le ZTL e favorire la riduzione degli spostamenti negli orari di punta, per esempio facilitando lo smart working; aumentare i parcheggi di scambio e adottare livelli adeguati di costo/orario dei parcheggi a pagamento.
  • Migliorare la sicurezza ed estendere le reti di piste ciclabili e di percorsi pedonali per mettere a sistema aree pedonali, spazi di sosta per le biciclette, bike sharing e nodi di scambio intermodali.
  • Vietare, entro il 2030, la circolazione nei centri abitati alle automobili con motori a combustione interna (diesel e benzina).
  • Promuovere l’elettrificazione, comprese le infrastrutture di ricarica, l’uso dei biocarburanti sostenibili e dell’idrogeno verde per la mobilità urbana.
  • Riorganizzare la logistica della distribuzione urbana delle merci con sistemi e modalità efficienti e coordinate e con veicoli a emissioni zero.

Le città italiane finora aderenti sono così distribuite sul territorio nazionale: Liguria (Genova), Piemonte (Torino, Valenza), Valle d’Aosta (Aosta), Lombardia (Bergamo, Brescia, Caravaggio, Lecco, Mantova, Milano, Saronno, Segrate, Trezzano sul Naviglio), Friuli-Venezia Giulia (Azzano Decimo, Pordenone), Veneto (Belluno, Padova, Tezze sul Brenta), Emilia Romagna (Casalecchio di Reno, Cesena, Ferrara, Formigine, Imola, Parma, Rimini), Toscana (Arezzo, Calenzano, Firenze, Livorno, Lucca, Prato), Marche (Urbino), Lazio (Albano Laziale), Abruzzo (Pescara, Pineto), Campania (Napoli, Pozzuoli, Sorrento), Puglia (Bari, Bisceglie, Crispiano, Ginosa, Noci), Calabria (Cosenza) e Sardegna (Sorradile).

La Carta per la neutralità climatica (pdf)

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