Auto elettrica in Italia, le ragioni di un mercato che non decolla

Le vendite crescono ma molto meno rispetto ai principali Paesi europei. Il prezzo elevato è una delle principali barriere all'acquisto. Gli scarsi incentivi e le criticità delle ricariche. Le tendenze segnalate dallo Smart Mobility Report 2023 dell'Energy & Strategy (PoliMI).

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L’Italia continua a non essere rilevante nel mercato europeo delle auto elettriche.

Il 2022 ha segnato un -15% di vendite rispetto all’anno precedente e anche il primo semestre del 2023, seppure in crescita, mostra un netto divario con altri Paesi Ue che invece hanno accelerato decisamente (si veda Auto elettrica, Germania e Francia stracciano l’Italia nelle vendite).

Intanto si sta ampliando l’offerta di modelli elettrici, ma i prezzi elevati restano una delle principali barriere all’acquisto, così come la scarsa capillarità dei punti di ricarica sul territorio (anche se come vedremo le colonnine sono sempre più numerose) e i tempi eccessivamente lunghi per ricaricare le batterie.

Queste le principali tendenze esaminate nello Smart Mobility Report 2023 realizzato dal Politecnico di Milano (Energy & Strategy – School of Management), presentato ieri, mercoledì 27 settembre.

Per quanto riguarda l’evoluzione del mercato italiano, osserva Simone Franzò, responsabile dell’Osservatorio Smart Mobility dell’Energy&Strategy, “il punto di caduta su cui il Paese atterrerà nei prossimi anni dipenderà in primo luogo dalla capacità del policy maker, comunitario e nazionale, di disegnare un contesto normativo favorevole, ma anche dal contributo che verrà dagli acquirenti di mezzi elettrici, chiamati a cambiare le loro abitudini di utilizzo di un veicolo”.

Quante auto elettriche si vendono

Il mercato globale delle auto elettriche, evidenzia una sintesi del rapporto, è molto cresciuto nel 2022, mentre in Italia è calato del 15%, come detto.

I dati si riferiscono al complesso delle auto plug-in: quelle 100% elettriche e quelle ibride ricaricabili, cosiddette PHEV (Plug-in hybrid electric vehicle).

L’incremento maggiore si è verificato in Cina (+82% rispetto al 2021), davanti a Stati Uniti (+51%) ed Europa (+15%). In alcuni Paesi europei la quota di mercato delle vetture elettriche è già molto elevata: in Germania, ad esempio, è elettrico il 31% delle nuove auto vendute, in Gran Bretagna il 23%, in Francia il 22%, per non parlare dell’89% toccato dalla Norvegia.

In Italia invece non si arriva al 10% del totale delle immatricolazioni.

L’evoluzione dei punti di ricarica

A fine 2022 si stimavano circa 450.000 punti di ricarica ad accesso pubblico installati in Europa, l’86% di tipo “normal charge” (+29% rispetto al 2021) e il resto di tipo “fast charge” (+63% rispetto al 2021).

In Italia il tasso di crescita è in linea con quello europeo: quasi 40.000 punti di ricarica ad accesso pubblico a fine 2022, di cui l’85% per la ricarica “normale” (+41% rispetto al 2021) e il resto per la ricarica veloce (+57%).

Le colonnine ad accesso privato, a partire da quelle residenziali, hanno riscontrato un aumento addirittura più rapido (370.000, +170%), trainato dal Superbonus, arrivando a superare il numero di autovetture in circolazione: situazione destinata purtroppo a peggiorare con la rimodulazione dell’incentivo.

Per favorire la mobilità elettrica, segnala poi l’Energy & Strategy, anche la diffusione delle infrastrutture di ricarica ad accesso pubblico dovrebbe andare di pari passo con la crescita dei veicoli.

Invece, stando agli obiettivi nazionali definiti da Pniec e Pnrr, si prefigura per l’Italia uno scenario al 2030 con un rapporto molto sbilanciato tra punti di ricarica e autovetture elettriche (1 a 40).

Difatti, al ritmo di crescita attuale, i punti di ricarica pubblici passerebbero dai 38.500 di fine 2022 a solo 106.000 nei prossimi 8 anni, salendo fino a 161.000 se si raggiungeranno gli obiettivi del Pnrr, ma anche in questo caso non si avrebbe una copertura adeguata, considerati i 6,6 milioni di veicoli previsti dai nuovi target del Pniec.

Cresce l’offerta di modelli

Intanto, sottolinea il PoliMI, spinta dagli ambiziosi obiettivi di elettrificazione dei produttori, l’offerta di veicoli elettrici in Italia cresce e registra un significativo miglioramento delle prestazioni tecniche.

Nel 2022 si conferma il trend positivo della gamma di automobili full-electric: +31% di modelli (in particolare nel segmento A, citycar, e nell’alto di gamma), con migliori performance, soprattutto dal punto di vista dello sviluppo tecnologico delle batterie.

In media, i modelli lanciati nell’ultimo triennio mostrano un’autonomia superiore del 20% rispetto a quelli del triennio precedente (possono percorrere oltre 350 km) e una notevole contrazione dei tempi di ricarica; la maggioranza dei modelli è abilitata alla ricarica in DC con potenza maggiore di 75 kW, mentre un terzo può usare le colonnine ultra-fast a più di 150 kW.

D’altro canto, il pesante rincaro delle materie prime ha avuto ripercussioni negative sui prezzi di vendita dei veicoli elettrici, riducendone ulteriormente la convenienza, così come il caro energia ha aumentato il costo di ricarica: tra il 5% e il 50% per quella accesso pubblico.

I prezzi sono ancora troppo alti

La sostenibilità e gli incentivi economici sono i fattori determinanti per l’acquisto di un veicolo elettrico, come dimostra l’indagine demoscopica condotta su circa 1.000 utilizzatori di auto elettriche.

Il 53% dei rispondenti considera l’impatto ambientale positivo di questi veicoli come una spinta decisiva alla scelta; per circa un terzo delle persone, sono importanti gli incentivi all’acquisto.

Al contrario, le principali barriere all’utilizzo sono la scarsa capillarità sul territorio delle stazioni di ricarica (insufficiente per il 36% degli intervistati), il prezzo dei veicoli, gli eccessivi tempi di ricarica (per il 24% non compatibile con le proprie esigenze) e il costo stesso della ricarica.

Tre quarti degli intervistati (78%) hanno acquistato il proprio veicolo usufruendo di incentivi, in particolare l’Ecobonus nazionale.

Per quanto riguarda le modalità di ricarica, la maggioranza di quelle effettuate dal campione sono di tipo domestico, anche perché un terzo dei possessori considera le colonnine pubbliche troppo costose.

Una delle barriere principali alla diffusione della mobilità elettrica è il prezzo d’acquisto ancora alto, come conferma l’analisi del Total Cost of Ownership su un periodo di 12 anni, che vede il costo iniziale pesare per circa il 70% sul TCO di un veicolo elettrico contro il 35-50% di uno tradizionale.

Inoltre, l’analisi del TCO per autovetture elettriche, basata sulle abitudini di ricarica e utilizzo di cinque soggetti identificati grazie all’indagine demoscopica, mostra come gli incentivi non siano sufficienti a garantire la necessaria convenienza economica.

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