Da BYD un’auto elettrica da 23mila euro con 400 km di autonomia

È la berlina compatta Dolphin, che il colosso cinese ha per ora immesso sul mercato giapponese con prezzo suggerito di 3,63 milioni di yen.

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La concorrenza cinese nel settore delle auto elettriche avanza anche in Giappone.

Nei giorni scorsi, BYD ha fissato il prezzo suggerito di vendita del suo secondo modello 100% elettrico per il mercato giapponese, la Dolphin: 3,63 milioni di yen, appena più di 23mila euro al cambio corrente.

La Dolphin è una berlina compatta, lunga poco più di quattro metri; la versione standard ha una batteria da 44,9 kWh con autonomia di circa 400 km.

C’è anche una versione long-range con batteria da 58 kWh in grado di percorrere fino a 476 km, che costa 4,07 milioni di yen (appena meno di 30mila euro).

Il Giappone, ricordiamo, ha l’obiettivo di vendere solo auto elettrificate entro il 2035: modelli elettrici “puri” oltre a quelli ibridi plug-in e quelli alimentati da celle a combustibile a idrogeno.

BYD (l’acronimo sta per “Build your dreams”) è una multinazionale tecnologica cinese fondata nel 1995, attiva in diversi settori industriali, tra cui elettronica, batterie, ferrovie. BYD Auto è la sua sussidiaria nel comparto automobilistico, fondata nel 2003 con un focus sui veicoli elettrici.

Con la Dolphin, BYD punta a fare breccia nel mercato auto giapponese, dove tradizionalmente i consumatori preferiscono acquistare marchi nazionali. Non sarà facile crescere rapidamente in una piazza ostica come quella del Sol Levante, dove peraltro continua a essere molto forte la propensione a scegliere veicoli ibridi (ricordiamo che un gigante come Toyota finora è stato molto lento nel seguire la via dell’elettrico).

La Cina intanto sta conquistando fette di mercato crescenti in Europa con le sue auto a batteria, tanto da spingere la Commissione Ue a voler indagare sulle sovvenzioni elargite da Pechino ai costruttori nazionali di veicoli.

Queste sovvenzioni, secondo Bruxelles, distorcono la concorrenza a danno dei marchi europei.

Ma secondo un nuovo studio pubblicato dall’organizzazione indipendente Transport & Environment (TE), si potrebbero produrre in Europa vetture elettriche compatte a non più di 25mila euro, già nel 2025, con un margine di profitto del 4% circa per le aziende.

Ciò presuppone uno scenario favorevole sotto diversi aspetti: costi delle batterie in discesa a 100 $ per kWh e un assetto normativo finalizzato a promuovere la diffusione di auto più piccole ed economiche, ad esempio con un sistema di tasse e incentivi basato sulle prestazioni ambientali (che favorirebbe i modelli più leggeri e di minori dimensioni).

Peraltro, dallo Smart Mobility Report 2023 del PoliMI, emerge che tra le ragioni di un mercato italiano delle auto elettriche che non decolla, spiccano i prezzi di acquisto ancora troppo elevati.

Anche da questo studio quindi si capisce che la Ue deve con urgenza definire una forte politica industriale automotive, allo scopo di sostenere le produzioni made in Europe di veicoli elettrici maggiormente accessibili per il grande pubblico.

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