Batterie per i veicoli elettrici, in arrivo norme Ue sull’obbligo di dichiarare l’impronta di CO2

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In consultazione fino al 28 maggio due regolamenti che obbligano i produttori interessati al mercato europeo a indicare l'impatto emissivo durante l'intero ciclo di vita degli accumulatori.

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L’Unione europea prova a proteggersi dall’import di batterie ad alta impronta di carbonio.

Sono in arrivo nuove norme che obbligheranno i produttori che intendano esportare in Europa i propri accumuli elettrochimici (principalmente batterie destinati al mercato delle auto elettriche) a fornire informazioni sull’impatto emissivo durante tutto il ciclo di vita.

Fino al 28 maggio sono in consultazione due regolamenti con i rispettivi allegati (link in basso), uno sulla metodologia per il calcolo dell’impronta di carbonio delle batterie per veicoli elettrici e l’altro sul format della dichiarazione che le imprese dovranno utilizzare per dichiarare l’impronta delle loro batterie, misurata come kg di CO2 equivalente per ogni kWh di energia fornita durante la vita utile prevista.

Una sorta di meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), lo strumento introdotto da Bruxelles per imporre un prezzo equo al carbonio emesso durante la produzione di beni  che entrano nell’Ue e per incoraggiare una produzione industriale più “pulita” nei Paesi terzi.

Entrambi i regolamenti dovrebbero entrare in vigore entro la fine dell’anno e fanno seguito al Regolamento sulle “batterie green” 2023/1542, approvato nell’estate 2023 nell’ambito della Strategia Ue per la mobilità sostenibile.

Oltre a introdurre una dichiarazione e un’etichetta dell’impronta di carbonio per gli accumuli, il regolamento definisce importanti obiettivi di recupero dei minerali critici: litio 50% al 2027 e 80% al 2031; cobalto, rame, piombo e nichel 90% al 2027 e 95% al 2031.

Il documento istituisce anche il “passaporto digitale”, contenente tutte le informazioni rilevanti per batterie per mezzi di trasporto leggeri, batterie industriali con una capacità superiore a 2 kWh e batterie per i veicoli elettrici, per consentire il tracciamento di ogni prodotto lungo l’intero ciclo di vita.

Batterie, un settore strategico

Il mercato delle batterie assume una dimensione strategica in Europa, legata soprattutto alla diffusione delle auto elettriche. Ed è questo il motivo per cui Bruxelles sta accelerando sulla regolamentazione.

Secondo un’analisi del Parlamento europeo, entro il 2030 saranno almeno 30 milioni i veicoli elettrici immessi sulle strade dell’Ue. A fine decennio la domanda globale di batterie potrebbe aumentare di 14 volte e il fabbisogno per i Paesi dell’Unione potrebbe arrivare a rappresentare il 17% della domanda totale.

Come sappiamo, la produzione di accumuli dipende fortemente dalle importazioni di materie prime critiche e in particolar modo quelle di cobalto, litio, nichel e manganese, metalli ad impatto ambientale e sociale molto elevato.

Per contrastare la violazione dei diritti umani connessi ai processi produttivi e garantire batterie più etiche, le nuove regole obbligano i produttori a tenere comportamenti virtuosi, con standard stringenti legati all’approvvigionamento, alla lavorazione e al commercio.

La Cina nel mirino

Bruxelles non fa alcuna menzione specifica, ma è chiaro che il regolamento sorga principalmente in ottica anti-cinese. Il gigante asiatico domina oggi il mercato delle batterie ed è in grado di offrire prodotti a basso costo, spesso aggirando le regole.

E proprio nei delicati rapporti Bruxelles-Pechino sulla trasparenza si inserisce l’ultima indagine avviata dalla Commissione europea lo scorso ottobre, su input del governo francese, sui sussidi cinesi ai veicoli elettrici esportati nel nostro Continente.

Per l’esecutivo Ue rappresenterebbero una concorrenza sleale verso i produttori europei. Valdis Dombrovskis, commissario per il Commercio, ha detto a Politico che l’Unione potrebbe introdurre dazi sulle importazioni “prima dell’estate”.

Di contro, per stimolare l’industria manifatturiera comunitaria, a dicembre scorso la Commissione europea ha annunciato che fornirà finanziamenti aggiuntivi fino a 3 miliardi di euro per tre anni con l’obiettivo di generare “ricadute positive sull’intera catena del valore delle batterie europee e sostenere l’assemblaggio di veicoli elettrici in Europa”.

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