Auto elettrica, Germania e Francia stracciano l’Italia nelle vendite

A giugno le immatricolazioni italiane di auto plug-in sono sotto il 10% del mercato totale, meno della metà rispetto alla media degli altri quattro principali paesi.

ADV
image_pdfimage_print

Per le vendite di auto elettriche, l’Italia è fanalino di coda tra i maggiori paesi europei, ampiamente superata da Germania, Francia, Regno Unito, Spagna.

È la principale tendenza che emerge dai dati sul mercato auto di giugno, pubblicati oggi dalle associazioni del settore (Acea, Unrae).

Nel complesso, giugno 2023 è l’undicesimo mese consecutivo di crescita delle immatricolazioni (1.265.678), segnando così un +18,7% in confronto a giugno 2022. Guardando al primo semestre 2023, la crescita è del 17,6% in confronto a gennaio-giugno dell’anno precedente, ma siamo ancora giù del 21,8% rispetto al 2019.

L’Italia, in particolare, registra un +9,1% a giugno e un +22,8% nel primo semestre.

Tuttavia, segnala in una nota l’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), le vendite italiane delle auto plug-in sono molto indietro, nel paragone con gli altri principali mercati europei (si veda anche: Auto elettrica, la crescita del mercato italiano è ancora troppo lenta).

In Italia, la quota delle auto elettriche “pure” (BEV: Battery Electric Vehicle) è al 4,4% che sale al 9,8% sommando i modelli ibridi ricaricabili alla presa di corrente (PHEV: Plug-in Hybrid Electric Vehicle).

Ebbene, in Germania le auto 100% elettriche sono al 18,9% del mercato complessivo nel singolo mese di giugno, con le ibride plug-in al 5,7%; Francia e Regno Unito sono sopra il 17% di quota delle elettriche sul totale, mentre i modelli PHEV sono rispettivamente al 9,4% e 7,2%.

Ci batte anche la Spagna, dove le auto elettriche toccano il 5,4% del mercato globale (PHEV 6,4%).

E l’Italia resta all’ultimo posto anche guardando ai dati cumulati del primo semestre 2023, nettamente sorpassata dagli altri paesi; solo la Spagna ha numeri migliori, ma di poco, dei nostri (grafico sotto, la dicitura HEV si riferisce alle vetture ibride non ricaricabili).

Per quanto riguarda i punti di ricarica dei veicoli elettrici, l’Unrae “esprime apprezzamento per l’approvazione, da parte del Parlamento europeo, della proposta di regolamento per la realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi”.

Secondo tale proposta, entro il 2026 ci dovranno essere stazioni di ricarica per le auto, con potenza minima pari a 400 kW (600 kW entro il 2028), ogni 60 km sui principali corridoi stradali trans europei.

Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unrae, evidenzia però che rimane la preoccupazione “per il bando Mase sulle infrastrutture di ricarica extraurbane che, a differenza di quello per i centri urbani, è andato quasi deserto, con soli 6 progetti presentati e nessuno ammissibile: ci auguriamo vengano presto create le condizioni necessarie per consentire a tutti gli operatori di accedere al bando con proposte adeguate”.

Inoltre, si attendono ancora “le norme attuative del Dpcm 4 Agosto 2022, necessarie a beneficiare dei 40 milioni annuali di incentivi per l’acquisto e l’installazione di colonnine di ricarica in edifici residenziali, e quelle relative ai 90 milioni stanziati dal DL 14 Agosto 2020 per imprese e professionisti, per i quali non sono mai state aperte le richieste di accesso ai fondi da parte del Mase”.

ADV
×