Ance: “nuovo Superbonus al 70% per tutti e al 100% per gli incapienti”

Le proposte dell'Associazione nazionale costruttori edili. Si punta a un salto di almeno quattro classi per gli edifici più energivori con ipotesi di mutui verdi garantiti dallo Stato, per finanziare le spese non agevolate.

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Aliquota del 70% per tutti e del 100% solo per gli incapienti, con un orizzonte almeno decennale, mutui verdi per finanziare la quota di spese non agevolata a carico delle famiglie, miglioramento energetico di almeno quattro classi, se tecnicamente possibile, per gli edifici nelle attuali classi E, F e G.

Sono i contorni del nuovo Superbonus tracciati dall’Ance (Associazione nazionale costruttori edili).

Le proposte, scrive il Sole 24 Ore, puntano a dare al Superbonus “un assetto più stabile e sostenibile per le finanze pubbliche”, mantenendo l’attuale sistema di controlli, massimali e asseverazioni.

In particolare, il Superbonus rinnovato dovrà incentivare i lavori di miglioramento antisismico (con salto di almeno una classe) e la riqualificazione energetica di interi edifici condominiali, puntando a un salto di ben quattro classi “in modo da raggiungere i target fissati dall’Europa”, cioè la classe D entro il 2033.

Per gli interventi su interi edifici, l’Ance propone di ripristinare cessione del credito e sconto in fattura.

Restano anche gli incentivi per le case unifamiliari, ma solo se destinate ad abitazione principale.

Come detto, il bonus al 100% sarebbe previsto solo per gli incapienti, cioè i soggetti con reddito calcolato in base al quoziente familiare non superiore a 15mila euro.

L’agevolazione, riporta il quotidiano, “dovrà diventare strutturale o avere una vigenza di lungo periodo (10-15 anni), a partire dal 1° gennaio 2024”.

I contribuenti dovrebbero poter scegliere il periodo in cui fruire la detrazione: 5, 10 o 20 anni.

Per coprire le spese non coperte dall’aliquota “base” del 70%, si propone poi di istituire mutui verdi garantiti dallo Stato, “protetti da un fondo apposito che potrebbe consentire tassi più bassi dei livelli di mercato”.

L’Ance ritiene che con il nuovo Superbonus si potrebbero fare circa 120mila interventi l’anno con un costo di circa 20 miliardi di euro l’anno per lo Stato, di cui 3 miliardi circa per gli incapienti e 17 per i benefici concessi agli altri soggetti.

Le ipotesi su come riformare il Superbonus, ricordiamo, sono diverse.

Nei giorni scorsi, Il Messaggero riportava che il governo starebbe pensando di riportare l’aliquota massima al 110% ma solo per i redditi bassi e i lavori su interi immobili condominiali.

C’è poi una recente proposta di legge che punta a rivoluzionare il sistema dei bonus edilizi, prevedendo un unico bonus del 60% per la riqualificazione energetica e antisismica fino al 2035, da portare al 100% per lavori eseguiti sulle prime case in classe G dai redditi bassi. E con la possibilità, per questi ultimi, di utilizzare sconto in fattura e cessione del credito.

Mentre la Federazione Finco ha proposto di riordinare e semplificare i bonus edilizi fissando un’aliquota fino al 90% per interventi sull’intero edificio e del 50-65% per lavori singoli, con possibilità di usare lo sconto in fattura o la cessione del credito (almeno per alcuni tipi di intervento e di fasce di reddito).

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