Nuovo Superbonus, ipotesi di riportarlo al 110% per i redditi bassi

Con altri paletti su edifici e lavori ammessi alla maxi detrazione fiscale. Il piano allo studio del governo, da finanziare con risorse liberate dal Pnrr.

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Il nuovo Superbonus potrebbe tornare al 110%, ma solo per i redditi bassi e per interventi su edifici condominiali, case popolari e residenze sanitarie assistite.

Sarebbe questa l’ipotesi su cui sta lavorando il governo per cambiare i bonus fiscali per i lavori edili, da finanziare con risorse liberate dal Pnrr (fino a 3 miliardi di euro grazie alla rimodulazione degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza).

Lo scrive Il Messaggero, parlando di un piano di riforma dei bonus energetici “che dovrebbe essere reso noto tra un paio di settimane”.

L’intenzione, si precisa, “sarebbe provare a far risalire l’aliquota dello sconto fiscale anche fino al 110 per cento. Ma non per tutti”.

Tra i paletti del piano del governo, come detto, ci sarebbe la possibilità di usare la maxi detrazione solo per lavori nei condomini, nelle case popolari e nelle Rsa.

Inoltre, il nuovo Superbonus sarebbe indirizzato soltanto ai soggetti incapienti, quindi alle famiglie a basso reddito che non hanno debiti fiscali verso lo Stato dai quali scontare gli importi delle detrazioni. Per loro dovrebbe anche tornare la possibilità di avere lo sconto in fattura.

Un altro paletto dovrebbe riguardare i lavori ammessi all’agevolazione: solo quelli di riqualificazione energetica (con probabile esclusione delle caldaie a gas), senza allargamenti ai lavori edili “normali”

Per le persone che invece hanno “spazio fiscale” per portare in detrazione i lavori, prosegue il Messaggero, “dovrebbero rimanere in vigore le attuali regole e quindi, a partire dal 2024, la possibilità di ottenere una detrazione fiscale del 70 per cento sui lavori di efficientamento energetico”.

Si parla anche di una probabile norma per “salvare” i cantieri già finanziati con il Superbonus 110% e che andrebbero chiusi entro la fine del 2023.

L’ipotesi sarebbe di una proroga di tre mesi per concludere i lavori, ma solo per chi a una certa data avrà completato una certa percentuale degli interventi.

Infine, si sta lavorando anche a una soluzione per gli “esodati” del Superbonus, vale a dire, chi ha avviato i lavori con la maxi agevolazione fiscale ma si è poi trovato senza nessuno disposto ad acquisire i crediti maturati. La soluzione, scrive il quotidiano romano, “potrebbe vedere anche il coinvolgimento della Sace per sbloccare i lavori”.

Ricordiamo che una recente proposta di legge punta a rivoluzionare il sistema dei bonus edilizi, prevedendo un unico bonus del 60% per la riqualificazione energetica e antisismica fino al 2035, da portare al 100% per lavori eseguiti sulle prime case in classe G dai redditi bassi. E con la possibilità, per questi ultimi, di utilizzare sconto in fattura e cessione del credito.

Mentre la Federazione Finco, nei giorni scorsi, ha proposto di riordinare e semplificare i bonus edilizi fissando un’aliquota fino al 90% per interventi sull’intero edificio e del 50-65% per lavori singoli, con possibilità di usare lo sconto in fattura o la cessione del credito (almeno per alcuni tipi di intervento e di fasce di reddito).

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