Nuovo Superbonus, Finco: “aliquote premino i lavori a pieno edificio e redditi bassi”

Le prime considerazioni e proposte per riordinare il sistema dei bonus edilizi, arrivate dalla Federazione industriale che rappresenta prodotti, impianti e servizi per le costruzioni.

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Riordinare e semplificare i bonus edilizi prevedendo un’aliquota fino al 90% per interventi sull’intero edificio e del 50-65% per lavori singoli, possibilità di usare lo sconto in fattura o la cessione del credito (almeno per alcuni tipi di intervento e di fasce di reddito), prevedere incentivi specifici anche per la riduzione dei consumi idrici e il recupero delle acque meteoriche.

Sono alcune delle proposte in tema di agevolazioni fiscali per l’edilizia, presentate nei giorni scorsi dalla Federazione Finco, composta da 40 associazioni e più di 14mila imprese con un focus su efficienza energetica, fonti rinnovabili e più in generale del settore edile.

Il meccanismo dei bonus edilizi potrebbe essere rivoluzionato da una recente proposta di legge, che punta a un unico bonus del 60% per la riqualificazione energetica e antisismica fino al 2035, da portare al 100% per lavori eseguiti sulle prime case in classe G dai redditi bassi.

E con la possibilità, per questi ultimi, di utilizzare sconto in fattura e cessione del credito.

In attesa di capire meglio quali direzioni prenderà il governo sulla materia, Finco ha pubblicato un breve documento con alcune considerazioni, visionato da QualEnergia.it, dove si condivide appunto l’idea di riordinare i bonus edilizi “con il maggiore accorpamento possibile delle aliquote”.

In generale, vi si legge, è necessario garantire equilibrio tra interventi singoli e “a pieno edificio”.

Più in dettaglio, secondo Finco, i lavori sull’intero edificio dovrebbero arrivare a una detrazione dell’80-90% con un miglioramento di almeno due classi energetiche, mentre per i singoli interventi andrebbero mantenute le detrazioni del 50-65% attuali.

C’è poi una proposta che riguarda l’installazione dei serramenti.

L’ipotesi è istituire un “doppio binario con un recupero della detrazione in 3 anni per interventi fino a 20mila euro, e un recupero fino a 10 anni per interventi fino all’importo massimo attualmente previsto di 60mila euro”.

In merito alla trasmittanza termica, secondo le associazioni “si tratta una scelta tecnico-politica, non solo tecnica, e come tale dovrebbe rimanere, senza arrivare alla richiesta di prestazioni eccessive, il cui costo-beneficio potrebbe non essere bilanciato”.

Inoltre, in questo momento, il problema “non è la trasmittanza dei serramenti, già molto performante, quanto, per esempio, la capacità tecnica dei posatori che incide molto sulle prestazioni dei serramenti”.

Pertanto si suggerisce di prevedere “una maggiore aliquota di detrazione o un minore tempo di recupero fiscale, anche a fronte di importi più elevanti, nel caso in cui gli interventi vengano eseguiti in conformità alla norma UNI 11673 parti 1, 2, 3 e 4”.

Inoltre, andrebbero riportati al 65% sia gli incentivi per “finestre comprensive di infissi” sia quelli per le schermature solari, anche se non trainati dai lavori principali.

Si propone poi definire bonus mirati per le seguenti soluzioni e tecnologie:

  • impianti e sonde geotermici
  • teleriscaldamento efficiente
  • riduzione dei consumi idrici e raccolta/riutilizzo di acque meteoriche.

Per quanto riguarda gli edifici condominiali, “dovrebbero essere consentiti quorum che facilitino decisioni nelle assemblee condominiali con possibilità di prestiti garantiti, oltre che di sconto in fattura, per i cittadini incapienti”.

Altra proposta è ripartire le detrazioni in un periodo da 3 a 10 anni o, eventualmente, in tempi più brevi, sempre a scelta del contribuente, per interventi di basso importo.

Sarebbe anche molto importante prevedere incentivi per l’installazione e sostituzione dei contabilizzatori di acqua e calore.

Inoltre, a parità di aliquota di detrazione, “è necessario garantire lo sconto in fattura solo per alcune categorie di cittadini particolarmente disagiate con reddito Isee fino a 30.000 euro”.

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