Scenario energetico Italia: al 2050 sarà low carbon e a trazione elettrica

Deloitte propone lo scenario per un’economia a basse emissioni di CO2 nel nostro paese: gli sforzi maggiori sono attesi nei trasporti e nella produzione energetica. Investimenti stimati in circa 9 miliardi di € l’anno per le rinnovabili, le misure di efficienza e i sistemi di accumulo.

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Per costruire un’economia a bassissime emissioni di CO2, in linea con la Roadmap 2050 europea, l’Italia dovrà compiere uno sforzo enorme di “pulizia” del suo mix energetico – la sempre più citata decarbonizzazione – soprattutto nell’ambito dei trasporti.

Come evidenzia uno studio pubblicato in questi giorni da Deloitte (documento completo allegato in basso), le emissioni italiane nel 2050 dovranno essere comprese tra 26-104 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti, rispetto a 416-418 MtCO2 registrate nel 2014.

La domanda quindi è: quale dovrà o potrà essere il modello energetico del nostro paese tra poco più di trent’anni?

Al momento le emissioni energy-related di gas serra, osserva Deloitte, rappresentano l’80% circa del totale, come riassume il grafico qui sotto con i contributi inquinanti di ogni settore.

Partiamo allora dai trasporti: secondo le analisi della società di consulenza, l’Italia nel 2050 si muoverà sostanzialmente con l’elettricità.

Tutte le auto e moto in circolazione, in particolare, dovranno essere alimentate esclusivamente dalle batterie, obiettivo che ai nostri occhi sembra veramente difficile da raggiungere, considerando la lentezza con cui l’Italia sta abbracciando la mobilità elettrica (articolo di QualEnergia.it sui ritardi per le infrastrutture di ricarica).

Pure il trasporto merci leggero dovrà essere elettrificato, con almeno il 70% di furgoni e camioncini a zero emissioni; le merci pesanti, invece, dovranno spostarsi perlopiù su ferro e per la quota restante su TIR con motori a gas naturale.

Il grafico sotto mostra l’andamento previsto di consumi energetici ed emissioni nel periodo 2014-2050, che dovranno ridursi, rispettivamente del 57 e 84% alla metà di questo secolo, con un crollo della dipendenza petrolifera nei trasporti, dal 92% attuale ad appena il 6% nel 2050.

Per quanto riguarda il settore residenziale e dei servizi, la ricetta-Deloitte di efficienza energetica include:

  • Ristrutturazione “profonda” del 60-65% degli edifici
  • 100% illuminazione LED
  • Elettrificazione spinta ai massimi livelli: pompe di calore per riscaldamento e acqua calda sanitaria, cucine a induzione. Consigliamo su questo aspetto l’articolo di QualEnergia.it sui possibili rischi di una simile strategia se questa non passerà prima attraverso una profonda decarbonizzazione del settore elettrico.

Considerando anche gli interventi di efficienza negli altri settori, soprattutto nell’industria, il panorama energetico nazionale dovrebbe cambiare come sintetizza il grafico seguente. In particolare, chiarisce Deloitte, la quota di energia elettrica nei consumi finali dovrebbe balzare dal 22 al 53% circa.

Lo schema qui sotto, invece, sintetizza come il settore elettrico dovrà aumentare la produzione, riducendo le emissioni ai valori minimi consentiti dalle tecnologie disponibili e prevedibili, pari a 35 grammi di CO2/kWh.

L’Italia dovrà aggiungere fino a 143 GW di potenza rinnovabile, soprattutto eolica e solare FV, per produrre complessivamente circa 400 TWh di elettricità pulita (intorno al 90% del totale), riducendo la capacità termoelettrica da 64 a 24 GW e utilizzando il gas naturale solo per la modulazione dei consumi.

Ovviamente, un simile percorso di elettrificazione modificherebbe le curve di domanda energetica giornaliera e stagionale, richiedendo di conseguenza un notevole incremento dei sistemi di accumulo per fronteggiare i picchi di consumi non coperti dalla produzione.

Lo storage stagionale, scrive Deloitte, dovrebbe costituire il 2-5% dell’energia, per utilizzare in inverno l’eccesso produttivo dei mesi estivi (soprattutto da FV), tramite tecnologie come il power to gas e l’idrogeno.

Invece l’accumulo giornaliero/settimanale dovrebbe ammontare al 10-20% dell’energia, da garantire con sistemi di stoccaggio come le batterie e le applicazioni vehicle to grid e home to grid, attraverso le reti elettriche intelligenti digitali che permettono di gestire la domanda delle singole utenze.

Per quanto riguarda gli investimenti, infine, Deloitte li stima in circa 9 miliardi di  euro l’anno, quindi 220-335 mld cumulativi ripartiti come suggerisce la torta qui sotto.

Ciò consentirebbe, tra l’altro, di risparmiare 400-600 miliardi di euro in totale dal 2016 al 2050 per minori importazioni di combustibili fossili ed energia elettrica.

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