Big data ed energia, nuove sfide e grandi opportunità

La disponibilità di volumi enormi di dati, combinata all'intelligenza artificiale e alle transazioni blockchain, sta rivoluzionando il mondo dell'energia, mettendo al centro il consumatore, anche grazie alla diffusione di generazione distribuita, storage e domotica. Ne abbiamo parlato in una tavola rotonda tra regolatori, aziende e consumatori.

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Uno scenario che pochi anni fa era fantascienza ora è realtà: parliamo della disponibilità enorme di dati in tempo reale e a costi minimi che sta già rivoluzionando il mondo dell’energia.

Un cambio di paradigma nel sistema elettrico che, in maniera complementare all’avvento dei prosumer, cioè gli utenti che sono anche produttori di energia, mette al centro del sistema il consumatore.

Tra sistema elettrico e utenze il flusso di informazioni sarà sempre meno unidirezionale e dal centro (rete e produzione) alla periferie (chi usa l’energia) e sempre più bidirezionale e a rete.

Ingredienti di questa rivoluzione: i nuovo contatori intelligenti, la cosiddetta internet delle cose o IoT e le sue applicazioni domotiche, ma anche le riforme dei mercati elettrici in via di definizione, che aprono alla domanda e alla generazione distribuita la fornitura di servizi alla rete.

Se ne è parlato il 14 giugno a Roma in una tavola rotonda sul tema, tenutasi nell’ambito del convegno di I-Com sul nuovo report dedicato all’innovazione nell’energia, moderata da I-Com e QualEnergia.it

Quella che abbiamo davanti, è emerso dall’incontro, è, per usare le parole usate da Andrea Peruzy, presidente ed amministratore delegato di Acquirente Unico, che ha aperto la discussione, “una nuova rivoluzione industriale” che offre molte opportunità per rilanciare l’economia e consentire un uso più efficiente delle risorse.

“Una sfida di sistema” che per essere affrontata deve coinvolgere politica, regolatori e aziende, tutti rappresentati nell’ambito dell’incontro.

Si tratta infatti di mantenere un equilibrio: le evidenti opportunità offerte dal mettere in circolazione questa valanga di dati vanno colte minimizzando i rischi per la sicurezza e la privacy, mentre, per coinvolgere il consumatore, lo si deve informare correttamente, rendendo chiaro il trade-off tra cessione dei dati e vantaggi che può ricavarne, in termini di risparmio economico o miglioramento del servizio.

Il tesoro del SII e la povertà energetica

Un tesoro per questa rivoluzione, è emerso nel corso del dibattito, può essere il Sistema Informativo Integrato (SII), alimentato dai contatori di nuova generazione, che nel disegno dell’Autorità riveste il ruolo di interfaccia unica per la messa a disposizione delle misure, configurandosi come l’hub centrale che detiene le anagrafiche, i dati di misura certificati e lo storico delle operazioni commerciali.

“L’enorme patrimonio informativo del SII nei prossimi anni aumenterà nella numerosità e nella granularità dei dati trattati: si passerà da circa 500 milioni a oltre 7.000 miliardi di dati di misura all’anno”, ha spiegato Peruzy.

“Avendo a disposizione questo enorme patrimonio informativo – ha sottolineato – anche un soggetto pubblico può fare innovazione: non si può non utilizzare gli analytics per dimensionare i fenomeni e trattare i consumatori stessi come massa indistinta”

Campo di applicazione più immediato è quello della povertà energetica: “si può e si deve individuarne i profili, le dimensioni, le sfumature interne per poter scegliere gli strumenti di policy più efficaci per contrastarla.”

Quanto alla proposta lanciata da I-com di introdurre un meccanismo di erogazione automatica tramite il SII del bonus energetico (oggi sfruttato solo da circa un terzo degli aventi diritto), per l’ad di AU  “rappresenta sicuramente un’innovazione efficace che possono introdurre le istituzioni” e ha aggiunto “peralto il MiSE già sta lavorando in questa direzione.”

Un universo di possibilità

L’erogazione automatica del bonus per gli utenti in difficoltà è però solo la più semplice delle applicazioni possibili dei big data in campo energetico.

Come si legge anche nel rapporto I-Com, la massa enorme di dati che sarà disponibile, infatti, sarà gestita con le nuove tecnologie dell’intelligenza artificiale e sfruttata su mercati basati su transazioni in blockchain, la tecnologia informatica dietro alle monete informatiche come il bitcoin, che permette scambi sicuri tra pari, senza bisogno di una “banca” centrale che li garantisca.

Una delle start up sedute al tavolo, Nectaware, rappresentata da Michele Carrelli Palombi, ha spiegato ad esempio di come la sua società stia lavorando a un software, che, analizzando i diversi fattori, dal clima al calendario, al traffico e molti altri ancora, riesce a fare previsioni precise dell’andamento dei consumi lato utente, molto utili in una prospettiva di servizi di gestione della domanda o demand side management (DSM).

Come abbiamo raccontato in diversi articoli, sono ormai diverse le esperienze di reti di prosumer che, grazie alla blockchain, riescono a scambiarsi l’energia tra loro e/o a fornire servizi alla rete aggregandosi.

Soluzioni che saranno valorizzate con il cambiamento del mercato elettrico in atto, che permetterà ai consumatori di parteciparvi assieme, ammettendo ai mercati dei servizi di rete la domanda, lo storage e la generazione distribuita.

Si pensi alla riforma in atto in Italia per l’MSD o agli indirizzi del nuovo pacchetto europeo sull’energia , che spingono le tariffe verso prezzi dinamici il più possibile vicini al tempo reale.

Formare e tutelare il consumatore

Un panorama che però, accanto ad opportunità, presenta anche rischi e ostacoli: “l’innovazione – ha fatto presente Ilaria Bertini, dell’unità Efficienza Energetica dell’ENEA – ha bisogno di una domanda e nel nostro lavoro abbiamo visto come gran parte della popolazione sia ancora poco cosciente delle possibilità offerte dall’IoT per l’efficienza.”

Come per l’efficienza energetica, “fattore determinante ma non affrontato in quanto a povertà energetica”- ha sottolineato Bertini – vanno quindi rimosse le barriere che lasciano l’innovazione fuori dalle case di chi ne potrebbe beneficiare.

Serve informazione, ma anche semplificazione amministrativa e agevolazioni nell’accesso al credito: da questo punto di vista la rappresentante dell’ENEA ha plaudito alle novità in arrivo sulla cessione del credito ecocobus per gli incapienti (si veda la Manovrina approvata oggi), sulle quali comunque – ha spiegato – “avremo voluto spingere anche di più.”

Tornando ai big data, si è poi affrontata la questione per nulla secondaria della sicurezza informatica e della privacy degli utenti.

“Il consumatore è il soggetto debole e può essere travolto. Manca un quadro generale per tutelare gli utenti e questo quadro non può che essere creato in sede europea”, ha osservato Cristina Barghero, deputata PD in Commissione Attività Produttive.

Insomma, serviranno regole, e il delicato ruolo di chi le dovrà scrivere è stato sintetizzato da Roberto Malaman, direttore Advocacy e Utenti dell’Aeegsi: “il regolatore deve riuscire a guardare avanti senza frenare il cambiamento”.

Un concetto al quale ha fatto eco, ‘dal fronte opposto ‘ Gaetano Pellegrino, di Open Gate Italia, che, facendo notare l’analogia con quanto avvenuto nel mondo delle telecomunicazioni, ha voluto ricordare a tutti che “la domanda non si può comunque ostacolare”.

Il rapporto tra utenti e aziende

I nuovi modelli di business basati su big data e coinvolgimento dell’utente nel mercato, è emerso, presuppongono un rapporto diverso tra aziende e consumatori, con le prime che (si pensi alle utility) non si limiteranno più a vendere commodity, ma dovranno offrire un servizio completo, anche come partner che permette al cliente di agire sui nuovi mercati, come quello dei servizi di rete.

Per stimolare la domanda, “al cliente deve essere reso chiaro il trade-off tra quello che cede, in termini di dati personali, e quello che riceve, in termini di risparmio economico o di qualità del servizio”, ha spiegato Dianamaria Pacchioni, direttrice del settore Innovation and New Business di Enel.

Un concetto ribadito da Renato Pesa di Confcommercio, che ha fatto notare come le innovazioni potranno diffondersi “solo se saranno capaci di mandare segnali di prezzo alle utenze”.

Alla base del rapporto tra consumatore e azienda deve esserci “la fiducia e la garanzia che il cliente sia sempre messo nella condizione di scegliere coscientemente”, ha fatto notare la direttrice di Altroconsumo, Luisa Crisigiovanni.

Sulla necessità di “alfabetizzare” il prosumer per spingere la domanda e di abilitarlo a partecipare ai nuovi mercati è intervenuto infine anche GB Zorzoli, presidente di FREE: “sul lungo temine, cioè nel prossimo decennio – ha spiegato – questo bisogno sarà superato dalla diffusione della tecnologia blockchain e di software che automatizzeranno gli scambi.”

Prima che ciò accada, invece, “un ruolo determinate lo avranno gli aggregatori, che saranno figure terze e avranno tutto l’interesse a informare e coinvolgere il pubblico.”

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