Tecnologie, ricarica e autonomia dei furgoni elettrici refrigerati

Lo sviluppo di furgoni frigo elettrici in Italia è un processo ancora poco esplorato. Alcuni esempi di tecnologie sul mercato.

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Nel processo di elettrificazione dei veicoli commerciali si stanno sperimentando soluzioni anche per gli allestimenti specializzati, come quelli “refrigerati“.

La più frequente critica del settore automotive tradizionale si concentra soprattutto sul come i veicoli commerciali elettrici possano gestire anche una cella frigorifera senza restare privi di batteria, non compromettendo l’autonomia del mezzo.

Abbiamo fatto un approfondimento sul tema per capire l’importanza dello sviluppo dei furgoni refrigerati elettrici in Italia, in particolare riguardo ad alcune caratteristiche tecnologiche di questi mezzi.

La necessità di furgoni frigo 100% elettrici in Italia

I dati sul traffico dei veicoli commerciali leggeri in Italia mostrano che la questione dovrebbe essere studiata con attenzione, in particolare per quanto riguarda i furgoni per le consegne urbane.

Dallo studio Zero Emissions Trucks emerge che in Italia il totale dei veicoli in circolazione per il trasporto merci è di 4,2 milioni di unità, alimentato prevalentemente da carburante diesel. Di questi, l’87% è costituito da veicoli commerciali leggeri inferiori a 3,5 tonnellate.

Nel 2019 i veicoli del trasporto merci su strada hanno contribuito all’emissione di circa 25 milioni di tonnellate di CO2, di cui 10 milioni emessi dai veicoli commerciali leggeri.

Purtroppo, la penuria di documentazione, di esperti e di casi studio, in grado di spiegare come dovrebbe essere la più efficiente tecnologia dei furgoni refrigerati 100% elettrici, dimostra che in Italia la questione è ancora poco esplorata.

Caratteristiche tecnologiche

Finora le soluzioni più comuni proposte hanno riguardato il montaggio di una batteria supplementare sul veicolo commerciale (compromettendo il carico utile del mezzo) o un generatore di bordo a carburante, facendo però perdere al mezzo il suo status di veicolo a zero emissioni.

Dalle informazioni raccolte emerge che, in linea generale, i furgoni refrigerati elettrici più recenti possono essere integrati (progettati e costruiti per essere refrigerati ed elettrici al 100%) oppure trasformati (attraverso l’applicazione di un allestimento frigo). Analizziamoli con qualche esempio.

Furgone elettrico refrigerato integrato

Alkè, un’azienda italiana che produce e vende veicoli elettrici stradali omologati, ci ha spiegato che il loro furgone frigo elettrico (scheda tecnica) con batteria al litio da 20 kWh è in grado di percorrere mediamente dai 100 ai 120 km e può essere ricaricata in 2,5 ore con carica rapida, oppure in 6,5 ore con carica normale.

Invece, quello con batteria al litio da 10 kWh garantisce una percorrenza media compresa tra i 50 e i 60 km e i suoi tempi di ricarica vanno da 1,5 ore, sempre con carica rapida a 3,5 ore con carica normale.

La durata della batteria è stimata in 7-8 anni.

L’impianto di refrigerazione del box è alimentato direttamente dalle batterie del veicolo a 12V/48V durante gli spostamenti su strada, e si connette alla rete 220V quando il veicolo è a riposo (sotto carica) di notte, oppure in caso di soste prolungate lungo il percorso.

Alla nostra richiesta di spiegarci in che modo è possibile monitorare lo stato di carica dei furgoni elettrici refrigerati, per gestirli al meglio ed evitare interruzioni del servizio, Alkè ha risposto che, oltre all’indicatore di carica della batteria trazione, visualizzato nel display posizionato sul cruscotto del veicolo, è possibile equipaggiare il mezzo con un Vehicle Body Computer.

Si tratta di un sistema che consente la geolocalizzazione, la diagnostica e il monitoraggio remoto delle prestazioni e dei consumi dei veicoli, tra cui lo stato della batteria. I dati, che vengono raccolti in tempo reale, sono analizzati attraverso un’apposita interfaccia web su desktop o su mobile.

Il costo di acquisto di un veicolo commerciale di questo tipo parte da circa 35mila euro.

Furgoni elettrici refrigerati trasformati

Zer0° Emission è un esempio di veicolo elettrico allestito per il trasporto refrigerato realizzato dall’azienda italiana Lauri Isotermici, su richiesta di Nissan.

L’azienda ha applicato la trasformazione sul veicolo commerciale Nissan e-NV200 100% elettrico da 40 kWh, con un impianto frigorifero elettrico (Frigo Lamar LMK 1.2) con alimentazione 12V, che può essere fornito anche con alimentatore incorporato per il funzionamento tramite alimentazione elettrica esterna 220V monofase.

Questo impianto è in grado di funzionare durante la marcia del veicolo, oppure durante la sosta, con collegamento alla rete elettrica.

Dopo aver testato il mezzo, la Lauri ha dichiarato che questa trasformazione riduce l’autonomia originale del veicolo del 25% circa e che i costi della trasformazione dei veicoli elettrici sono in linea con quelli normalmente sostenuti per la realizzazione della stessa, su veicoli con motore diesel o a benzina.

Invece, per la trasformazione del furgone elettrico Mercedes-Benz eVito è stato concepito un sistema connesso alla rete di bordo, in grado di usare in maniera intelligente l’energia, con l’aggiunta di una seconda batteria di dimensioni molto contenute.

Questo sistema funziona con tre modalità che garantiscono il raffreddamento durante l’intero processo di consegna: durante la ricarica (l’energia assorbita utilizzata per mantenere la temperatura costante arriva direttamente dalla rete); nel corso dei trasferimenti è la batteria principale a fornirla; nelle soste durante le consegne si attiva la batteria ausiliaria che fa da “tampone” lasciando riposare l’altra.

A settembre 2019, eVito refrigerato è stato utilizzato dall’azienda belga HelloFresh nell’ambito di un progetto pilota di quattro settimane che ne ha verificato l’idoneità all’uso quotidiano, garantendo al massimo 50 consegne urbane per percorso.

I produttori ritengono che questo mezzo, con motore da 150 kW e dotato di una batteria agli ioni di litio da 90 kWh, garantisca un’autonomia di oltre 400 km: un buon risultato se si considera che il loro percorso di consegne urbane quotidiano è stimato in 100-120 km.

HelloFresh ha affermato che durante le consegne ha garantito energia sufficiente per assicurare anche l’alimentazione del sistema frigo, senza rischiare di restare a secco. L’azienda ha deciso di dotare la sua flotta di distribuzione urbana con 7 di questi furgoni.

La ricarica con energia rinnovabile: il caso spagnolo

La catena di supermercati spagnola Alimerka, nel Principato delle Asturie (Nord della Spagna), dal 2012 ha cominciato a dotare la sua flotta di veicoli per le consegne a domicilio, con furgoni refrigerati elettrici.

Parte dell’energia necessaria per alimentare i veicoli proviene da un impianto di ricarica solare presso l’hub logistico di Alimerka, dove nel 2019 sono stati installati 7.500 pannelli fotovoltaici che, soltanto nei primi 12 mesi di attività, ha prodotto più di 1 GWh di elettricità.

Decarbonizzare i veicoli commerciali

In generale la decarbonizzazione dei veicoli commerciali (sia furgoni che camion) è un percorso complesso, come ha spiegato anche Martin Lundstedt, recentemente nominato Direttore della Sezione veicoli commerciali dell’Associazione europea dei produttori di automobili (ACEA).

Secondo Lundstedt il 2022 sarà un anno decisivo per il trasporto merci su strada verso le emissioni zero: “i camion elettrici a batteria sono pronti a mettersi in viaggio in numero sempre maggiore, ma la capacità degli operatori del trasporto di investire in questi mezzi dipenderà dall’infrastruttura di ricarica che oggi manca quasi completamente (vedi anche “La ricarica più conveniente dei camion elettrici“).

Il neodirettore di ACEA ha ricordato come i requisiti delle infrastrutture di ricarica per i camion, soprattutto per i veicoli pesanti, siano completamente diversi da quelli delle autovetture, per posizione, spazio e livelli minimi di potenza erogata.

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