Ricariche notturne in deposito, ricariche giornaliere ad alta potenza nelle aree commerciali e di media potenza nelle piazzole di carico/scarico delle merci in città: sono solo alcune delle raccomandazioni presentate da Motus-E per facilitare la diffusione dei mezzi commerciali elettrici.
Queste indicazioni sono state esposte nei giorni scorsi a Rimini nell’ambito di KEY-The Energy Transition Expo, nel convegno “Veicoli commerciali alla (ri)carica! Elettrificazione del trasporto merci in Italia e sviluppo delle infrastrutture di ricarica” curato da Kyoto Club e Motus-E, nell’ambito del progetto ZET Italia.
A costituire la base di queste raccomandazioni sono stati soprattutto due report di Motus-E dedicati all’elettrificazione del trasporto merci: Roadmap per l’elettrificazione del trasporto merci su strada (pdf) e Le infrastrutture di ricarica per il trasporto merci elettrico (pdf).
Francesco Naso, segretario generale di Motus-E, ha illustrato la situazione del mercato nel nostro paese dei veicoli merci leggeri (categoria N1 < 3,5 t) e pesanti (N2 ed N3 >3,5 t; >12 t), segnata soprattutto da immatricolazioni diesel (colonne nere nell’immagine sotto).
Anche se in minima percentuale, si comincia a vedere dal 2019 al 2023 una componente crescente di immatricolazione di veicoli commerciali elettrici (colonne verdi nell’immagine) tra i soli mezzi leggeri.
Per facilitare la diffusione dell’utilizzo di veicoli commerciali 100% elettrici, Naso ha poi affrontato il tema del necessario sviluppo delle relative infrastrutture di ricarica, ribadendo alcune raccomandazioni rivolte in particolare a operatori della logistica, aree commerciali e Comuni.
Raccomandazioni per gli operatori della logistica
Per cominciare, Motus-E suggerisce agli operatori di ricaricare nel proprio deposito, perché è più conveniente dal punto di vista economico. Propone un sistema che dovrebbe ricaricare i mezzi nelle ore notturne, da 7-22 kW in AC oppure 50-150 kW in DC e che dovrebbe avere un impianto dimensionato in base al numero di veicoli elettrici rimessi nel deposito.
Altri sistemi di ricarica, come quella pubblica, sono più costosi per gli operatori ma attraverso appositi accordi con i fornitori è possibile ricaricare durante il carico/scarico delle merci a prezzi più vantaggiosi rispetto a quelli pubblici.
Motus-E invita comunque gli operatori a fare un’attenta analisi della tratta giornaliera e della capacità della batteria del veicolo, a scegliere il mezzo elettrico più adatto alle necessità delle loro operazioni, così da ridurre il costo totale di proprietà (TCO) del singolo veicolo.
Sempre agli operatori di logistica si suggerisce la possibilità di offrire a terze parti la ricarica ad alta potenza in deposito durante le ore di operatività dei propri mezzi.
Raccomandazioni per le aree commerciali
Una raccomandazione rivolta alle aree commerciali (centri logistici) consiste invece nella messa a disposizione di uno o più punti di ricarica ad alta potenza (almeno 100 kW) utilizzabile durante le operazioni di carico e scarico. Ciò può facilitare l’adozione di mezzi elettrici da parte dei trasportatori partner con vantaggi sugli indici di sostenibilità della filiera.
La richiesta del nodo logistico di installare impianti di ricarica implica la preesistenza di un POD, per il quale sarà necessario un aumento di potenza, per poter sostenere la ricarica dei veicoli. L’utilizzo del POD preesistente consente di sfruttare un costo €/kWh più vantaggioso di quello in ambito pubblico.
Raccomandazioni per i Comuni
Contestualmente alle politiche di restrizioni alla circolazione di veicoli inquinanti (vedi anche Elettrificazione del trasporto merci in città: consigli, difficoltà e soluzioni), Motus-E consiglia ai Comuni di cominciare a realizzare degli hub pubblici condivisi, aree pubbliche in cui sono presenti stazioni di ricarica in corrente continua con potenze comprese tra 50 e 150 kW (media potenza) per singolo punto di ricarica.
In queste aree, la ricarica è prevista durante le fasi di consegna o di rottura del carico (cioè quando la merce viene scaricata e ricaricata su un altro vettore). In particolare, i punti di ricarica su suolo pubblico o privato ad accesso pubblico devono essere dedicati solo ai veicoli merci, data l’impossibilità di poter conciliare le necessità operative con l’incertezza di disponibilità dei punti di ricarica.
Per la localizzazione degli hub, Motus-E dice che si necessita di: un’analisi coordinata tra Comuni e/o con associazioni di imprese locali; dai 4 ai 6 punti di ricarica in corrente continua, almeno da 100 kW ciascuno, scalabile all’aumentare del numero dei veicoli; spesso la potenza richiesta comporta una connessione in media tensione, che può implicare la richiesta di un nuovo POD.
La realizzazione degli hub può contribuire anche a non far cadere sugli operatori tutto l’investimento e tutto l’impegno di dover infrastrutturare i propri depositi.
I Comuni – secondo Motus-E – dovrebbero anche armonizzare le regole di accesso per permettere agli operatori di pianificare i loro investimenti e spingerli a elettrificare una parte della loro flotta aziendale.
Inoltre si suggerisce la riqualificazione di aree comunali da dedicare a nodi di ricarica lungo il percorso; sistemi di scontistica sulla ricarica; incentivi all’infrastrutturazione dei depositi; servizi di sharing di veicoli commerciali elettrici.
La semplificazione delle procedure per l’installazione di infrastrutture pubbliche ad alta potenza anche lungo le arterie autostradali è un’ulteriore indicazione. Si tratta di stazioni di ricarica in corrente continua, destinate esclusivamente ai long haul (spostamenti a lungo raggio), usufruibili durante il riposo obbligatorio. In questo caso, le aree di ricarica devono essere dimensionate tra i 300 kW e 1 MW ed essere localizzate in punti territoriali strategici.
- Le slide di Motus-E (pdf)