La svolta anti Green Deal del Ppe inciampa sulla legge per il ristoro della natura

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Nel voto odierno al Parlamento europeo non passa la svolta a destra dei Popolari, che volevano respingere la proposta della Commissione Ue.

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Il voto sulla direttiva sulle emissioni delle industrie ha segnato ieri, 11 luglio, una vittoria per il Partito popolare europeo, spostato su posizioni anti-ambientaliste per accattivarsi il mondo dell’agricoltura e le destre in vista delle elezioni comunitarie del 2024.

Oggi questa strategia, che aveva portato attriti nello stesso partito, ha invece subito un duro colpo, con la sconfitta su un altro provvedimento del Green Deal che si votava oggi, la legge sul ristoro della natura.

Il Ppe, appoggiato da Conservatori e riformisti europei, dall’estrema destra di Identità e Democrazia e da alcuni membri del gruppo liberale Renew Europe, non è stato in grado di raccogliere una maggioranza per votare contro il disegno di legge arrivato da Bruxelles.

Con 312 voti favorevoli, 324 contrari e 12 astenuti, non è infatti passata la posizione del Ppe per respingere la proposta della Commissione.

Grazie a una coalizione di Socialisti e Democratici, Sinistra, Verdi e Renew Europe, il Parlamento ha invece adottato una sua posizione sulla legge, con 336 voti a favore, 300 contrari e 13 astensioni.

La Nature Restauration Law

Alla sfida in plenaria si era arrivati dopo che nella commissione Envi (per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare) non si era trovata una maggioranza sulla proposta.

Con la premessa che oltre l’80% degli habitat europei è in cattive condizioni, la proposta della Commissione prevede di adottare misure non solo per preservare ma anche per ripristinare la natura, fissando obiettivi e obblighi vincolanti per un’ampia gamma di ecosistemi terrestri e marini. Obiettivo: ripristinare almeno il 20% degli ecosistemi degradati entro il 2030.

La relazione adottata oggi dagli eurodeputati, avvicina la posizione del Parlamento a quella adottata dagli Stati membri il mese scorso, mentre non sono passati gli emendamenti per alzare al 30% il target.

Ppe e conservatori, nella loro campagna per stralciare la legge, avevano sostenuto che gli obblighi a ripristinare gli ecosistemi distruggerebbero i mezzi di sussistenza degli agricoltori, metterebbero a rischio la sicurezza alimentare e bloccherebbero nuovi progetti nelle rinnovabili.

Dal mondo delle Fer, al contrario, si sono levate voci a favore della proposta della Commissione per il ristoro degli ecosistemi, come quella di Wind Europe che ha smentito che la legge minacci la crescita delle energie pulite.

L’accordo sulla Nature Restauration Law raggiunto dal Consiglio Ambiente, ricordiamo inoltre, prevede eccezioni per i progetti Fer, per i quali si ribadisce la presunzione di interesse pubblico prevalente.

Weber, von der Leyen e lo sguardo a destra del Ppe

La sconfitta del Ppe nel boicottare la legge è anche una questione “domestica” per il gruppo politico europeo.

La decisione di respingere la proposta, aveva fatto parlare di possibili contrapposizioni tra il leader del gruppo Ppe al Parlamento, Manfred Weber, e la compagna di partito Ursula von der Leyen, presidente della Commissione.

La maggioranza “Ursula” attuale, ricordiamo, è sostenuta da Socialisti e democratici, Renew Europe e Ppe, con i Verdi quarto membro non ufficiale della coalizione: il Green Deal è stato il collante che ha aiutato von der Leyen a unire destra e sinistra del Parlamento.

Il Ppe, di cui fanno parte partiti come Forza Italia, però, è sempre stato tiepido verso le politiche ambientaliste europee.

Ora von der Leyen ha bisogno di tutto il sostegno della sua famiglia politica, per ambire a un secondo mandato dall’anno prossimo, mentre Weber sembra usare la legge sul ripristino della natura come prova per una potenziale alleanza di destra con i Conservatori e riformisti europei e i nazionalisti, in vista delle elezioni europee del 2024.

La posizione del Ppe sulla Nature Restauration Law, come quella sulla direttiva emissioni industriali, segnano cioè una proiezione dei Popolari europei verso una nuova era, in cui puntano a governare con le destre. Vedremo se e che conseguenze avrà per il futuro del partito lo smacco subito oggi.

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