Sussidi fossili, tasse sull’energia, emissioni: gli impegni del commissario Ue per il Clima

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I punti più interessanti nell'audizione dell'olandese Wopke Hoekstra al Parlamento europeo. Confermato il sostegno a tutti gli obiettivi climatici attuali, auto comprese, ma emergono alcune risposte vaghe e senza misure concrete.

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Molto attento a difendere le ambizioni comunitarie, confermando gli obiettivi del Green Deal, senza però annunciare misure precise per il suo prossimo mandato da commissario Ue per il Clima.

L’audizione al Parlamento europeo dell’olandese Wopke Hoekstra (nella foto, fonte EP), è stata un esercizio di equilibrio diplomatico per accontentare il maggior numero possibile di schieramenti politici, come ha fatto anche il commissario designato all’Energia, il danese Jørgensen, ad esempio legittimando il ruolo del nucleare, oltre a spingere sulle fonti rinnovabili e sulla necessità di ridurre i costi energetici per famiglie e imprese.

Hoekstra, ricordiamo, era stato nominato commissario per il Clima nel primo esecutivo Ue guidato da Ursula von der Leyen, a ottobre 2023, dopo le dimissioni del connazionale Frans Timmermans (il “padre” del Green Deal).

La sua candidatura aveva suscitato molte perplessità, soprattutto tra verdi e socialisti, a causa dei suoi passati incarichi in Shell e McKinsey e per le sue posizioni conservatrici sui temi ambientali nell’ambito del partito popolare europeo, di cui fa parte.

Parlando ieri agli eurodeputati, si legge in una nota, Hoekstra ha da un lato sottolineato la necessità di attuare tutta la legislazione climatica attuale, dall’altro ha riconosciuto le legittime preoccupazioni delle aziende e dei cittadini sui costi per raggiungere gli obiettivi green, evidenziando che la transizione deve essere “giusta”.

In particolare, si è impegnato a presentare una proposta legislativa per fissare un target per ridurre le emissioni nette di CO2 del 90% nel 2040, oltre a lavorare per eliminare gradualmente i sussidi ai combustibili fossili finanziati dal bilancio dell’Ue.

Sul tema, testualmente, Hoekstra ha affermato: “Farò del mio meglio per assicurarmi di affrontare ogni aspetto dei sussidi ai combustibili fossili, dato che si tratta di un importo enorme e distorce il quadro generale per il clima, ma anche per le aziende. Ciò che posso fare direttamente, e in questo caso posso darti una promessa concreta – rivolgendosi alla deputata verde austriaca Lena Schilling – è tutto ciò che è collegato al bilancio europeo. Questo è ovviamente soggetto a ciò che ne pensano anche i colleghi, ma in questo caso ho il potere diretto di spingere per la mia opinione”.

Altro impegno è presentare entro i primi cento giorni un Clean Industrial Plan per supportare le industrie europee nella transizione verde. “Dobbiamo rafforzare l’azione per il clima e sono fermamente intenzionato a mantenere la rotta”, ha detto.

Hoekstra ha anche parlato della tassazione energetica. “Credo fermamente nella ‘tassazione verde’ e sono profondamente convinto che […] possa supportare gli obiettivi di una transizione pulita”, ha dichiarato nel suo discorso introduttivo, aggiungendo che “spero di chiudere, con il vostro aiuto, i negoziati sulla direttiva per la tassazione dell’energia”.

Sul fronte delle auto, come già fatto dal commissario designato ai Trasporti, il greco Tzitzikostas, Hoekstra ha confermato i target per la riduzione delle emissioni al 2025 e 2035, quando scatterà il bando effettivo alla vendita di nuove auto con motori termici (il regolamento Ue, infatti, prevede l’azzeramento delle emissioni allo scarico).

Nel rispondere poi a una domanda di Silvia Sardone (Lega/gruppo “Patrioti per l’Europa”) sul ruolo dei biocarburanti, Hoekstra ha affermato che “ne servono di più, in particolare in molti altri settori, ma non credo che ora possiamo rivedere gli impegni che abbiamo preso, che questo Parlamento ha preso, su come progredire con l’industria automobilistica”.

In sostanza, resta l’apertura Ue al possibile uso di carburanti sintetici di origine rinnovabile (e-fuel), ma non alla completa neutralità tecnologica chiesta dall’Italia per contare, ai fini del regolamento Ue sulle auto, anche sui biocarburanti.

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