Prezzi, rinnovabili, nucleare: cosa vuole fare il nuovo commissario Ue all’Energia

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I punti salienti dell'audizione del danese Dan Jørgensen: massima priorità abbassare i costi energetici con l'impegno a fissare un target vincolante per le fonti green al 2040. La commissaria all'Ambiente punta su economia circolare, resilienza idrica e lotta alle sostanze chimiche nocive.

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Abbassare i prezzi dell’energia per famiglie e imprese, fissare un obiettivo vincolante per le rinnovabili al 2040, impegno a presentare una strategia Ue sulla geotermia, riconoscimento del ruolo del nucleare (ma senza assicurare nuovi fondi europei per il settore).

Questi alcuni dei passaggi più importanti dell’audizione di ieri, martedì 5 novembre, del danese Dan Jørgensen, commissario Ue designato all’Energia (nella foto).

La sua massima priorità è ridurre i prezzi energetici, evidenzia una nota del Parlamento Ue che riassume l’audizione, perché, ha sottolineato, le aziende europee pagano due o tre volte di più per l’energia rispetto ai loro concorrenti negli Stati Uniti e in Cina, mentre il 10% degli europei non è in grado di riscaldare adeguatamente le proprie case durante l’inverno.

In tema di fonti rinnovabili, si è impegnato a promuoverle con autorizzazioni più rapide e misure per espandere le reti, sviluppare interconnettori e installare nuova capacità di accumulo.

Rispondendo alle domande degli eurodeputati (fonte Liveblog dell’agenzia Euractiv), Jørgensen si è poi soffermato più volte sull’energia nucleare, affermando che “sarà parte integrante del mix energetico europeo” e citando le proiezioni della Commissione europea, secondo le quali si scenderà dagli attuali 97 GW di nucleare in Europa a 88 GW nel 2040, per poi crescere nuovamente e tornare ai livelli odierni.

Christophe Grudler di Renew ha chiesto se Jørgensen sia pronto a investire in tutta l’energia che porta alla riduzione della CO2: “Quello che stai chiedendo è se investiremo denaro Ue nel nucleare? Non sarò in grado di prometterlo”, ha risposto il commissario designato.

Tuttavia, ha precisato, “non possiamo raggiungere i nostri obiettivi in ​​Europa senza il nucleare”.

Jørgensen ha anche dichiarato che si impegnerà a presentare una strategia sulla geotermia (ricordiamo che il Parlamento Ue a gennaio 2024 ha approvato una risoluzione con la richiesta di varare una strategia per questa fonte rinnovabile).

Il commissario designato ha anche annunciato un piano europeo per l’edilizia abitativa “accessibile”, sostenuto da una nuova piattaforma insieme alla Banca europea per gli investimenti e da ulteriori finanziamenti dal Fondo di coesione.

Le priorità della commissaria designata per lAmbiente

Sempre ieri si è svolta l’audizione della commissaria designata all’Ambiente, la svedese Jessika Roswall.

Tra le sue priorità, quella di attuare e applicare la legislazione ambientale europea, in particolare il Green Deal. In particolare, rimarca una nota del Parlamento post audizione, si è impegnata a lanciare un pacchetto di economia circolare, che includerà misure per stimolare il mercato unico per i rifiuti e i materiali riciclati.

Roswall ha poi annunciato l’intenzione di lavorare alla revisione della legislazione sulle sostanze chimiche (Regolamento Reach 1907/2006), con un nuovo pacchetto per l’industria del settore da proporre nel 2025. Inoltre, intende affrontare il problema dei cosiddetti “prodotti chimici eterni” (Pfas) per ridurre l’esposizione umana e ambientale a queste sostanze nocive, incluso il divieto di utilizzarli nei prodotti di consumo (ne abbiamo parlato riguardo alle batterie al litio).

Tra le altre priorità, una nuova strategia Ue sulla resilienza idrica con cui affrontare la scarsità d’acqua, soprattutto in agricoltura, migliorare la competitività del settore idrico europeo e mitigare gli impatti del cambiamento climatico.

Eurogruppo e Consiglio Ue su reti e idrogeno

I temi energetici sono stati discussi anche al Consiglio Ue di ieri, 5 novembre, oltre che all’Eurogruppo del 4 novembre, che ha riunito i ministri delle Finanze dei 20 Stati membri che adottano l’euro (in vista appunto del successivo Consiglio con i ministri dei 27).

L’Eurogruppo ha sottolineato la necessità di un maggiore coordinamento a livello Ue per investire nelle fonti rinnovabili e nelle interconnessioni elettriche.

La transizione verso le rinnovabili, si legge nelle dichiarazioni finali, “è in pieno svolgimento, ma la natura intermittente di queste fonti richiede un’ampia gamma di risposte, tra cui investimenti in flessibilità della domanda, stoccaggio e infrastrutture energetiche”.

Le interconnessioni di rete, soprattutto transfrontaliere, “sono cruciali per collegare produttori e consumatori in ampie aree geografiche: un mercato elettrico europeo integrato e flessibile, che colleghi il potenziale rinnovabile alle aree di elevata domanda all’interno dell’Unione, porterà a prezzi più bassi e più stabili, attirerà investimenti privati, ridurrà la necessità di stoccaggio e sussidi pubblici per la produzione di energia”.

Il Consiglio Ue, invece, nelle sue conclusioni ha dedicato un focus sull’idrogeno verde, richiamando la relazione della Corte dei Conti Ue sulla politica industriale europea del settore.

Relazione che, ricordiamo, aveva sollevato diversi punti critici, sostenendo che gli obiettivi al 2030 su produzione e domanda di H2 sono “improbabili da raggiungere”.

Secondo il Consiglio Ue, “l’interconnessione delle reti europee sarà di grande importanza per facilitare il trasporto e lo stoccaggio transfrontalieri dell’idrogeno e per collegare produttori e acquirenti”.

Si esorta pertanto la Commissione a considerare le raccomandazioni della Corte dei Conti europea “e a dare seguito ad azioni coerenti, trovando al contempo il giusto equilibrio tra la garanzia di un vantaggio competitivo per l’industria europea da un lato e la sicurezza degli investitori dall’altro”.

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