I tanti dubbi sul nuovo commissario Ue per il clima

La presidente della Commissione europea ha accettato la nomina dell'attuale ministro olandese degli Esteri, Wopke Hoekstra, con un passato anche alla Shell, al posto di Frans Timmermans. Dovrà essere confermato dal Parlamento: ma cosa diranno socialisti e verdi?

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La proposta nomina dell’olandese Wopke Hoekstra come commissario Ue per il Clima, al posto di Frans Timmermans, continua a far discutere.

Il suo incarico non è cosa fatta al 100%, ma deve essere ancora sentito in audizione dal Parlamento europeo per la conferma, dopo la luce verde di Bruxelles, dove si annuncia un fuoco incrociato di verdi e socialisti, molto critici sulla sua poca esperienza sui temi climatici.

Hoekstra ha anche un passato alla Shell: dal 2002 al 2004, quindi ormai venti anni fa, è stato alla direzione commerciale del colosso petrolifero, poi è passato per alcuni anni alla società di consulenza McKinsey.

A destare timori tra il mondo ambientalista sono le sue posizioni recenti tra le fila più conservatrici del partito popolare europeo, che ad esempio ha cercato di ostacolare la nuova legge europea sul ripristino della natura per assecondare alcune lobby contrarie.

Martedì 29 agosto, Ursula von der Leyen ha deciso di proporre a Consiglio e Parlamento la nomina di Hoekstra per il ruolo che fu di Timmermans e che è stato affidato, in via temporanea, allo slovacco Maroš Šefčovič, classe 1966, socialista, già vicepresidente responsabile delle relazioni inter-istituzionali.

Hoekstra, ha spiegato la presidente della Commissione europea in una nota, diventerà il nuovo titolare delle politiche per il clima, sotto la guida di Šefčovič, che sarà anche vicepresidente esecutivo per il Green Deal.

“La sua esperienza governativa sarà una risorsa importante, in particolare per la diplomazia climatica dell’Europa nel periodo precedente alla CoP28 e per la finanza climatica, nonché per l’attuazione degli strumenti legislativi legati al clima”, ha commentato von der Leyen su Hoekstra.

Non tutti però ne sono convinti. Hoekstra è stato nominato dal governo olandese dimissionario di Mark Rutte per sostituire Timmermans a Bruxelles. Attuale ministro degli Esteri, classe 1975, è un cristiano democratico affiliato al partito popolare europeo.

Timmermans invece ha lasciato l’esecutivo Ue per partecipare alle elezioni politiche in Olanda a novembre, leader della coalizione di centro-sinistra e verdi che punta a sconfiggere Rutte.

Dietro di lui c’è un vuoto difficile da colmare: considerato il padre del Green Deal e delle misure più ambiziose in tema di energie rinnovabili, mobilità elettrica e riduzione delle emissioni di CO2, Timmermans si è defilato in una fase molto delicata per il futuro delle politiche verdi  (L’Europa e il clima alla prova del post-Timmermans: quali scenari?).

“Non sono stato molto entusiasta quando ho saputo della nomina di Hoekstra. Non ha mai mostrato alcun interesse o ambizione riguardo alla politica climatica prima d’ora”, ha commentato all’agenzia Euractiv Mohammed Chahim, vicepresidente dei socialisti e democratici olandesi per il Green Deal europeo.

“È anche problematico – ha aggiunto – che il portafoglio climatico venga affidato alla famiglia politica che negli ultimi sei mesi ha tentato di indebolire la legge sul ripristino della natura”.

Ricordiamo che la destra sta cercando di guadagnare i consensi di varie lobby, come quelle di allevatori, agricoltori e industriali, in vista delle elezioni europee del 2024, sotto il vessillo di un allentamento delle norme ambientali.

Hoekstra è un conservatore e non è visto di buon occhio dagli esponenti della sinistra e da varie associazioni ambientaliste.

“Se vogliamo concedere la nostra approvazione alla sua nomina a Commissario, avremo bisogno di numerose garanzie riguardo alla sua dedizione sia al clima sia alla giustizia sociale”, ha evidenziato poi Chahim.

Anche Pascal Canfin, deputato francese che presiede la commissione Ambiente del Parlamento europeo, ha espresso preoccupazione, sottolineando che la politica climatica “è stata al centro dell’azione dell’Ue negli ultimi anni e dovrebbe rimanere tale”.

Quindi Hoekstra “dovrà dimostrare di essere l’uomo giusto per continuare a realizzare questo alto livello di ambizione”, ha precisato.

Non resta che aspettare l’audizione di Hoekstra in Parlamento e vedere quali reazioni susciterà tra i diversi gruppi politici. Se Strasburgo approverà la sua nomina, l’olandese sarà a capo dell’azione per il clima fino al termine dell’attuale mandato della Commissione europea, cioè fino 31 ottobre 2024.

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