Prezzi accessibili e posti di lavoro: le richieste dei cittadini europei sul Green Deal

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Gli esiti del sondaggio Eurobarometro sulle politiche per l'energia su oltre 26mila intervistati. In Italia, tra gli interventi edilizi per ridurre i consumi, si predilige la sostituzione della caldaia, mentre a livello Ue si spinge di più sulle coibentazioni.

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Creare nuovi posti di lavoro, contribuire alla tutela dell’ambiente e alla lotta contro il cambiamento climatico, ridurre la dipendenza energetica.

La maggior parte dei cittadini europei concorda che siano questi i principali vantaggi dell’implementare gli obiettivi Ue per la neutralità climatica.

Interrogati più in dettaglio su cosa significhi per loro la politica energetica europea, i cittadini hanno risposto, in particolare, che significa garantire prezzi dell’energia maggiormente accessibili per i consumatori.

Sono alcune delle rilevazioni più interessanti emerse dal sondaggio Eurobarometer commissionato dalla Commissione europea, intitolato “Europeans’ attitudes towards EU energy policy” (link in basso), per capire cosa pensano le persone del Green Deal e delle misure a esso correlate.

Il sondaggio, svolto tra il 25 aprile e il 22 maggio 2024, ha coinvolto 26.415 rispondenti di diversi gruppi sociali e demografici dei 27 Stati membri, tramite interviste faccia a faccia (talvolta integrate da interviste auto-completate).

Quando si parla però di modificare le abitudini personali per ridurre i consumi di elettricità, gas o carburanti, come vedremo gli italiani sono meno propensi a farlo rispetto alla media Ue. Mentre in tema di interventi edilizi, gli stessi italiani rispetto alla media europea preferiscono di più sostituire la caldaia piuttosto che coibentare gli alloggi.

I dati salienti nell’Ue-27

Un’ampia maggioranza di intervistati (77%), evidenzia Bruxelles in una sintesi del sondaggio, afferma che l’Unione europea dovrebbe svolgere un ruolo di coordinamento più incisivo in materia di energia.

Il 79% delle persone sentite concorda che gli obiettivi climatici stimoleranno la creazione di nuovi posti di lavoro e attireranno investimenti nelle tecnologie pulite.

Una percentuale simile di intervistati (76%) ritiene che le politiche energetiche Ue ridurranno la dipendenza dalle importazioni, mentre il 69% pensa che tali politiche garantiranno una riduzione delle bollette per le famiglie e le imprese.

Inoltre, il 62% dei rispondenti afferma che l’Europa dovrebbe diversificare le proprie fonti energetiche, anche investendo nelle fonti rinnovabili; il 54% sostiene che dovremmo risparmiare energia ogniqualvolta possibile.

Alla domanda di cosa significhi per loro la politica energetica Ue, come anticipato, il 40% degli intervistati (+13 punti percentuali dal 2019) risponde che significa “garantire prezzi dell’energia più accessibili per i consumatori”.

Almeno tre persone su dieci affermano che significa investire in tecnologie energetiche innovative (33%, +9 pp.) o ridurre il consumo di energia in tutta Europa (30%, +2 pp.).

Allo stesso modo, quando è stato chiesto di pensare ai settori in cui l’Ue apporta il maggior valore aggiunto agli Stati membri, gli europei hanno menzionato più spesso il sostegno a ulteriori investimenti nelle fonti rinnovabili (35%), lo sviluppo di nuove tecnologie (27%) e la garanzia che i prezzi dell’energia siano più convenienti (25%).

Dal sondaggio poi emerge che il 77% degli intervistati dichiara di aver intrapreso azioni personali, cambiando le abitudini per consumare meno energia nella propria casa negli ultimi cinque anni.

Guardando al futuro, quando viene chiesto di scegliere tra un elenco di 13 opzioni strategiche per raggiungere la neutralità climatica, la maggioranza degli intervistati afferma che l’Ue dovrebbe incoraggiare gli Stati membri a varare misure per sostenere le famiglie in condizioni di povertà energetica (53%), per ridurre il consumo di energia (50%) o per aiutare i cittadini a produrre o consumare energia da fonti rinnovabili (50%).

Focus italiano

Guardando ai risultati del focus sull’Italia (1.037 interviste totali), proponiamo qui sotto l’info-grafica (cliccare sopra per ingrandire), che riassume le azioni intraprese per ridurre il consumo energetico a casa, nei trasporti e sul lavoro.

Si nota che gli italiani, rispetto alla media Ue, sono meno propensi a modificare “molto” le loro abitudini per ridurre i consumi energetici nella vita quotidiana.

Inoltre, tra le misure adottate negli ultimi cinque anni per ridurre il consumo energetico della propria casa, quella più diffusa in Italia è la sostituzione della caldaia, con il 58% delle risposte contro una media europea dimezzata (27%).

Mentre gli italiani ricorrono con meno frequenza alla coibentazione degli alloggi: 34% delle risposte, mentre la media Ue-27 si attesta al 49%; superiori alla media europea, invece, le installazioni italiane di pannelli solari e pompe di calore.

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