L’indicazione che arriva dalla Commissione europea sui nuovi dazi all’import di auto elettriche cinesi è chiara: “Dobbiamo evitare dipendenze strategiche da partner stranieri in questo settore critico”.
Oggi l’Esecutivo Ue ha comunicato gli esiti preliminari di un’indagine “anti-sovvenzioni” legata all’import automotive, avviata il 4 ottobre 2023. L’obiezione è che “la catena del valore dei veicoli elettrici a batteria in Cina beneficia di sovvenzioni ingiuste che costituiscono una minaccia di danno economico per i produttori europei”.
Il procedimento che si innesca in questa fase è fatto a tappe. Il valore dei dazi per compensare questa situazione è stato definito, ma la tassazione non entrerà subito in vigore.
La Commissione ha prima contattato le autorità cinesi per esplorare possibili soluzioni, compatibili con le prescrizioni dell’Organizzazione mondiale del commercio.
Inoltre, anche le singole case produttrici del Dragone possono avviare un dialogo sulla propria, specifica, situazione cercando una mediazione.
Entro il prossimo 4 luglio, comunque, scatteranno i dazi provvisori ma senza la riscossione immediata. L’effettivo prelievo delle somme, infatti, sarà applicata solo se la Commissione deciderà nel prossimo futuro di trasformare l’extra-tassazione da provvisoria a definitiva.
Una spesa che rischia di essere molto salata se si considera che il dazio del 10% già in vigore su questo tipo di import sarà sommato al futuro sovraccosto, se definitivamente adottato.
Infine, c’è il tema della retroattività della misura su cui Bruxelles spiega: “Qualsiasi eventuale riscossione retroattiva dei dazi sulle importazioni registrate a partire da 90 giorni prima della data di istituzione delle misure provvisorie sarà affrontata in una fase successiva dell’indagine”, valutando “se sono soddisfatte le condizioni legali per tale riscossione retroattiva”.
Maggiori dettagli su tutta la situazione e sulle modalità con cui è stato portato avanti il procedimento saranno inseriti in un regolamento che la Commissione deve pubblicare sulla Gazzetta Ue entro il 4 luglio.
Il valore dei dazi e le reazioni
Il valore dei dazi provvisori è tarato su specifici produttori: Byd 17,4%, Geely 20% e Saic 38,1%. Per le altre società cinesi che hanno collaborato all’indagine il livello è del 21%, che sale al 38,1% per i produttori che non hanno collaborato.
Ora la palla passa alle case automobilistiche che già da tempo si muovono con dinamismo per incrociare il mercato del Vecchio Continente. È di maggio, ad esempio, l’annuncio di Stellantis sulla distribuzione delle auto elettriche Leapmotor.
Le autorità del Paese asiatico, intanto, già alle prese con i dazi Usa sull’import di pannelli cinesi, hanno annunciato prontamente di voler contestare la scelta della Commissione Ue ritenendola illegittima e autolesionistica.
Soddisfazione e apprezzamento, invece, è arrivata a stretto giro dal ministro per lo Sviluppo economico, Adolfo Urso.