Superbonus e altre agevolazioni edilizie: come si potranno usare nel 2024

Superbonus, Bonus casa, Ecobonus, Sismabonus, Bonus mobili, Bonus verde, Bonus barriere architettoniche: breve guida di riepilogo su detrazioni fiscali e criteri di utilizzo per il prossimo anno.

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L’appuntamento autunnale con la Legge di bilancio di solito porta con sé la proroga di un ulteriore anno delle agevolazioni fiscali disponibili ai contribuenti nel settore edilizio.

Quella del 2024, ancora in discussione, è in realtà un po’ un’eccezione, in quanto, per ora e in attesa di eventuali emendamenti prima della sua approvazione definitiva, non contiene proroghe o aggiornamenti particolari dei vari bonus edilizi, fatta eccezione per delle possibili e ulteriori limitazioni indirizzate al Superbonus.

La ragione di tale assenza, probabilmente, è che la Legge di bilancio 2022, approvata in piena emergenza Covid alla fine del 2021, prevedeva già, per la prima volta, una super-proroga di tutti i principali bonus edilizi fino al 31 dicembre 2024, oltre all’introduzione e alla successiva estensione del Bonus barriere architettoniche fino al termine del 2025.

Vale la pena ricordare poi che il governo ha annunciato una riforma generale dei bonus edilizi per superare l’attuale frammentazione. Se arrivasse, la riforma potrebbe cambiare la mappa delle agevolazioni. Premesso ciò, nel 2024, se non interverranno modifiche, saranno disponibili i seguenti bonus fiscali:

  • Superbonus (Art. 119, Dl 34/2020)
  • Bonus ristrutturazioni edilizie o Bonus casa (Art. 16-bis, Dpr 917/1986)
  • Ecobonus (Art. 14, Dl. 63/2013)
  • Sismabonus (Art. 16, commi da 1-bis a 1-septies, Dl 63/2013)
  • Bonus mobili (Art. 16, comma 2, Dl 63/2013)
  • Bonus barriere architettoniche (Art. 119-ter, Dl 34/2020)
  • Bonus verde (Art. 1, comma 12, L 205/2017)

Superbonus

Al netto della possibile riforma dell’intero sistema dei bonus edilizi, le indicazioni che qui daremo sul Superbonus necessitano a loro volta di un’ulteriore premessa. Questa detrazione fiscale è un esempio chiaro di come non dovrebbero essere pianificate e gestite le misure di legge in edilizia o in qualunque altro settore.

Governi e parlamenti che si sono succeduti negli ultimi anni hanno operato decine di cambiamenti in corsa delle regole, con altre decine di proposte rimaste in sospeso, il tutto in un’ottica di breve respiro. Ciò ha creato uno stato di enorme confusione fra i cittadini e di quasi-paralisi operativa per molte imprese, soprattutto in relazione ai meccanismi alternativi di sconto in fattura e cessione del credito.

A tutt’oggi si discute in Parlamento di una possibile proroga delle aliquote del 110% o del 90%, a seconda dei casi e a determinate condizioni, a fronte di una loro scadenza che, attualmente, rimane prevista per il 31 dicembre 2023.

Premesso, quindi, che la situazione potrebbe cambiare per l’ennesima volta riguardo agli interventi fatti fino a quest’anno, si può dire con (relativa) certezza che dal 1° gennaio 2024 le spese per nuovi interventi in regime di Superbonus potranno essere detratte con aliquota al 70% e i benefici spalmati su 4 anni. Nel 2025, la detrazione è destinata a diminuire ulteriormente, scendendo al 65%.

Se non interverranno modifiche delle scadenze entro questo dicembre, la riduzione della detrazione riguarderà non solo i nuovi lavori, ma anche gli interventi già avviati che negli anni precedenti avevano beneficiato del Superbonus al 110% o al 90%, ma i cui lavori non siano stati completati.

Come accennato, su questo fronte sono stati presentati degli emendamenti alla Legge di bilancio che chiedono di prorogare il Superbonus con aliquote più vantaggiose nei cantieri con lavori completati per almeno il 60% dell’intervento complessivo.

È importante ricordare che il Superbonus non potrà più essere utilizzato dai soggetti di cui all’art. 119, comma 9, lettera b) del Dl 34/2020 (Decreto Rilancio), cioè per edifici unifamiliari o unità immobiliari con accesso autonomo e indipendenza funzionale.

Potranno continuare a usufruire del Superbonus i condomìni e le persone fisiche proprietarie di edifici da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate, anche se possedute da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche.

Sul tema dello sconto in fattura e della cessione del credito è bene rammentare che nella maggior parte dei casi i nuovi lavori non danno diritto alle due opzioni. Si potrà cioè solo detrarre direttamente dai propri redditi una quota della spesa.

Solo in pochissimi casi le due opzioni alternative saranno ancora consentite anche nel 2024. Uno riguarda i lavori in corso, per i quali entro il 16 febbraio 2023 siano stati presentati i titoli abilitativi necessari alla realizzazione degli interventi o, nel caso dei lavori di edilizia libera, siano stati effettuati i pagamenti o sottoscritti gli accordi per la fornitura dei beni da installare.

L’altro caso è previsto dalle modifiche contenute nel Decreto Rilancio. Questo prevede che le spese sostenute per la ricostruzione degli edifici privati delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria colpite dal sisma del 2016, possono beneficiare fino al 2025, in aggiunta al “contributo sisma”, anche del Superbonus nella misura del 110%, nonché delle opzioni alternative dello sconto in fattura e della cessione del credito d’imposta.

Bonus casa

È il bonus per antonomasia, quello inizialmente del 36% e da ormai molti anni portato al 50% per le ristrutturazioni edilizie. Proseguirà anche l’anno prossimo, sempre con limite di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare.

Il bonus ristrutturazioni è l’unico di carattere permanente nell’ambito delle agevolazioni edilizie. Ciò vuol dire che la detrazione rimarrà anche dopo il 2024, tornando dal 2025 però all’originaria aliquota del 36% con tetto di spesa di 48mila euro, fatte salve ulteriori possibili proroghe dei criteri attuali.

Il bonus spetta sia per gli interventi sulle singole unità immobiliari che sulle parti comuni degli edifici.

Nel primo caso l’agevolazione spetta su immobili residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali, e sulle loro pertinenze, per gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia.

Per gli interventi sulle parti comuni degli edifici residenziali, l’agevolazione spetta, oltre che nei casi precedenti, anche per gli interventi di manutenzione ordinaria. Ogni condomino potrà richiedere la propria quota di detrazione.

Sono inoltre agevolabili gli interventi sugli immobili danneggiati dalle calamità naturali, l’eliminazione delle barriere architettoniche, la prevenzione degli atti illeciti, la cablatura e riduzione dell’inquinamento acustico, la bonifica dall’amianto e gli interventi anti-infortunio.
 
Sono infine detraibili anche le spese di acquisto di box auto e posti auto pertinenziali, con una detrazione pari al 50% delle spese sostenute per la loro costruzione e l’acquisto di immobili ristrutturati dall’impresa di costruzione, con una detrazione pari al 50% calcolata sul 25% del prezzo di vendita.

Ecobonus

L’Ecobonus è la detrazione applicabile agli interventi di riqualificazione energetica su unità immobiliari e edifici residenziali esistenti.

Le aliquote di detrazione sono comprese fra il 50% e il 65% per i privati e tra il 70% e il 75% nei condomini, a seconda del tipo di intervento.

Per gli interventi di riqualificazione energetica di parti comuni di condomìni che interessino almeno il 25% dell’involucro, si avrà diritto a una detrazione del 70%. La detrazione salirà al 75% se con l’intervento si otterrà un miglioramento della prestazione energetica sia invernale che estiva.

Tra gli interventi ammessi, rientrano la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di generatori di calore anche non a condensazione, pompe di calore, scambiatori per teleriscaldamento, caldaie a biomasse, impianti di cogenerazione e trigenerazione, impianti geotermici e gli interventi di coibentazione.

A seconda del tipo di intervento, i limiti massimi di detrazione per le singole unità immobiliari sono di 100mila, 60mila e 30mila euro.

Sismabonus

Queste agevolazioni riguardano la messa in sicurezza statica degli edifici, con aliquote variabili in base al tipo di immobile e al miglioramento delle classi di rischio sismico.

Le aliquote sono del 50% e 70% nel caso di miglioramento di una classe sismica e dell’80% per due classi sismiche su tutti gli immobili di tipo abitativo, cioè non solo quelli adibiti ad abitazione principale. L’aliquota sale al 75% e all’85% nei condomìni, rispettivamente per il miglioramento di una o due classi sismiche.

Il tetto di spesa su cui calcolare la detrazione è pari a 96mila euro per unità immobiliare.

Scadrà il 31 dicembre 2024 anche il cosiddetto “Sismabonus Acquisti”, che offre sensibili detrazioni sul prezzo di acquisto di unità immobiliari costruite al posto di fabbricati demoliti di cui si è migliorata la classe di rischio sismico.

In questo caso, le aliquote sono del 75% se l’intervento determina il passaggio ad una classe di rischio inferiore e dell’85% del prezzo di acquisto dell’unità immobiliare se l’intervento determina il passaggio a due classi di rischio inferiori.

Bonus barriere architettoniche

L’eliminazione delle barriere architettoniche è già agevolata nell’ambito del Superbonus e del Bonus casa. Con la legge di Bilancio 2022 è stata però prevista una facilitazione ad hoc: una detrazione del 75% per le spese sostenute dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2025.

Per questi interventi, sarà possibile optare anche per la cessione del credito o lo sconto in fattura, al posto della detrazione fiscale diretta dalla propria dichiarazione dei redditi.

Bonus mobili

Il bonus per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici è destinato a immobili oggetto di ristrutturazione edilizia, nell’ambito quindi del Bonus casa.

I massimali di spesa sono di 8mila euro per gli acquisti fatti entro il 31 dicembre 2023 e di 5mila euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025.

Da ricordare che per accedere al Bonus mobili gli interventi di ristrutturazione devono essere iniziati al massimo entro l’anno precedente a quello in cui sostengono le spese.

Bonus verde

Questa detrazione consente di riqualificare le aree verdi di edifici privati, con una detrazione del 36% su un massimo di 5mila euro di spesa.

Negli edifici condominiali, il tetto di spesa è pari a 5mila euro per ogni unità immobiliare ad uso residenziale.

Per riqualificazione di aree verdi si intende, per esempio, la fornitura e messa a dimora di piante o alberi, la riqualificazione di prati, il restauro di giardini di interesse storico e artistico, la realizzazione di coperture a verde e giardini pensili, la realizzazione di impianti di irrigazione e pozzi.

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