Stretta sul Superbonus, retromarcia del governo sui crateri sismici

La sottosegretaria al Mef, Lucia Albano, rassicura che lo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito non si applicherà nelle aree di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria colpite dal terremoto del 2009.

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Lo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito previsto dalla bozza di decreto sui bonus edilizi allo studio del governo non si applicherà agli immobili danneggiati dai terremoti di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria verificatisi il 6 aprile 2009.

Dopo la rivolta dei sindaci dei comuni nelle aree colpite e ancora in fase di ricostruzione, nella serata di ieri 28 marzo è arrivato l’annuncio della sottosegretaria al Mef, Lucia Albano: “Nel decreto Superbonus, in via di emanazione, non è previsto alcun blocco a cessione di credito e sconto in fattura per i crediti Superbonus sisma relativi alla ricostruzione del cratere appenninico, ma solo azioni di monitoraggio per salvaguardare i conti pubblici”, ha rassicurato.

Il provvedimento, per ora soltanto sintetizzato in una nota di Palazzo Chigi del 26 marzo, aveva generato reazioni negative anche tra gli operatori del settore edile. Rete Irene, network di imprese specializzate nella riqualificazione energetica degli edifici, ha affermato che l’annuncio “ha creato un’ondata di preoccupazione sia in tutta la filiera degli operatori, sia tra i committenti degli interventi che non sanno se e quando i lavori potranno riprendere”.

Anche i Consigli nazionali degli Ingegneri e degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, insieme alla Fondazione Inarcassa, “considerano particolarmente grave questa decisione del Governo”. Mentre Confabitare (l’associazione dei proprietari immobiliari), per voce del suo presidente nazionale Alberto Zanni, afferma che “non è corretto paragonare il bonus barriere architettoniche ad altri bonus edilizi, perché quest’ultimo è un beneficio sociale fondamentale per coloro che affrontano difficoltà economiche nell’accesso all’abitazione”.

Il dietrofront va quindi a modificare l’ultima bozza del decreto, nella quale – riferisce Ansa – si specifica che la deroga “trova applicazione nel limite di 400 milioni di euro per l’anno 2024 di cui 70 milioni per gli eventi sismici verificatesi il 6 aprile 2009″. Il testo precisa ancora che spetta al Commissario straordinario per la ricostruzione assicurare “il rispetto del limite di spesa, verificandone il raggiungimento ai fini della sospensione della deroga, anche avvalendosi dei dati resi disponibili sul Portale nazionale delle classificazioni sismiche gestito dal Dipartimento Casa Italia della Presidenza del Consiglio dei ministri”.

Allarme rientrato, dunque, con i comuni del cosiddetto “cratere” che prima dell’uscita del Mef non avevano nascosto il proprio disappunto. Senza le modifiche, aveva spiegato il primo cittadino di Amatrice, Giorgio Cortellesi, “saremmo stati costretti a mettere in campo azioni clamorose”.

Circa 140 amministrazioni tra Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche si apprestavano infatti a dare il via a nuovi cantieri, contando proprio sul fatto di poter godere degli sconti fino al 31 gennaio 2025. La frenata del governo aveva addirittura costretto gli architetti della provincia di Perugia a sospendere la consegna dei progetti “in attesa di una necessaria e ormai fondamentale chiarezza sulle procedure da applicare”.

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