Rinnovabili “non in rete” contro la povertà energetica: quanto stanno crescendo e dove

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Aumenta in modo particolare il mercato delle luci solari, soprattutto in Africa. Tutte le applicazioni e le statistiche aggiornate da Irena per il periodo 2012-2021.

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Ci sono ancora più di 730 milioni di persone nel mondo senza accesso alle forniture basilari di energia, come corrente elettrica e gas per cucinare.

Eppure gli impianti di energia rinnovabile off-grid (non in rete) continuano a crescere, offrendo una soluzione alla povertà energetica (vedi anche studio della Banca Mondiale: Piccoli impianti solari offgrid: subito elettricità per milioni di poveri nei Pvs).

In particolare, le persone che utilizzano lampade solari, alimentate con piccoli pannelli fotovoltaici, hanno superato ampiamente la soglia dei 100 milioni nel 2021.

Queste le tendenze che emergono dal nuovo rapporto Irena, dal titolo Off-grid Renewable Energy Statistics 2022 (link in basso).

Le rinnovabili off-grid sono fonti pulite di energia, come fotovoltaico, mini idroelettrico, mini eolico, installate in zone geografiche remote, spesso rurali, dove non arrivano le reti energetiche tradizionali.

Nel rapporto ci sono tutte le statistiche per il periodo 2012-2021 per una serie di tecnologie: mini-reti, biogas per cucinare, luci solari off-grid, pompe idriche solari e sistemi solari domestici in Africa, Asia, Centro e Sud America, Oceania, Medio Oriente e Caraibi.

Il problema, evidenzia Irena in una nota, è che le comunità rurali senza accesso ai servizi energetici, spesso utilizzano fonti di illuminazione inquinanti e costose come lampade a cherosene o candele, i cui fumi possono causare seri problemi di salute. Inoltre la mancanza di elettricità nei centri sanitari può portare a esiti disastrosi per i pazienti.

Un dato evidenzia quanto stia crescendo il settore delle rinnovabili non in rete: le persone che utilizzano luci solari off-grid sono aumentate notevolmente, da 15,4 milioni nel 2012 a 112 milioni nel 2021, di cui oltre 52 milioni nella sola Africa.

Nel corso degli anni, però, gli interventi contro la povertà energetica spesso hanno trascurato il fabbisogno domestico di energia per la cottura dei cibi.

In tante zone rurali, infatti, si usano stufe inefficienti, alimentate a carbone o legna, che rappresentano una delle principali cause di inquinamento negli ambienti domestici, con effetti dannosi sulla salute di donne e bambini.

Gli usi del biogas come soluzione per cucinare in modo pulito si stanno espandendo nei paesi africani e asiatici, migliorando le condizioni di vita e contribuendo a ridurre gli effetti del cambiamento climatico. A partire dal 2021, sottolinea il rapporto, oltre 122 milioni di persone beneficiano del biogas per cucinare.

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