Rinnovabili: molto bene nei primi 6 mesi 2022, ma poi si è ripreso il carbone

Da gennaio a giugno la produzione extra di eolico, fotovoltaico e idroelettrico ha coperto per intero la crescita della domanda elettrica globale. In estate però le fonti fossili sono risalite. Si rischia così un nuovo incremento delle emissioni di CO2.

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Le fonti rinnovabili hanno più che coperto la crescita della domanda elettrica mondiale nella prima metà del 2022, anche se la ripresa di gas e carbone a luglio-agosto rischia di far chiudere questo anno con un nuovo aumento delle emissioni di CO2.

Questo, in sintesi, il quadro globale del settore elettrico, tra luci e ombre, che emerge dalle analisi di Ember, think tank specializzato nelle elaborazioni di dati e scenari in campo energetico.

Nel suo “Global Electricity Mid-Year Insights 2022″ (link in basso), Ember sottolinea che i consumi elettrici sono saliti del 3% nel mondo da gennaio a giugno, in confronto allo stesso periodo del 2021 (+389 TWh), in linea con la media storica 2010-2021 degli incrementi.

Come detto, la maggiore produzione delle rinnovabili (+416 TWh) ha soddisfatto per intero questo aumento: per il 77% con eolico e fotovoltaico e per il resto con gli impianti idroelettrici.

Di conseguenza, la generazione elettrica da fonti fossili è stata sostanzialmente piatta e le emissioni di CO2 sono rimaste sullo stesso livello dello scorso anno.

Finora, solo nel 2015 e 2019 la crescita delle rinnovabili (in termini di elettricità prodotta) ha eguagliato la crescita della domanda globale di energia elettrica.

Non è detto però che il 2022 farà altrettanto: a luglio e agosto, spiegano gli analisti, si è avuto un maggiore utilizzo di carbone e gas, a causa di diversi fattori, tra cui siccità e ondate di calore che hanno spinto in alto i consumi.

Quindi non è da escludere che il 2022 si chiuderà con una risalita delle emissioni di CO2, dopo il record registrato nel 2021.

Guardando nel complesso ai primi otto mesi 2022, si rilevano i seguenti aumenti per le fonti convenzionali nel paragone con gennaio-agosto 2021: carbone +1% (+63 TWh), gas +1,6% (+63 TWh), oilio combustibile +14 (+57%).

Ciò ha comportato un incremento delle emissioni di CO2 del settore elettrico: +1,7% pari a 133 milioni di tonnellate aggiuntive.

Tornando al semestre iniziale, la Ue, in controtendenza rispetto al dato globale, tra gennaio e giugno ha già visto incrementare non solo eolico e fotovoltaico, ma anche il carbone (+28 TWh sullo stesso periodo dello scorso anno), necessario per contribuire a compensare i forti cali del nucleare e dei bacini idroelettrici.

La produzione da eolico e fotovoltaico è aumentata di 46 TWh riuscendo così a coprire metà della caduta di nucleare e idroelettrico (circa 90 TWh persi complessivamente dalle due fonti). Considerando il lieve calo della domanda da gennaio a giugno (-17 TWh), è stato necessario impiegare più carbone e lignite per un totale netto di +28 TWh, mentre la quota del gas è rimasta pressoché invariata.

Nella prima metà del 2022, il carbone ha fatto il 16% del mix elettrico Ue, contro il circa 25% del 2015.

In generale, secondo Ember, nel primo semestre 2022 la performance di eolico e fotovoltaico ha permesso di evitare un incremento del 4% della generazione con fonti fossili, con un risparmio stimato in 40 miliardi di $ per minori costi del carburante; ha anche permesso di evitare 230 Mt di emissioni di CO2 in atmosfera.

Resta però ancora moltissimo da fare per decarbonizzare il mix di generazione elettrica.

Le rinnovabili, infatti, nei primi sei mesi 2022 hanno rappresentato il 28% del mix elettrico mondiale con 3.802 TWh (26% e 3.387 TWh nello stesso periodo del 2021).

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