Rigassificatore galleggiante a Vado Ligure: “inutile per la sicurezza energetica”

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Wwf Italia contesta nel merito il progetto di spostare la nave Fsru Golar Tundra da Piombino alla costa ligure nel 2026, davanti a Savona. La posizione della Regione Liguria e quella del coordinamento "NO Rigassificatore-Savona".

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Continuano ad arrivare critiche al progetto di trasferire la nave rigassificatrice “Golar Tundra” da Piombino a Vado Ligure (in provincia di Savona) nel 2026.

È il turno del Wwf Italia: l’associazione ambientalista, si legge in una nota, ha contestato nel merito il trasferimento proposto da Snam e sostenuto dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.

Lunedì 25 settembre, intaanto, il Consiglio regionale ha bocciato la risoluzione presentata dall’opposizione – centro sinistra e Movimento 5 Stelle – che avrebbe impegnato la Giunta Toti a esprimere al Governo la sua contrarietà al progetto di ricollocare la nave al largo di Savona. La Golar Tundra, ricordiamo, è stata acquistata da Snam nel 2022 e ha una capacità di rigassificazione pari a 5 miliardi di metri cubi/anno.

È stato invece approvato un ordine del giorno della maggioranza di centro destra, riferisce l’agenzia Ansa, che impegna la Giunta “a far sì che il Governo si faccia parte attiva per individuare adeguate risorse per la realizzazione di opere di accompagnamento destinate a infrastrutture e progetti”.

Tornando al Wwf, si segnala “l’assoluta inutilità dei rigassificatori galleggianti, sia quello oggetto delle osservazioni, sia quello che si vorrebbe installare a Ravenna, ai fini della sicurezza energetica nazionale”.

L’Italia ha già “una conclamata ridondanza di capacità di approvvigionamento gas: oltre 83 miliardi di metri cubi all’anno, senza fare ricorso al gas russo, a fronte di consumi che sono in costante calo”, perché da 76,4 miliardi di m3 nel 2021 si è scesi a 68,7 miliardi di m3 nel 2022 (quest’anno a fine luglio siamo a -15% sui primi sette mesi del 2022).

Inoltre, evidenzia l’associazione ecologista, “il progressivo sviluppo delle fonti rinnovabili ci permetterà nel 2030 di fare a meno di altri 20 miliardi di metri cubi di gas”.

Le nuove infrastrutture per il gas “non servono per migliorare la sicurezza energetica nazionale e sembrano funzionali al solo sostentamento dell’uso di quelle fonti fossili che dovrebbero essere abbandonate in ottica di contrasto alla crisi climatica”.

In sostanza, secondo il Wwf, “l’idea di trasformare l’Italia in un hub del gas non ha più senso e futuro perché contrasta con il necessario processo di decarbonizzazione: il metano, un gas serra con potere climalterante fino a 83 volte quello della CO2”.

Invece, la Regione Liguria in una nota di agosto parla di una “infrastruttura strategica, sicura e con un impatto ambientale sostenibile”.

La scelta di Vado Ligure, si spiega, è stata fatta da Snam per tre ragioni: specchio acqueo adatto per l’ormeggio della Fsru (Floating storage and regasification unit) e per le operazioni delle navi metaniere; breve distanza tra il posizionamento della nave e la rete nazionale di trasporto gas naturale, con un percorso di circa 20 km; capacità della stessa rete di sostenere in sicurezza una portata fino a 5 miliardi di metri cubi di gas l’anno.

Per l’attraversamento della linea di costa, “Snam ha previsto la realizzazione di un micro tunnel sotterraneo che consentirà di minimizzare gli impatti”, si osserva, precisando che sarà attuato “un capillare piano di mitigazione ambientale con interventi di rimboschimento e ulteriori opere paesaggistiche di ripristino della vegetazione lungo la rete”.

In questi giorni il coordinamento “NO Rigassificatore-Savona”, costituito da oltre 40 gruppi civici, comitati, associazioni, partiti, sindacati di base, ha ribadito la sua totale contrarietà al progetto Snam. In un comunicato si legge che oltre alla mancanza di una chiara giustificazione di un’emergenza energetica nazionale, l’impianto è ritenuto pericoloso per le caratteristiche stesse della nave che non è adatta a essere utilizzata in mare aperto.

Inoltre il comitato, che ha dimostrato il 25 settembre davanti alla sede della Regione a Genova, considera la nave gasiera “dannosa alla salute”, peraltro in un territorio già con impatti gravi per le sue infrastrutture energetiche (vedi centrale di Vado), “incompatibile con le attività del turismo e dell’agricoltura del territorio, un attentato all’ecosistema marino e terrestre circostante e incompatibile con altre attività produttive dell’area”.

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