Proroga delle misure contro il caro energia, revisione Superbonus: cosa farà il governo Meloni

Il ministro Giorgetti, sentito in audizione sulla Nadef, ha illustrato le iniziative del decreto Aiuti-quater e la politica di bilancio 2023. Si lavora anche a una revisione della norma sugli extra profitti energetici. Molte critiche alla maxi detrazione fiscale del 110%.

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Proroga fino al 31 dicembre 2022 delle misure contro il caro energia (crediti di imposta, taglio delle accise sui carburanti, Iva al 5% sul gas), rinnovo per i primi mesi 2023 delle iniziative per ridurre i costi delle bollette per famiglie e imprese, revisione selettiva del Superbonus.

Sono i temi più importanti, in tema di energia, toccati dal ministro delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, in audizione davanti alle Commissioni speciali riunite di Camera e Senato. In questa occasione, Giorgetti ha illustrato la nota di aggiornamento al Def che integra quella approvata dal governo Draghi a settembre.

Vediamo meglio come procederà il governo Meloni nelle prossime settimane sulle questioni energetiche.

Per oggi, giovedì 10 novembre, è prevista la discussione in Consiglio dei ministri del decreto Aiuti-quater. Nel provvedimento da 9,1 miliardi di euro, ha spiegato Giorgetti, “saranno confermate anche per il mese di dicembre 2022 le misure che riconoscono, a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti, contributi straordinari, sotto forma di crediti di imposta, pari a una quota delle spese sostenute per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale”.

Nel medesimo decreto ci sarà la proroga a tutto dicembre del taglio delle accise su benzina, gasolio, Gpl e gas naturale impiegati come carburanti; per il gas è confermata anche la riduzione Iva al 5% fino a fine anno.

Ricordiamo che sempre nel decreto Aiuti-quater troverà posto la norma per la gas release – inizialmente prevista come emendamento al decreto Aiuti-ter – che punta a sbloccare nuove concessioni di idrocarburi nel Mare Adriatico e così incrementare la produzione nazionale di gas (si veda Gas nazionale contro il caro energia, perché le misure del Governo serviranno a poco).

Il ministro ha poi sottolineato che il Governo “sta verificando la possibilità di impiegare le risorse disponibili della programmazione 2014-2020 dei Fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE, ndr) per misure di riduzioni dei costi energetici di imprese e famiglie”.

Sono anche allo studio interventi volti a “predisporre uno strumento che renda possibile la rateizzazione degli oneri per l’energia elettrica”.

Altro aspetto su cui si sta lavorando è la revisione della norma del decreto Taglia bollette che introduce un contributo straordinario sugli extraprofitti, a carico delle società energetiche. Si cercherà di rendere la norma più incisiva, avendo incassato finora solo 2-3 miliardi di euro rispetto a quelli previsti e con una raffica di contenziosi.

Passando alla politica di bilancio per il 2023, Giorgetti ha evidenziato che “proseguirà nel solco degli interventi finora adottati per limitare quanto più possibile l’impatto dell’elevata inflazione sui bilanci delle famiglie, in particolare quelle più bisognose, e salvaguardare la competitività del tessuto imprenditoriale nazionale”.

Quindi il Governo è intenzionato a destinare le risorse disponibili per il 2023, pari a circa 21 miliardi di euro, “al contrasto della crisi energetica, favorendo al contempo politiche di contenimento dei consumi e di risparmio energetico”.

In particolare, si prevede il rinnovo per i primi mesi del 2023 delle misure relative a:

  • crediti di imposta in favore delle imprese per acquisto di energia elettrica e gas;
  • contenimento degli oneri generali di sistema per le utenze elettriche e del gas;
  • taglio Iva al 5% sui consumi di gas;
  • proroga delle agevolazioni tariffarie per i consumi elettrici e di gas in favore degli utenti domestici economicamente svantaggiati.

Mentre in tema di agevolazioni fiscali in edilizia, il ministro ha precisato che “con l’aggiornamento delle previsioni tendenziali di finanza pubblica […] sono stati valutati rilevanti maggiori oneri per alcuni bonus edilizi previsti a legislazione vigente, rispetto a quanto era stato stimato in sede di adozione delle agevolazioni”.

Si parla di uno scostamento complessivo, rilevato sulla base dei dati aggiornati al 1° settembre, di 37,8 miliardi di euro sull’intero periodo di previsione.

In sostanza, ha dichiarato Giorgetti, il Superbonus 110% sarà “rivisto in modo selettivo perché questo governo non ritiene equo destinare una così ingente massa di risorse a una limitatissima fetta di cittadini italiani, in modo indistinto per reddito, per prima e seconda casa. Non sottovalutiamo il contributo che questa misura ha dato all’economia del Paese e siamo disponibili come governo a una discussione su questa agevolazione fiscale”.

Ricordiamo che tra le ipotesi in campo ci sarebbe un abbassamento della maxi detrazione fiscale in edilizia dal 110% al 90% dal 2023 sia per gli interventi nei condomini sia per i lavori nelle abitazioni unifamiliari.

Per le seconde, però, si parla di concedere la detrazione solo ai proprietari che rientrino in una determinata soglia di reddito (ancora da stabilire) e solo per lavori sulla prima casa.

Al momento, ricordiamo, in base alle norme vigenti, il Superbonus per lavori negli edifici condominiali resta fino al 31 dicembre 2025 con aliquote decrescenti: 110% solo fino al 31 dicembre 2023, poi 70% con scadenza 31/12/2024 e 65% con scadenza 31/12/2025.

Mentre il Superbonus per le case unifamiliari termina al 31 dicembre 2022, a condizione di aver completato almeno il 30% dei lavori complessivi al 30 settembre 2022 (si veda anche Superbonus unifamiliari, dubbi e chiarimenti per chi ha rispettato la scadenza del 30 settembre).

Video audizione:

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