Le proposte per uscire dalle crisi gemelle di economia e clima

Le idee del Consiglio Nazionale della Green Economy presentate agli Stati Generali 2020, durante la giornata di apertura di Key Energy e di Ecomondo.

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Definire un percorso per la neutralità climatica al 2050 con un target di riduzione de gas serra del 55% al 2030 rispetto al 1990; indirizzare i finanziamenti europei del programma Next Generation verso la produzione di idrogeno verde, la generazione e distribuzione delle energie rinnovabili e il miglioramenti dell’efficienza energetica; estendere il superbonus fiscale del 110% al 2024; applicare criteri climatici stringenti per selezionare gli investimenti; introdurre una graduale carbon tax per i settori non coperti dal meccanismo europeo dell’Ets.

Queste, in estrema sintesi, le proposte per il clima e l’energia avanzate oggi dal Consiglio Nazionale della Green Economy agli Stati Generali della Green Economy 2020 delle 69 organizzazioni che compongono il Consiglio, durante la giornata di apertura di Key Energy ed Ecomondo.

Le proposte su energia e clima fanno parte di un più ampio pacchetto di misure innovative e di idee programmatiche in cinque settori strategici della green economy – oltre energia e clima: economia circolare, green city e territorio, mobilità urbana e sistema agroalimentare.

L’intento degli Stati Generali della Green Economy è indicare la via per affrontare le crisi gemelle di economia e clima, stimolando uno sviluppo sostenibile, nonché una ripresa di investimenti e occupazione, rispondendo allo stesso tempo alla crisi climatica con l’utilizzo delle risorse comunitarie messe a disposizione di Next Generation EU.

“Puntare sugli investimenti nella green economy è uno degli assi strategici su cui il Governo sta lavorando per indirizzare i finanziamenti europei previsti nell’ambito del Recovery fund, al fine di supportare la transizione tecnologica ed energetica dell’economia italiana”, ha detto il Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, in una nota.

Nel presentare le proposte, il curatore della Relazione sullo stato della Green Economy, Edo Ronchi, ha sottolineato che la pandemia ha avuto gravi effetti negativi anche sull’economia verde.

Il riciclo ha sofferto per il calo dei prezzi e la difficoltà di trovare sbocchi di mercato alla materie prime riciclate, i nuovi investimenti green sono rallentati, il consumo di energia rinnovabile ha tenuto ma la potenza installata di nuovi impianti fotovoltaici, eolici e idroelettrici è diminuito di quasi il 40% rispetto al 2019, il trasporto pubblico e la sharing mobility sono fortemente calati (solo le biciclette e i veicoli elettrici sono cresciuti) gli interventi di rigenerazione urbana hanno subìto rallentamenti, e la produzione agroalimentare di qualità ha sofferto per la flessione dei mercati esteri, del turismo e della ristorazione, ha detto Ronchi.

L’Italia è anche uno dei paesi europei dove gli impatti negativi dei cambiamenti climatici sono cresciuti di più, come si può vedere dall’aumento degli eventi climatici estremi, delineata nell’illustrazione, tratta dalla relazione, scaricabile dal link in fondo all’articolo.

“Per uscire dalla crisi del Covid e raggiungere una nuova normalità, che sia verde e duratura, occorre stringere un nuovo patto [fra economia e ambiente] e per farlo occorre riempirlo di azioni concrete e immediate”, ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, in una nota.

“Non c’è dubbio che il paradigma dell’economia circolare debba essere l’architrave di questo processo. Non dobbiamo mai dimenticare che la sfida più grande, perché riguarda soprattutto le generazioni future, è quella contro i cambiamenti climatici. È a questo fine che abbiamo orientato lo spirito del Recovery Fund”, ha aggiunto.

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