Nucleare UK, il mega-incentivo? “Serve in realtà a sostenere usi militari”

Come si spiega l'insistenza britannica sul nuovo impianto di Hinkey Point, che prenderà sussidi d'oro? C’è uno stretto legame con il finanziamento dei programmi atomici a scopi militari, sostiene un articolo di BBC News.

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La Gran Bretagna ha davvero bisogno dell’energia nucleare?

È una domanda che i membri della BEIS (Business, Energy and Industrial Strategy Committee), la commissione parlamentare per l’energia e l’industria, si stanno ponendo in queste settimane nell’ambito delle discussioni sul futuro mix elettrico inglese.

E come riporta un articolo di Roger Harrabin su BBC News, c’è uno stretto legame tra lo sviluppo del nucleare a uso civile e il finanziamento dei programmi atomici a scopi militari. L’autore cita le ricerche dell’Università del Sussex, guidate dal prof. Andy Stirling: quest’ultimo afferma, in particolare, che il nucleare civile serve anche a supportare le iniziative nucleari nel campo della difesa, tra cui soprattutto i sommergibili a propulsione atomica.

Riportiamo qui una nota dell’Università del Sussex che rimanda a uno studio pubblicato già nel 2018 da Stirling: il punto, secondo Stirling, è che alcuni paesi, come la Gran Bretagna, mantengono una base industriale nell’atomo per sostenere al contempo lo sviluppo di progetti militari basati sulle tecnologie nucleari (come i sommergibili).

Ricordiamo che l’atomo è tornato sotto i riflettori in Gran Bretagna da quando, nel 2016, l’allora governo di Theresa May approvò in via definitiva il progetto di Hinkley Point C, una centrale nucleare da 3,2 GW con reattori francesi EPR (gli stessi che stanno creando enormi problemi a Flamanville e Olkiluoto: vedi qui) per un investimento complessivo da 18 miliardi di sterline.

Ma già l’anno dopo, nel 2017, si era visto che lo stesso eolico offshore – una delle tecnologie rinnovabili più costose – poteva essere più competitivo del “nuovo” nucleare, perché alcuni progetti eolici in mare erano usciti dalle aste indette dal governo inglese con un prezzo di 57,50 sterline/MWh vs le 92,50 sterline riconosciute per 35 anni alla futura centrale di Hinkley Point.

E negli anni successivi le rinnovabili sono diventate ancora più economiche tanto che si parla sempre più spesso anche di grandi impianti fotovoltaici senza sussidi.

Intanto a settembre 2019 EDF aveva pubblicato una nota in cui spiegava che a causa di alcuni intoppi tecnici, la centrale di Hinkley Point C sarebbe costata 2-3 miliardi di sterline in più.

Pochi mesi prima, Mark Z. Jacobson della Stanford University, tra i maggiori sostenitori della necessità di sviluppare un mix energetico fatto al 100% di rinnovabili, aveva dedicato un’ampia critica all’utilizzo del nucleare, affermando che investire nell’atomo è anacronistico per diverse ragioni: tempi lunghissimi di costruzione, costi molto più elevati in confronto alle rinnovabili, problemi per lo smaltimento delle scorie.

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