Nucleare: piccoli reattori modulari troppo costosi, lenti e rischiosi

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Ecco perché i cosiddetti “SMR” non potranno svolgere un ruolo significativo nella transizione energetica nei prossimi 10-15 anni. Un'analisi dell’Istituto per l'economia energetica e l'analisi finanziaria.

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I piccoli reattori nucleari modulari “sono ancora troppo costosi, troppo lenti da costruire e troppo rischiosi per svolgere un ruolo significativo nella transizione dai combustibili fossili nei prossimi 10-15 anni”.

Così l’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA) ha sintetizzato l’esito di una sua recente analisi su questa tecnologia, spesso citata dai fautori del nucleare, assieme alla fusione e alle centrali atomiche di grande taglia, come soluzione su cui puntare per la decarbonizzazione.

I risultati principali dello studio sugli SMR

Il fatto che i reattori modulari di piccole dimensioni siano ancora troppo costosi, lenti da costruire e rischiosi per svolgere un ruolo significativo nella transizione energetica nei prossimi 10-15 anni è preannunciato nello stesso titolo del rapporto, “Small Modular Reactors: Still too expensive, too slow and too risky”, consultabile dal link in fondo a questo articolo.

Gli investimenti nei reattori modulari di piccole dimensioni (SMR) sottrarranno risorse alle tecnologie rinnovabili a basso costo e senza emissioni di carbonio che sono oggi disponibili e che possono accelerare in modo significativo la transizione dai combustibili fossili nei prossimi 10 anni, hanno sottolineato gli autori del rapporto (Nucleare, perché non c’è futuro per i piccoli reattori modulari).

L’esperienza con gli SMR in funzione e con quelli proposti dimostra che i reattori continueranno a costare molto di più e a richiedere molto più tempo per essere costruiti rispetto a quanto promesso dai proponenti.

I regolatori, le utility, gli investitori e i funzionari governativi dovrebbero accettare la realtà che le rinnovabili, e non gli SMR, sono la soluzione a breve termine per la transizione energetica, si legge nel rapporto.

La narrazione dei sostenitori dei piccoli reattori modulari è forte e persistente: dicono che questa volta sarà diverso, perché gli sforamenti dei costi e i ritardi nei tempi che hanno afflitto i progetti di costruzione dei grandi reattori non si ripeteranno con i nuovi progetti (I Piccoli Reattori Modulari, l’ultimo inganno nucleare).

“Ma i pochi SMR che sono stati costruiti o che sono stati avviati dipingono un quadro diverso, che sembra incredibilmente simile al passato: i ritardi significativi nella costruzione sono ancora la norma e i costi hanno continuato a salire” (Passo falso per il nucleare SMR: cancellato il primo progetto commerciale di NuScale), si legge in una nota di accompagnamento al rapporto.

Nell’illustrazione della IEEFA si può vedere come le stime di costo di tre delle principali soluzioni di SMR sono andate crescendo nel corso degli anni, invece di scendere, con costi espressi in migliaia di dollari al kW sull’asse di sinistra.

L’IEEFA ha esaminato i dati disponibili dei 4 SMR attualmente in funzione o in costruzione, oltre a nuove informazioni sui costi previsti da alcuni dei principali sviluppatori di SMR negli Stati Uniti.

Raccomandazioni sugli SMR per autorità, utility, banche, investitori e governi

Gli autori dello studio ritengono che questi risultati debbano servire da monito per tutti gli operatori del settore energetico. In particolare, forniscono a loro alcune indicazioni:

  • Le autorità di regolamentazione a cui verrà chiesto di approvare le proposte di SMR dovrebbero elaborare delle restrizioni per evitare che i ritardi e gli aumenti dei costi vengano scaricati sui contribuenti.
  • Le utility che stanno prendendo in considerazione gli SMR dovrebbero essere obbligate a confrontare i costi incerti e le date di completamento della tecnologia con i costi e i tempi di costruzione noti delle alternative, cioè delle rinnovabili. Le utility che scelgono ancora l’opzione SMR dovrebbero essere obbligate a mettere a rischio i fondi degli azionisti se i costi e i tempi di costruzione superano le stime delle utility.
  • Gli investitori e le banche che valutano qualsiasi proposta di SMR dovrebbero condurre con attenzione la loro due diligence. È probabile che le cose andranno male, mettendo a rischio le possibilità di recupero completo dei fondi investiti.
  • I governi statali e federali dovrebbero richiedere che le stime dei costi e dei tempi di costruzione siano disponibili al pubblico, in modo che i contribuenti e gli investitori siano in grado di valutare meglio l’entità dei rischi finanziari legati agli SMR che potrebbero essere costretti a sostenere (L’Unione europea punta al primo reattore nucleare SMR “entro dieci anni” e Fratin: “nel 2024 previsti 8 GW di rinnovabili, ma l’Italia post-2030 deve puntare sul nucleare”).
  • È fondamentale che questo dibattito consideri i costi-opportunità associati alla spinta che sta promuovendo gli SMR. I soldi investiti negli SMR non saranno cioè disponibili per la creazione di una base di risorse eoliche, solari e di stoccaggio a batteria. Queste tecnologie, prive di carbonio e a basso costo, sono disponibili oggi e possono far avanzare in modo significativo la transizione dai combustibili fossili nei prossimi 10 anni, quando i piccoli reattori saranno ancora alla ricerca di autorizzazioni e finanziamenti per la costruzione.

Cosa sono i piccoli reattori modulari

I piccoli reattori modulari nella loro impostazione progettuale non superano generalmente i 300 MW di potenza, pari quindi al massimo a circa un terzo della capacità dei reattori atomici tradizionali, anche se esistono progetti per SMR di potenza maggiore.

Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ci sono più di 80 concetti di SMR in fasi diverse di sviluppo un po’ in tutto il mondo. Come la loro versione maggiorata, generalmente, anche gli SMR sfruttano la fissione nucleare per generare calore, sotto forma di vapore, che viene veicolato attraverso una turbina per generare elettricità.

Le proposte di SMR coprono comunque varie conformazioni, dai reattori ad acqua bollente e pressurizzata convenzionali ridimensionati (BWR e PWR) alle tecnologie più futuristiche, comprese alcune che sono state già provate e che hanno fallito.

Sulla carta, l’idea della modularità dovrebbe consentire l’assemblaggio in serie di sistemi e componenti già in fabbrica e quindi una loro maggiore facilità ed economicità di produzione, prima del trasporto nel luogo di installazione.

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