Next Energy EU: non finanzierà tagli delle tasse, priorità alla transizione energetica

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Niente fondi prima del 2021. L’audizione del commissario Ue Gentiloni.

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Niente fondi prima del primo semestre 2021, le risorse europee non potranno essere usate per tagliare le tasse e, invece, nei piani nazionali il grosso dovrà andare ad azioni per accelerare la transizione energetica.

Lo ha ribadito ieri il Commissario europeo per l’economia, Paolo Gentiloni, durante l’audizione sull’utilizzo del Recovery Fund davanti alla Commissioni riunite Bilancio e Politiche dell’Unione europea di Camera e Senato (video sotto).

La prima priorità nell’utilizzo dei fondi europei che dovrebbero arrivare a primavera 2021, ha spiegato, “è quella di contribuire con le risorse di Next Generation EU alla transizione ambientale, alla sostenibilità. Questo aspetto sarà più che mai al centro dei piani”. E non si parla solo del vincolo del 30% di risorse da destinare alla transazione ambientale: “per i piani di recovery e resilience questo vincolo sarà maggiore. Sarà oltre il 35%.”

“La transizione ambientale – ha sottolineato – dovrà quindi essere centrale in tutte le strategie dei piani nazionali. Non ci sarà, poi, solo il vincolo del 35%, ma anche la richiesta sancita dal Consiglio Europeo di non introdurre in questi piani misure, investimenti o riforme dannosi dal punto di vista ambientale”.

La Commissione, ha spiegato, “ha l’obbligo di garantire la coerenza dei piani nazionali sia con le nostre priorità comuni sia con un mix di riforme e di investimenti necessari”.

“Bisogna fare uno sforzo per non tornare all’economia precedente, ma per riconvertirla nel segno della sostenibilità ambientale, della competitività. Guai a pensare di usare questi 200 miliardi di euro per ridurre le tasse. Sarebbe un messaggio sbagliato”, ha rimarcato.

Gentiloni ha fatto poi il punto sui tempi con cui arriveranno i fondi.

“Prevedibilmente, nel primo semestre del prossimo anno ci sarà la prima erogazione del 10% dell’ammontare del piano di Recovery. Le altre erogazioni avverranno a cadenza semestrale”, ha riferito, smentendo le ipotesi circolate di fondi distribuiti in anticipo, prima dell’approvazione dei piani e addirittura prima di fine anno.

Gli Stati membri – ha spiegato il commissario – potranno inviare una prima bozza con linee generali dei piani nazionali entro la metà di ottobre, i piani finali potranno essere presentati da gennaio, mentre la scadenza sarà aprile 2021.

A questo punto Bruxelles entro otto settimane dovrà proporre l’approvazione dei piani al Consiglio, che a sua volta avrà altre quattro settimane per l’approvazione a maggioranza qualificata. Per l’ok finale serviranno insomma almeno  2-3 mesi da quando il piano lascerà l’Italia.

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