La Svizzera vota sull’energia e dibatte per rinnovabili e paesaggio

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Il 9 giugno referendum sulle modifiche alla legge federale. La strategia punta fortemente su solare ed efficienza. Intanto i consumi scendono dell’1,7%, mentre aumenta la generazione da idroelettrico.

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È entrato nel vivo il dibattito sul referendum che il prossimo 9 giugno chiederà ai cittadini svizzeri di esprimersi in merito alla nuova “Legge federale per un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili”.

Il provvedimento è stato adottato il 23 settembre dello scorso anno dall’Assemblea federale della Confederazione svizzera con l’intento di garantire maggiore indipendenza, soprattutto nei mesi invernali, attraverso la capacità Fer.

La validità della riforma, che modifica la legge di settore risalente al 2016, è stata però interrotta dal referendum voluto da alcuni movimenti critici, come nel caso di Fondazione Franz Weber e Comitato per la Natura. Realtà che martedì 16 aprile hanno lanciato una specifica campagna di comunicazione.

Le posizioni contrapposte

“La legge sull’elettricità sacrifica la protezione della natura e del paesaggio per produrre energia verde, a qualsiasi prezzo, in tutta fretta e nel panico”, spiega la Fondazione F.W. “Nello specifico, la legge facilita il disboscamento, consente la costruzione di enormi parchi solari greenfield e riduce drasticamente la protezione dei corsi d’acqua e delle riserve di uccelli acquatici o migratori per consentire la costruzione di centrali idroelettriche. Sebbene i Cantoni siano tenuti a delimitare nei piani generali le zone idonee alla produzione energetica, la legge non li obbliga a delimitare le zone protette”.

Anche la Svizzera, dunque, è entrata nella disputa sulle aree idonee che nelle intenzioni della nuova legge garantiranno procedure autorizzative più snelle, al pari di quelle previste per impianti eolici e solari che saranno classificati “di interesse nazionale”.

Lunedì 15 aprile, invece, alcune associazioni ambientaliste si sono espresse in favore della nuova legge. Tra queste le sedi svizzere di Wwf, Pro Natura e BirdLife.

In una nota, il Wwf spiega che “la nuova legge sull’energia accelera lo sviluppo delle rinnovabili e l’abbandono del nucleare, nonché dei combustibili fossili come petrolio e gas. Apre la strada a una maggiore produzione interna, contribuisce ad aumentare la sicurezza di approvvigionamento e introduce misure per combattere lo spreco”. Inoltre, “circa l’80% di nuove Fer sarà costituito dal solare sugli edifici. Saranno promosse anche installazioni più grandi su infrastrutture esistenti, come immobili industriali, parcheggi o barriere antirumore”.

I contenuti della legge federale

Il testo sottoposto a referendum prevede l’entrata in vigore dal 1° gennaio 2025.

Tra gli obiettivi c’è una produzione di elettricità da rinnovabili, idro escluso, che dovrà arrivare ad almeno 35.000 GWh nel 2035 e 45.000 GWh nel 2050. A ciò si aggiunge l’idroelettrico che dovrà salire a 37.900 GWh al 2035 e 39.200 GWh nel 2050.

L’Ufficio federale dell’Energia stima che entro il 2035 sarà possibile generare circa 25.000 GWh di sola elettricità solare sugli edifici (tetti e facciate), di cui il 30% durante l’inverno. Si tratta di una produzione superiore a quella delle centrali nucleari nel 2023.

L’incidenza di questa nuova massa di energia interna si dovrebbe riflettere sull’importazione netta di elettricità, per la quale, nel periodo 1° ottobre-31 marzo di ogni anno, si fissa un tetto massimo di circa 5 TWh.

Il consumo medio annuo pro capite di energia, secondo la legge, è invece ridotto, rispetto al 2000, del 43% entro il 2035 e del 53% entro il 2050. Ciò dovrebbe avvenire ponendo in capo ai fornitori di energia uno specifico vincolo di promozione dell’efficienza tra i consumatori pubblici e privati. Secondo l’Ufficio Energia entro il termine del 2035 si potranno risparmiare così circa 1,2 miliardi di kWh elettrici.

Il Consiglio federale, infine, dovrà definire ogni cinque anni gli obiettivi intermedi generali e per singole tecnologie, vigilando sul raggiungimento dei target e adottando tempestivamente le misure necessarie.

La riforma non prevede nuove tasse a carico dei consumatori, spiega la Confederazione. Il supplemento di rete in bolletta (cioè gli oneri di sistema), destinato al finanziamento dei contributi in favore del potenziamento della generazione Fer, rimarrà fermo a 2,3 centesimi per kWh.

I consumi energetici in Svizzera

Ieri, intanto, il Consiglio federale ha pubblicato un report sui consumi elettrici in Svizzera dello scorso anno, scesi del’1,7% sul 2022, per un totale di 56,1 miliardi di kWh.

Nel 2023 la generazione elettrica nazionale è aumentata del 13%, attestandosi “al nuovo valore record” di 66,7 miliardi kWh così suddivisi: 56,6% idroelettrico; 32,4% nucleare; 11% centrali termiche convenzionali più rinnovabili.

Gli impianti idroelettrici hanno prodotto il 21,7% di energia elettrica in più rispetto all’anno precedente (40,8 mld/kWh), ovvero “il secondo risultato più alto per queste centrali dopo l’anno record del 2001 (42,3 mld/kWh)”.

La produzione elettrica delle quattro centrali nucleari svizzere è aumentata dell’1%, passando a 23,3 mld/kWh.

Infine, stando ai dati pubblicati dall’Ufficio federale della Dogana e della Sicurezza dei confini (Udsc), i proventi delle esportazioni di energia elettrica si sono attestati a 4.678 milioni di franchi. Per le importazioni, invece, gli esborsi sono stati pari a 3.702 milioni di franchi. Nel 2023, dunque, la bilancia commerciale con l’estero della Svizzera ha registrato un bilancio positivo pari a 976 milioni di franchi.

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