L’Italia prima in Europa per consumo di pellet nel riscaldamento

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Il dato è confermato dal nuovo Rapporto Statistico 2020 di Bioenergy Europe.

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Nel 2019, l’UE28 ha prodotto quasi 18 milioni di tonnellate di pellet, corrispondenti a circa 7,6 Mtep, con crescita del 5% rispetto al 2018.

Il dato è riportato nella quinta edizione del Rapporto Statistico 2020 sul pellet di Bioenergy Europe (link in basso), che nel documento punta anche ad evidenziare quale può essere il contributo del pellet di legno alla ripresa economica sostenibile dell’Unione e ai fini dell’obiettivo di riduzione delle emissioni al 2050.

Nel grafico qui sotto si veda come è cresciuta costantemente la produzione di pellet in Europa dal 2004 al 2019.

Come spiega il report nell’Unione europea la materia prima del pellet è rappresentata dai residui della lavorazione del legno, in un’ottica di efficienza nell’uso delle risorse e di economia circolare.

La produzione di pellet conferisce al legno danneggiato una finalità economica, rendendo praticabili i tagli sanitari e le altre operazioni di gestione forestale. In diversi Stati, come la Repubblica Ceca, la Germania, l’Austria e il Belgio, è questa una strategia per incentivare la rimozione del legno danneggiato dalle foreste, rendendole così più sane e resistenti agli impatti provocati dai cambiamenti climatici.

Nel documento di Bioenergy Europe si considera il pellet un fattore utile a depotenziare i costi del settore del riscaldamento europeo, essendo più economico delle alternative fossili (gasolio da riscaldamento, gas o carbone), e anche un valido strumento per affrontare la povertà energetica.

Con 16,4 milioni di tonnellate consumate all’interno dell’UE28 nel 2019, il riscaldamento a pellet sta diventando sempre più popolare in molti Stati membri. L’Italia, come si può vedere dal grafico, è al primo posto per consumo di pellet nel riscaldamento, con 3,4 mln di tonnellate.

Nel 2019 la domanda europea di pellet ha registrato un aumento di 1,8 milioni di tonnellate rispetto al 2018, con una crescita del 7%, inferiore alla crescita dell’8% osservata nel 2018. La domanda industriale, che rappresenta il 49% del totale, è stata responsabile del 53% di aumento del consumo totale di pellet in Europa, dal 2018 al 2019; questo mercato è guidato dalla Gran Bretagna, seguito a distanza dalla Danimarca. Il mercato residenziale e commerciale (54% del totale) ha avuto invece solo una crescita modesta nella gran parte dei paesi europei.

Nel report si ritiene che l’impatto dell’emergenza Covid-19 su produzione e consumo di pellet sarà limitato.

Negli Stati membri c’è una notevole quota di apparecchi per il riscaldamento residenziale alimentati a fonti fossili e, come confermato dal rapporto sullo stato dell’Unione dell’energia, i combustibili fossili godono ancora di diverse forme di sussidio (oltre 50 miliardi di euro nel 2018, in crescita del 6% rispetto al 2015), con conseguenze importanti sulla competitività delle soluzioni a fonti rinnovabili.

L’obiettivo dell’Ue proposto di ridurre le emissioni di almeno il 55% di gas serra entro il 2030 e zero emissioni nette entro il 2050, richiede dunque una rapida eliminazione dei combustibili fossili in tutti i settori dell’economia europea. Ma sia il settore del riscaldamento che quello dell’industria sono in ritardo.

Per Bionenegy Europe il pellet è una delle soluzioni prontamente disponibili ed economicamente convenienti per eliminare gradualmente i combustibili fossili dal settore energetico, dai processi industriali e dal riscaldamento residenziale.

Il rapporto statistico indica anche una serie di raccomandazioni per i responsabili politici. Serve – si legge – un quadro politico stabile per dare una prospettiva sufficientemente a lungo termine alle aziende per investire di più nella produzione e nell’uso del pellet. Inoltre, si chiede di sbloccare il sostegno al rinnovamento degli apparecchi per passare a quelli moderni ed efficienti a pellet. Infine, servirebbero misure per incentivare progetti che prevedano questi impianti nei mercati di media scala come scuole, ospedali ed edifici residenziali. Rapporto di Bioenergy Europe.

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