Legno-energia e silvicoltura, un settore poco conosciuto

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Una nota di AIEL spiega perché è importante l’attività dei produttori professionali di biomassa legnosa e il via libera alle attività forestali e silviculturali contenuto nel DPCM del 10 aprile.

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Il recente via libera alle attività forestali e silviculturali contenuto nel DPCM del 10 aprile scorso a seguito del lockdown per l’emergenza Covid 19, ha portato alla ribalta delle cronache un settore poco conosciuto, quello della silvicultura.

Dalle imprese silviculturali aderenti all’ Associazione Italiana Energie Agroforestali, AIEL (imprese che producono biomasse agroforestali in forma di legna da ardere, cippato, bricchetti), viene l’invito a conoscere meglio un settore che contribuisce in maniera signficativa all’economia delle aree montane del nostro Paese e alla salvaguardia del territorio.

Il patrimonio forestale italiano, secondo i dati dell’Ultimo Rapporto Annuale sulle Foreste (RAF) redatto dal Mipaaf, si estende per 11 milioni di ettari (circa un terzo del territorio italiano), valore che è raddoppiato negli ultimi 50 anni.

Inoltre, le attività di taglio del bosco ogni anno riguardano solo il 20% della cosiddetta “ripresa”, ossia la quantità di legname cresciuta ogni anno, rendendo così molto facile comprendere come ogni anno il patrimonio boschivo italiano cresca e non sia oggetto di tagli indiscriminati. Il dato del 20% è molto basso rispetto a quanto succede in altri Paesi europei in cui questo valore è 3 volte superiore.

Le aziende boschive non saccheggiano le foreste, perchè ogni taglio in bosco, sia esso pubblico o privato, è soggetto ad autorizzazione e regolamentato dalla normativa nazionale la quale ha bandito i tagli “a raso” già con un Regio Decreto che porta data 1923 (Legge Serpieri). Da quasi un secolo, infatti, in Italia i boschi sono gestiti in modo sostenibile con ripercussioni positive sul bilancio del carbonio e sugli effetti di mitigazione del riscaldamento globale.

In Italia, inoltre, l’87% dei boschi è sottoposto a vincolo idrogeologico, i tagli quindi sono strettamente regolati poiché devono consentire al bosco di poter mantenere una delle sue funzioni più importanti, quella di protezione.

La tempesta Vaia, interessando quasi 2 milioni di ettari, ha però avuto ripercussioni negative sulle diverse funzioni svolte dai boschi: in primis, la caduta degli alberi su vaste superfici ha fatto venire meno la protezione dei versanti dalla caduta di massi e valanghe e il ruolo di regimazione delle acque; inoltre l’elevata quantità di tronchi secchi presente al suolo funge da pericoloso innesco per gli incendi.

Sono questi i motivi per cui è stato chiesto di poter riaprire i cantieri forestali, nell’interesse della salute e della sicurezza degli abitanti dei territori colpiti da Vaia (Dati RAF), non certo per miopi e gretti interessi economici.

Dalle utilizzazioni forestali, infine, si ottengono anche i biocombustibili legnosi (legna da ardere, pellet e cippato) che, essendo una fonte di energia, sono considerati bene primario per i cittadini, la cui fornitura non può quindi essere interrotta.

La legna da ardere prodotta in queste settimane è il biocombustibile necessario a riscaldare la prossima stagione termica, quella dell’inverno 2020/2021, poiché necessita del giusto periodo di stagionatura per perdere umidità e diventare il prodotto idoneo a essere utilizzato nelle stufe e caldaie.

Il bosco giovane ha una capacità di assorbimento del carbonio molto più alta rispetto ad un bosco “antico”. La gestione forestale sostenibile mantiene la foresta “giovane”, consentendo il taglio degli alberi giunti a maturità, ma garantendo la conservazione della biodiversità e l’erogazione dei servizi ecosistemici.

Inoltre la gestione forestale sostenibile in tema di bilancio del carbonio, e quindi di potenziale di mitigazione delle foreste nei confronti dell’aumento dell’effetto serra dell’atmosfera, considera le interdipendenze fra prelievi a scala locale e trasferimenti a scala globale del carbonio forestale.

Utilizzare i boschi locali grazie a pratiche di gestione forestale sostenibile significa ridurre la necessità di doversi approvvigionare di materiale legnoso da foreste che, geograficamente lontane, possono essere soggette a deforestazione e tagli illegali.

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