La Svizzera accelera sulle rinnovabili: servizio tutelato 100% “verde” e più incentivi

I clienti del servizio universale svizzero dovranno essere riforniti con energia rinnovabile.

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Apertura del mercato elettrico e una decisa accelerazione verso le energie rinnovabili.

Questi in sintesi i princìpi cui si ispirano due proposte di riforma del mercato energetico recentemente avanzate dal governo svizzero e approvate dal consiglio federale elvetico

La Modifica alla legge sull’approvvigionamento elettrico (LAEl) vuole estendere a tutti i clienti la possibilità di cambiare fornitore, mentre la Revisione della legge sulla produzione di elettricità da energie rinnovabili (LEne) propone il prolungamento dei sistemi incentivanti per le energie rinnovabili, rendendo vincolanti gli obiettivi per la generazione sostenibile.

La prima proposta specifica che, oltre ai grandi consumatori di energia elettrica, già autorizzati a rivolgersi liberamente al mercato dal 2009, “d’ora in avanti anche le economie domestiche e le piccole aziende dovranno poter optare per il libero mercato.”

“I gestori delle reti di distribuzione locali sono responsabili del servizio universale” e dovranno “fornire ai propri clienti con servizio universale elettricità svizzera prodotta da energie rinnovabili, certificandolo con le garanzie di origine (GO),” specifica la proposta del governo elvetico.

Si tratta di un passo non da poco, se si considera, per esempio, che in Italia il mix elettrico dei clienti della maggior tutela è 10 volte più “sporco” della media nazionale, cioè molto più basato sulla generazione fossile che rinnovabile, come scritto in questo articolo.

I clienti elvetici in maggior tutela conserveranno comunque il diritto di rimanere nel “servizio universale” o di tornarvi dopo essere passati al mercato libero, mentre “i grandi consumatori di energia elettrica elvetici sono obbligati a passare dal regime di servizio universale al libero mercato”, specifica inoltre la proposta, secondo cui il periodo di transizione per l’introduzione di questo cambiamento durerà un anno.

La liberalizzazione degli approvvigionamenti elettrici prevede altri interventi a favore degli impianti fotovoltaici sia già installati che ancora da installare.

Secondo la proposta, infatti, “per favorire l’incremento degli impianti fotovoltaici è possibile aumentare la remunerazione unica per gli impianti nuovi (soprattutto se i ricavi orientati al mercato rendessero la realizzazione degli impianti poco redditizia e pertanto la quota di incremento peggiorasse in misura eccessiva).”

Inoltre, il cosiddetto Fondo per il supplemento rete contribuirà ai ricavi degli “impianti fotovoltaici che al momento dell’entrata in vigore del progetto di legge sono già in funzione e non beneficiano né di una remunerazione per l’immissione in rete di elettricità né di un finanziamento dei sovraccosti,” in modo che i ricavi di questi impianti siano “pari alla remunerazione versata in media dai gestori delle reti di distribuzione svizzere nei cinque anni precedenti l’entrata in vigore della legge.”

Sono previsti anche contributi in conto capitale per i nuovi impianti idroelettrici di piccole dimensioni, eolici, a biogas e geotermici, che però dal 2023 non riceveranno più una remunerazione in conto esercizio.

Stesso discorso per gli impianti fotovoltaici di grandi dimensioni, che saranno incentivati attraverso aste che attribuiranno un contributo in conto capitale.

I contributi d’investimento per l’idroelettrico e altre energie rinnovabili in scadenza nel 2030 sono poi stati prolungati sino alla fine del 2035, armonizzando così la durata dei contributi con il limite temporale previsto per il raggiungimento dell’obiettivo di incremento della produzione. Resi vincolanti anche gli obiettivi di incremento della produzione rinnovabile al 2050.

I costi dell’adeguamento di tali strumenti di sostegno delle rinnovabili ammontano a 215 milioni di franchi all’anno (203 milioni di euro), coperti attraverso l’attuale supplemento rete, confermato a 2,3 centesimi di franco al kWh (€ 0,217/kWh).

La LAEI elvetica “intende garantire al settore elettrico la certezza di cui ha bisogno per la pianificazione e gli investimenti nonché rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico” allo scopo anche di potenziare “la produzione elettrica decentralizzata e migliorata l’integrazione delle energie rinnovabili nel mercato elettrico”.

Le misure del governo elvetico prevedono anche soluzioni locali come le comunità energetiche e i “mercati dell’elettricità di quartiere”.

Per garantire l’approvvigionamento a breve termine in caso di situazioni eccezionali e imprevedibili viene istituita una riserva di energia (riserva di stoccaggio).

Tutti i gestori di impianti di accumulo ma anche i consumatori flessibili allacciati alla rete elettrica svizzera potranno presentare un’offerta per tale riserva tramite una gara pubblica annuale dalla società nazionale di rete Swissgrid, finanziata attraverso le tariffe di rete.

Le consultazioni pubbliche per la LEne andranno avanti fino al 12 luglio, mentre per la LAEl il Dipartimento federale ambiente, trasporti ed energia (Datec) preparerà le modifiche previste entro l’inizio del 2021.

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