La risposta di Bloomberg alle bufale di Trump: 500 milioni di dollari per eliminare il carbone

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Lanciata negli Stati Uniti la campagna Beyond Carbon per promuovere le energie pulite e lottare contro il surriscaldamento globale. Intanto sempre più Stati americani passano leggi per le rinnovabili.

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C’è qualche antidoto alle bufale di Trump sul clima?

Negli Stati Uniti aumenta di giorno in giorno l’opposizione alla geopolitica delle fake news della Casa Bianca, con molteplici iniziative che puntano a diffondere le energie rinnovabili, azzerare le emissioni inquinanti, eliminare gradualmente l’uso di carburanti fossili.

Insomma il contrario dell’idea repubblicana di esportare nel mondo “molecole di libertà” (gas naturale liquefatto), sviluppando ancora di più le risorse domestiche di shale gas, l’idrocarburo contenuto negli scisti, la cui estrazione impatta in modo rilevante sull’ambiente.

L’idea di libertà di Michael Bloomberg, ex sindaco di New York, multimiliardario e filantropo, è parecchio diversa da quella del presidente Usa.

Bloomberg, infatti, ha appena lanciato Beyond Carbon, una campagna climatica nazionale con un finanziamento iniziale pari a 500 milioni di dollari, che si pone diversi obiettivi ambiziosi per costruire il più velocemente possibile un’economia con il 100% di energia pulita.

Ad esempio, si parla di chiudere tutti gli impianti a carbone entro il 2030, fermare la costruzione di nuove centrali a gas, supportare le amministrazioni locali nel definire misure volte a promuovere le tecnologie pulite, la mobilità elettrica, la tutela ambientale.

Nel suo discorso per presentare la campagna, Bloomberg ha dichiarato (traduzione nostra dall’inglese): “Quelli che a Washington negano la scienza del cambiamento climatico sono fuori della realtà al pari di quelli che credono che l’atterraggio sulla luna sia stato un falso”.

Per fortuna, prosegue Bloomberg, la maggior parte degli americani è consapevole che le attività umane stanno guidando la crisi climatica.

Anche il partito democratico di recente ha dato segnali di risveglio, per quanto riguarda l’impegno a lottare contro il surriscaldamento globale, in particolare con la risoluzione per un Green New Deal, un super-piano nazionale che dovrebbe smobilitare investimenti “verdi” in tutto il paese.

E poi continua ad allungarsi la lista di Stati Usa in prima linea nell’approvare/pianificare norme che prevedono traguardi sulle fonti low-carbon.

Alla fine di maggio, il governatore del Colorado Jared Polis ha svelato il suo piano per arrivare al 100% di energia rinnovabile nel 2040 e nelle scorse settimane ha firmato una serie di leggi già orientate in quella direzione, ad esempio per favorire la diffusione dei veicoli elettrici e così abbattere le emissioni di anidride carbonica nei trasporti.

Sempre a maggio, in Maryland è passata una legge che stabilisce di raggiungere il 50% di elettricità rinnovabile nel 2030; ricordiamo poi le misure appena prese dalla società elettrica delle Hawaii per aumentare le installazioni di parchi fotovoltaici e batterie di accumulo, nell’ambito del programma statale per de-carbonizzare totalmente il mix energetico entro il 2045.

Ricordiamo infine i provvedimenti in California e Illinois, che con alcune differenze puntano entrambi all’azzeramento delle emissioni inquinanti nel settore energetico verso la metà del secolo.

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