Con l’accordo provvisorio raggiunto tra Parlamento e Consiglio Ue si completa il Just Tranistion Mechanism (JTM), il “meccanismo per la giusta transizione” (giusta nel senso di equa), che dovrà supportare gli Stati membri nell’abbandono dei combustibili fossili verso le tecnologie pulite.
L’accordo, spiega una nota del Consiglio Ue, riguarda il terzo pilastro di suddetto meccanismo: lo strumento di prestito per il settore pubblico.
In ballo c’è un miliardo e mezzo di euro in sovvenzioni provenienti dal bilancio Ue, cui si aggiungeranno prestiti erogati dalla Banca europea per gli investimenti (Bei) per un massimo di dieci miliardi. Tali importi, chiarisce la nota, dovrebbero mobilitare complessivamente fino a 25-30 miliardi di euro di investimenti nelle regioni interessate.
Il Just Transition Mechanism, ricordiamo, intende aiutare i paesi europei maggiormente dipendenti dalle risorse fossili (carbone in primis) a investire in progetti in vari settori, tra cui soprattutto fonti rinnovabili, efficienza energetica, trasporti puliti, infrastrutture digitali, iniziative per riqualificare la forza lavoro.
L’obiettivo è sostenere i piani di de-carbonizzazione di questi paesi, puntando agli obiettivi climatici 2030 (-55% di emissioni di CO2 rispetto al 1990) e 2050 (neutralità climatica con azzeramento delle emissioni).
Dai progetti finanziabili con il meccanismo per la giusta transizione, pertanto, sono esclusi il nucleare e i combustibili fossili.
Gli altri due pilastri del meccanismo sono il Fondo per una transizione giusta da 40 miliardi di euro (Just Transition Fund, JTF, con cui si stima di generare investimenti totali per un centinaio di miliardi di euro), e un regime specifico per una transizione giusta nell’ambito di InvestEU, che mobiliterà altri 45 miliardi.
L’accordo provvisorio, conclude la nota del Consiglio Ue, dovrà essere confermato da entrambe le istituzioni. Nelle settimane successive a tale conferma sono previste l’adozione e l’entrata in vigore del regolamento che istituisce lo strumento.