Investire di più in rinnovabili dopo il lockdown: IEA e Business 20 fanno pressione sul G20

Tra le raccomandazioni: eliminare i sussidi fossili e tassare la CO2.

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Eliminare i sussidi ai combustibili fossili, tassare la CO2, accelerare lo sviluppo di tutte le tecnologie in grado di ridurre le emissioni inquinanti nei vari settori (produzione elettrica, trasporti, industrie): l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA: International Energy Agency) torna a parlare di un’opportunità “unica” per investire nella green economy.

In una nota congiunta con il B20 – Business 20, l’organismo che rappresenta la comunità industriale dei paesi del G20 – la IEA ricorda che è necessario investire 3.500 miliardi di dollari l’anno (3,5 trillion) da oggi al 2050 nell’energia, per stare su una traiettoria di sviluppo sostenibile, in linea con l’accordo di Parigi.

Il lockdown, ricorda ancora la IEA, ha portato a un declino storico, ma temporaneo, della domanda energetica e delle relative emissioni di CO2.

E ora bisogna evitare che le emissioni rimbalzino sui livelli registrati prima della pandemia, supportando una crescita economica più “verde”.

In particolare, IEA e B20 raccomandano ai leader del G20 di rimuovere i sussidi inefficienti alle fonti fossili, come lo stesso G20 si era impegnato a fare già nel 2009.

Inoltre, raccomandano di adottare sistemi di carbon pricing nei singoli paesi, in modo da favorire gli investimenti in rinnovabili e carburanti a basse emissioni di CO2, utilizzando i ricavi del carbon pricing per finanziare la transizione energetica pulita.

Anche la Commissione europea sta valutando nuovi meccanismi finanziari basati sul principio “chi inquina di più paga”, come l’introduzione di una tassa alla frontiera sulla CO2, cioè una tassa “agganciata” al contenuto di anidride carbonica dei beni importati nel vecchio continente.

Intanto la IEA ha pubblicato l’edizione 2020 del rapporto Energy Technology Perspectives (link in basso), che analizza le differenti opzioni tecnologiche compatibili con un’economia globale a zero emissioni nette di CO2 nel 2050-2070.

Il punto è che non basta passare totalmente alle fonti rinnovabili nella produzione di energia: in questo caso, si farebbe solo un terzo della strada necessaria per raggiungere le emissioni zero.

Per completare il viaggio, scrive la IEA, occorre prestare molta più attenzione a come de-carbonizzare trasporti, edifici, industrie, attraverso l’elettrificazione, l’uso massiccio di idrogeno e di altre tecnologie, compresa la “cattura” della CO2 con sistemi CCUS (carbon capture, utilization and storage).

Ricordiamo che Bruxelles ha varato una strategia Ue per l’idrogeno, e che la Germania ha già tracciato scenari che prevedono un vasto impiego di questo vettore energetico, per tagliare drasticamente le emissioni di CO2 nei trasporti e nelle industrie.

Per approfondire questo punto si veda l’articolo Germania, piano per un sistema energetico carbon neutral con tanto idrogeno.

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