Un’opportunità “storica” per eliminare i sussidi ai combustibili fossili, contando sui prezzi molto più bassi di petrolio e gas in tutto il mondo: il messaggio arriva dall’Agenzia internazionale dell’energia (IEA, International Energy Agency) in un articolo pubblicato sul suo blog, con il contributo di diversi analisti.
L’emergenza coronavirus, si legge nell’articolo, ha fatto calare consumi e prezzi dei carburanti, tanto che nel 2020 la IEA si aspetta che i sussidi per le fonti fossili scenderanno a 180 miliardi di dollari su scala globale, il livello più basso dal 2007 (da quando la IEA ha iniziato a monitorare questi dati).
In sostanza, evidenziano gli esperti della IEA, i prezzi reali di mercato per le forniture di carburanti fossili si sono avvicinati ai prezzi pagati dai consumatori finali in molti paesi, facendo così calare il valore complessivo dei sussidi.
Il metodo usato dalla IEA per calcolare i sussidi, infatti, è di tipo “price-gap”: la differenza tra costo reale di un carburante e prezzo pagato dai consumatori finali, quest’ultimo mantenuto più basso in modo “artificiale” con l’ausilio dei sussidi statali (una riduzione di tasse/accise ad esempio).
Il grafico seguente, tratto dalle analisi online dell’Agenzia (clicca sopra per ingrandire), riassume l’andamento dei sussidi al consumo di combustibili fossili a livello mondiale.
Il calo stimato per il 2020 è del 43% in confronto al 2019, che a sua volta aveva già registrato una diminuzione del 27% rispetto ai dodici mesi precedenti.
Più in generale, vale la pena ricordare che la IEA nel Global Energy Review 2020 ha stimato che la domanda di petrolio potrebbe diminuire del 9% quest’anno, perdendo 9 milioni di barili giornalieri in media e riportando il consumo di petrolio ai livelli del 2012.
Mentre il consumo di carbone dovrebbe diminuire in misura analoga (-8%), a causa soprattutto del calo della produzione elettrica.
Insomma: minori consumi di fonti fossili, prezzi in discesa, sussidi già in calo dal 2019… ecco che si presentano le condizioni ideali, afferma l’Agenzia, per innescare un nuovo ciclo economico post-Covid basato anche sulla rimozione dei sussidi – inefficienti e dannosi per l’ambiente – ai carburanti di origine fossile, concentrando gli investimenti sulle tecnologie più pulite.
Anche perché in questa fase, chiarisce la IEA, l’impatto sui consumatori di un azzeramento dei sussidi sarebbe meno “pesante” rispetto a quando la differenza tra prezzi reali e prezzi finali era più ampia.