Tra gli interventi di sostenibilità le aziende scelgono rinnovabili ed efficienza energetica

Le rilevazioni Istat sulle pratiche sostenibili delle aziende di manifattura e servizi nel 2022 e le prospettive 2023-2025. Gli interventi preferiti sono quelli che riguardano fonti rinnovabili ed efficienza energetica.

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Sia per le imprese dei servizi che per quelle della manifattura, gli interventi di sostenibilità più gettonati sono quelli su fonti rinnovabili ed efficienza energetica. Questo vale per gli investimenti realizzati nel 2022  ma anche  per quelli che si intende compiere nei prossimi due anni.

Il 23,1% delle azioni per ridurre l’impatto ambientale intraprese dalle aziende dei servizi nel 2022 riguarda l’aumento di efficienza energetica e il 22,2% le Fer; percentuali simili a quelle del manifatturiero, dove il risparmio energetico arriva al 20,4% degli interventi di sostenibilità realizzati  e le rinnovabili al 22,3%.

Per il 2023-2025, tra le iniziative di sistenibilità previste dalle aziende, troviamo ancora le rinnovabili44,2% delle imprese della manifattura e 34,6% nei servizi – seguite dall’efficienza energetica con, 28,9% nel manifatturiero 29,6 % nei servizi.

I dati arrivano dalle ultime rilevazioni Istat sulle pratiche sostenibili delle imprese nel 2022 e le prospettive 2023-2025 (documento e nota metodologia in basso).

Manifattura, le azioni intraprese

Guardando alla manifattura si stima che il 59,5% delle imprese nel 2022 abbia intrapreso azioni di sostenibilità. Tra queste, il 50,3% adotta azioni di tutela ambientale, il 44,6% di sostenibilità sociale e il 36,8% di sostenibilità economica.

Come detto, nel 2022 tra le aziende della manifattura che svolgono azioni di sostenibilità per la tutela ambientale, le iniziative più frequenti riguardano rinnovabili ed efficienza energetica, rispettivamente il 22,3% e il 20,4% delle imprese.

Segue la riduzione e/o il riciclo dell’acqua, con il 14,9% delle imprese coinvolte. In termini di circolarità dei processi produttivi, oltre il riciclo dell’acqua, l’11,8% delle imprese utilizza materie prime seconde e solo il 5,5% aderisce alla simbiosi industriale, il 5,2% riusa i rifiuti residui di produzione e il 4,7% delle imprese ricicla i materiali riprogettando i processi produttivi.

Virtuosi al Nord e tra le grandi

Da un punto di vista geografico, sono le imprese manifatturiere del Nord-est e del Nord-ovest che svolgono più iniziative di sostenibilità, rispettivamente il 61,8% e il 60,2%. Al Centro sono il 58,9%, mentre al Sud la percentuale è più contenuta, solo il 48,5% delle imprese.

Le grandi imprese sono mediamente le più attive in tutte le pratiche di sostenibilità: oltre i 4/5 delle grandi imprese (81,5%) e soltanto il 36,1% delle piccole imprese fanno azioni di sostenibilità .

Tra i settori economici, la più alta quota di imprese che intraprendono azioni di sostenibilità si rileva nella fabbricazione di prodotti farmaceutici (81,5% delle imprese), seguono la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (75,3% delle imprese) e industrie alimentari, bevande e tabacco (con il 69,2% delle imprese).

Emerge come meno virtuoso il settore dell’industria del legno, carta e stampa con il 48,5% delle imprese.

Le intenzioni per i prossimi due anni

Per il periodo 2023-2025, sulla base di quanto dichiarato, si stima un aumento sensibile delle imprese che svolgeranno attività di tutela ambientale: il 64,5% delle imprese manifatturiere sondate da Istat.

Come detto, tra le iniziative previste per i prossimi 2 anni troviamo ancora in testa rinnovabili (44,2% delle imprese) ed efficienza energetica con (28,9% delle imprese).

Seguono riduzione e/o riciclo dell’acqua (19% delle imprese), riduzione degli imballaggi (15,8% delle imprese) e a circolarità dei processi produttivi (14% delle imprese che utilizzeranno materie prime seconde, 8,1% delle imprese che aderiranno a simbiosi industriale, 7,4% delle aziende che riuseranno rifiuti residui di produzione e 7,7% delle aziende che riciclerà materiali).

Anche nelle azioni programmate per il futuro le grandi imprese saranno le più attive, ma anche le medie e le piccole imprese aumenteranno in proporzione gli sforzi nelle varie pratiche di tutela ambientale.

Le aziende dei servizi

Tendenze simili si trovano tra le imprese del settore dei servizi: il 50,4% ha intrapreso azioni di sostenibilità nel corso del 2022. Anche qui un maggior attivismo delle delle grandi imprese (oltre 1.000 addetti): qui l’80,3% delle imprese, svolge azioni di sostenibilità (contro il 36,6% delle imprese da tre a 999 addetti).

Nel settore dei trasporti e magazzinaggio c’è la percentuale più alta di imprese attive in azioni di sostenibilità con il 67,7% delle imprese, il settore dei servizi turistici è quello meno virtuoso, solo il 39,3% delle imprese persegue azioni di sostenibilità, di cui il 36,5% attive nella sostenibilità ambientale.

Nel 2022, efficienza energetica e fonti rinnovabili sono le iniziative più intraprese, rispettivamente dal 23,1% e dal 22,2% delle imprese dei servizi, segue il risparmio per il trasporto dei prodotti con il 19,4%.

Il 16,7% delle imprese utilizza le materie prime seconde, il 13,3% attiva iniziative di rigenerazione e riuso di luoghi o beni culturali, il 13% ricicla l’acqua e l’8,2% delle imprese aderisce alla simbiosi industriale.

Guardando al 2023-2025 le Fer con il 34,6% delle imprese sono in testa tra gli interventi previsti, seguite dal risparmio energetico, al 29,6 %.

Segue l’attività di trasporto prodotti con il 24,8% delle imprese e la riduzione dell’uso delle materie prime con il 19% delle imprese attive.

Per la circolarità dei processi produttivi, il 17,3% delle imprese intraprenderà iniziative di rigenerazione e riuso di luoghi o beni culturali, il 16,3% delle imprese utilizzeranno materie prime seconde e il 15,2% riciclerà l’acqua. Si ridurrà invece la percentuale di imprese che svolgeranno iniziative di simbiosi industriale (solo il 2,7% delle imprese).

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