La crisi energetica ha cambiato le abitudini di consumo di elettricità e gas?

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I risultati di un’analisi di Laboratorio REF Ricerche su come è mutata la domanda di energia nel nostro Paese.

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La crisi energetica dovuta alla guerra russo-ucraina ha avuto come effetto la diminuzione dei consumi di gas ed energia elettrica in Italia.

La diminuzione della domanda, però, probabilmente non è dovuta solamente ai rincari dell’energia verificatisi dopo lo scoppio del conflitto, ma anche a possibili cambiamenti strutturali nelle abitudini di consumo.

È quanto evidenzia un’analisi di Laboratorio REF Ricerche, un centro studi che riunisce rappresentanti di imprese, istituzioni e finanza con l’obiettivo di contribuire al dibattito sul futuro dei servizi pubblici locali.

Le abitudini di consumo sono cambiate?

Il tumultuoso andamento dei prezzi dell’energia tra il 2022 e il 2023 sembra aver contribuito a un mutamento dei comportamenti di consumo della popolazione italiana, hanno notato gli autori della ricerca.

Questo sarebbe avvenuto nonostante, l’energia sia sempre stata considerata un bene inelastico, cioè qualcosa la cui domanda non cambia sostanzialmente all’aumentare o al diminuire dei prezzi.

L’analisi è però complicata, perché “non è chiaro quale parte dei risparmi sia dovuta agli aumenti di prezzo e quale sia invece dovuta ad altre variabili, come temperatura esterna e livello di produzione industriale”, si legge nello studio.

In altre parole, le abitudini di risparmio acquisite durante la crisi ed eventuali processi di efficientamento energetico hanno consolidato veramente profili di consumo più morigerati o si tratta solo di un effetto temporaneo, destinato a svanire con il calo dei prezzi a livelli vicini alla media storica?

Sì, almeno in parte

La risposta alla questione principale analizzata nello studio è che le abitudini di consumo, ad oggi, sono effettivamente cambiate, anche se in misura minore rispetto alla drastica riduzione della domanda registrata all’apice del caro-energia.

“Il calo dei prezzi nella seconda parte del 2023 ha visto, infatti, una diminuzione del livello di risparmio, ma non un suo azzeramento: da cui si può trarre la conclusione che le abitudini di risparmio siano state, almeno parzialmente, consolidate”, si legge alla fine dell’analisi.

Nuove tecnologie, investimenti in efficienza energetica e una maggior attenzione agli sprechi, che si mantengono anche in periodi di prezzi più bassi, possono portare a risparmi cumulati importanti nel lungo termine, hanno notato gli autori dell’analisi.

“Si è stimato un risparmio cumulato di 693 TWh di gas naturale dal 2024 al 2030 rispetto ad uno scenario privo di crisi energetica nel 2022, pari quasi ai consumi di gas naturale in un anno standard pre-Covid”, secondo Laboratorio REF Ricerche (grafico sotto).

Dopo aver analizzato i principali comparti di consumo, gli autori dello studio hanno osservato comportamenti di risparmio differenziati rispetto a quanto emerge dai soli dati consuntivi.

Comparti industriale, residenziale e dei servizi

L’industria ha reagito quasi immediatamente ai rincari energetici e ha mantenuto un andamento di risparmio costante nel tempo, anche se con delle differenze rispetto ai consumi di gas e di corrente.

A differenza del gas, infatti, la cui domanda è calata più rapidamente, per l’energia elettrica sono stati necessari alcuni mesi prima di poter osservare un effetto significativo sui consumi.

Il comparto residenziale, invece, ha reagito con molto più ritardo alle variazioni di prezzo. “Ciò è sicuramente dovuto al diverso grado medio di conoscenza dei mercati energetici delle due tipologie di consumatori, oltre che alle diverse tempistiche con cui essi possono essere informati circa variazione dei prezzi e intervenire sui propri consumi”, si legge nello studio.

Il comparto distribuzione/servizi non ha registrato significativi risparmi di gas nei mesi estivi, ma si sono osservati risparmi costanti per l’energia elettrica.

Risparmi complessivi

Prima di menzionare i dati più rilevanti emersi dalla ricerca, bisogna precisare che gli autori dello studio hanno applicato alcuni modelli econometrici e statistici per isolare l’effetto prezzo sui consumi rispetto all’effetto di altre variabili, che prese tutte assieme determinano il dato consuntivo grezzo, non depurato.

L’analisi econometrica ha evidenziato che sono state soprattutto le temperature miti e il calo della produzione industriale a ridurre significativamente i consumi di gas ed elettricità.

Escludendo queste variabili, i risparmi di gas ed elettricità direttamente attribuibili alla crisi energetica e all’aumento dei prezzi diminuiscono rispetto a quanto dichiarato dalle statistiche ufficiali per quanto riguarda il gas, e aumentano un po’ per quanto riguarda la corrente.

“Complessivamente, la diminuzione dei consumi di gas in Italia nel periodo di crisi, cioè dal febbraio 2022 al dicembre 2023, è stata del 14,3%, valore inferiore al 17% osservabile dai dati grezzi. Minore è stato invece il calo della domanda di energia elettrica, con risparmi del 4,3% rispetto al dato rilevato di 3,5%”, si legge in una nota di accompagnamento alla ricerca.

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