Pdl di Forza Italia: nuovo Superbonus al 90% con decalage per i redditi alti

La proposta di legge del gruppo di FI alla Camera. Prevista anche una delega al governo per riordinare i bonus fiscali in edilizia.

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Aliquota massima fino al 90% a certe condizioni, tra cui il raggiungimento della classe energetica D dell’edificio (o di due classi superiori se già in classe E o D), detrazione al 100% per i lavori nelle case popolari per i soggetti incapienti, ripristino di cessione del credito e sconto in fattura per chi ha un reddito di riferimento non superiore a 50mila euro.

Sono i tratti principali del nuovo Superbonus delineati nella proposta di legge di Forza Italia (link in basso), presentata dal gruppo di FI alla Camera (la prima firma è di Erica Mazzetti).

In tema di riordino dei bonus edilizi, ricordiamo, c’è anche una recente proposta di legge della Lega e si sono moltiplicati gli interventi delle associazioni del settore edile (si veda Ance: “nuovo Superbonus al 70% per tutti e al 100% per gli incapienti”).

Le nuove detrazioni fiscali per l’adeguamento antisismico e la riqualificazione energetica, propone Forza Italia, partirebbero dal 1° gennaio 2025.

Come detto, si parla di una detrazione massima del 90% se si raggiunge almeno la classe D, o si fa un salto di due classi se l’edificio è già in classe E o D.

Altrimenti, la detrazione scende all’80% a fronte del miglioramento di almeno due classi energetiche o del conseguimento della classe più alta, da dimostrare tramite l’Ape.

Per i lavori energetici eseguiti singolarmente (quelli trainati, ripresi in gran parte dall’art. 119 del decreto Rilancio che ha istituito il Superbonus), al di fuori dei salti di classe, è previsto un bonus del 60%.

Previste poi due aliquote per i lavori antisismici: 80% se i lavori consentono di passare a una classe di rischio inferiore, 90% in caso di doppio passaggio alle classi inferiori.

Un altro punto centrale della proposta è che le detrazioni fiscali sono inversamente proporzionali al reddito.

Si prevede, infatti, una progressiva riduzione dell’aliquota della detrazione per i redditi superiori a 80.000 euro, fino a un massimo di riduzione al 40% per i redditi oltre i 150.000 euro.

Nella proposta si parla anche di assegnare una delega al Governo “per la revisione della normativa urbanistica ed edilizia, al fine di garantire una maggiore semplificazione, nonché di favorire la riqualificazione e il riuso del patrimonio edilizio esistente”.

Il sistema dei bonus edilizi andrebbe riordinato “realizzando un modello strutturale nel quale l’incentivo sia direttamente proporzionale ai livelli di efficientamento (sismico e/o energetico) raggiunti dagli immobili, rispetto a quelli di partenza ante intervento”, oltre che “inversamente proporzionale al reddito del beneficiario con particolare attenzione ai contribuenti incapienti o in regime forfettario e alle abitazioni principali”.

Il governo dovrebbe anche “riordinare le metodologie di classificazione energetica e sismica degli edifici, individuando ulteriori criteri generali volti a incrementare la sostenibilità ambientale delle costruzioni e a favorire una più alta classificazione degli edifici, includendo parametri come la qualità acustica, quella antincendio, la raccolta e il riutilizzo delle acque meteoriche, l’utilizzo di materiali riciclati e l’obiettivo del consumo di suolo, anche incentivando la demolizione e ricostruzione utilizzando anche lo strumento della perequazione edilizia”.

Altro tema toccato nella pdl è quello dei mutui verdi per finanziare la quota di spesa non detraibile, “nell’ambito dei quali lo Stato assolve la funzione di garante del buon fine, nonché di sostegno, mediante accollo, in tutto o in parte della quota interessi”.

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